Attualità martedì 09 maggio 2017 ore 18:07
"Le affermazioni di Onorato sono demagogiche"
Grimaldi, presidente della Confederazione Italiana Armatori, rivolge dure critiche al patron di Moby e lo invita a non qualificarsi “uomo di mare”
ROMA — Questo il comunicato integrale emesso da Confitarma:
È importante sapere che l’obbligo richiesto da Onorato di imbarcare solo marittimi italiani/comunitari su tutte le navi di bandiera nazionale, al fine di mantenere i benefici fiscali previsti dalla Legge n.30 del 1998, non porterà ad una maggiore occupazione ma, al contrario, porterà disoccupazione.
Infatti, una tale rigidità – unica in Europa e nel mondo – costringerebbe gli
armatori italiani a cambiare bandiera per poter competere con quelle che
operano secondo regole più flessibili. È noto che, grazie alla flessibilità del
Registro Internazionale, dal 1998 la flotta è aumentata da 7,8 a 16,5 milioni di
tonnellate di stazza con il conseguente aumento dell’occupazione totale da
30.000 a 60.000 marittimi di cui oltre il 60% italiani/comunitari.
Da sottolineare che l’imbarco di marittimi extra-comunitari non comporta oneri a
carico dello Stato mentre, nell’ipotesi di equipaggi solo italiani/comunitari –
assolutamente inverosimile - l’onere a carico dello Stato non diminuirebbe ma
aumenterebbe di oltre 350 milioni di euro l’anno.
Le affermazioni di Onorato di fatto sono demagogiche, strumentali e fanno leva
sulla sciagura della povera gente con il solo fine di perseguire vantaggi personali:
infatti, non potendo ostacolare la concorrenza, cerca di creare confusione nel
campo avverso e nelle istituzioni con il beneplacito di politici compiacenti.
Stranamente, i sentimenti di patriottismo di Onorato emergono a distanza di oltre
19 anni dall’entrata in vigore della Legge n.30 del 1998 istitutiva del Registro
Internazionale, all’indomani dell’entrata in servizio di collegamenti marittimi sulle
rotte per la Sardegna gestiti dal Gruppo Grimaldi.
Storicamente Onorato non conosce le logiche dei traffici internazionali, in quanto
le sue navi fino a poco fa non hanno mai messo la prua oltre il cabotaggio.
Peraltro, la sua recente joint venture con la compagnia di navigazione russa St.
Peter Line specializzata in crociere nel Mar Baltico, dimostra che anche per la
Moby Spa l’imbarco di marittimi extracomunitari sulla nave “Princess Anastasia”
battente bandiera italiana e iscritta nel Registro Internazionale (al 19 aprile 2017
più di 100 extracomunitari su un equipaggio di 192, perfino con il pizzaiolo
ucraino!), sia indispensabile per operare e rimanere competitivi. Da notare poi
che per questi marittimi extracomunitari ci risulta sia stato utilizzato il tanto
criticato contratto collettivo No-Doms sottoscritto da Confitarma, che garantisce
uno stipendio medio superiore ai 1.200 dollari netti (e non 300$!) oltre agli oneri
sociali a totale carico degli armatori.
Non si comprende poi il persistente attacco ai tanti vantaggi di cui usufruirebbero
gli armatori italiani che operano nei traffici internazionali: basta vedere la maggior
parte dei bilanci dei colleghi da cui risulta che nonostante operino in perdita
continuino a pagare la tonnage tax.
Onorato dovrebbe specificare:
- se le sue società percepiscono o meno tutti i vantaggi fiscali del Registro
Internazionale, anche in riferimento al caso sopra citato;
- a quale titolo ritiene che tali vantaggi, se percepiti, debbano essere
riconosciuti a una compagnia che opera in regime di sovvenzione, quale è
la CIN, e se nella sua onestà intellettuale ritiene che questa anomalia
necessiti o meno di una correzione normativa;
- se all’atto della stipula della convenzione CIN-MIT si sia tenuto conto dei
vantaggi che percepisce (se li percepisce) con l’iscrizione delle navi nel
Registro Internazionale;
- se ricorda che, quando la Tirrenia era ancora pubblica, nel 1999 portò
avanti una dura campagna contro lo statalismo nel cabotaggio sostenendo
che i contributi statali erano un privilegio feudale che ponevano l’Italia fuori
dall’Europa. E nel 2008 dichiarò “Non vedo la ragione per la quale lo Stato
debba spendere denaro pubblico per sovvenzionare collegamenti che il
privato già attua”;
- se ritiene che ci possa essere uno spreco di denaro pubblico, dato che lo
Stato, attraverso le convenzioni, paga un servizio che altri armatori
svolgono senza ingenti sovvenzioni; sovvenzioni, che invece per il gruppo
Onorato si aggiungono ai vantaggi fiscali del registro internazionale;
- perché non onora il debito, pagando quanto dovuto alla gestione
commissariale per aver rilevato l’ex flotta pubblica Tirrenia;
- se da solo non percepisce sovvenzioni pubbliche e vantaggi fiscali più di
ogni altro armatore, per circa 100 milioni di euro l’anno.
Per quanto sopra, si invita il mondo del mare a non dare ascolto a coloro che
perseguono solo il loro tornaconto personale senza considerare le concrete
conseguenze per l’occupazione marittima italiana.
Venti anni di accorta politica marittima nazionale, condivisa tra Organizzazioni
Sindacali, Amministrazione e Armamento, in linea con le indicazioni dell’Unione
europea, non possono essere messi a rischio da affermazioni pretestuose basate
su mere frasi ad effetto e prive di qualsiasi seria analisi.
Infine, invitiamo Onorato a non qualificarsi “uomo di mare”, lui che per mare va
per hobby e sport diversamente da chi ci va per lavoro e per il pane.
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