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Attualità sabato 16 maggio 2020 ore 13:47

Rianimazione e potenziamento della cardiologia

ospedale di Portoferraio
Ospedale di Portoferraio

Il dottor Mario Mellini, cardiologo in pensione, interviene sulla necessità di potenziare l'ospedale elbano per i residenti ma anche per il turismo



RIO — Sulla necessità di aumentare i servizi dell'ospedale elbano interviene nuovamente il dottor Mario Mellini, primario di cardiologia in pensione.

"Lo Spi Cgil Elba ha segnalato di recente la grave carenza del nostro ospedale isolano per la mancanza della rianimazione, - dichiara Mellini - non avendo il Pronto soccorso del nosocomio di san Rocco a Portoferraio, letti per cure intensive in caso di assistenze urgenti per malati gravi, contagiati da Covid-19, che presentassero insufficienza respiratoria. E quindi se accade tale tipo di situazione non resta che l'elisoccorso o la nave, con incognite nel caso le condizioni meteo impedissero tali trasferimenti a ospedali del continente, opportunamente attrezzati".

"Oltre ai problemi connessi a questa patologia pandemica, - prosegue Mellini - presente in questo periodo, ancora una volta voglio sottolineare l’importanza di poter avere nel nostro ospedale, anche un reparto di cure intensive per le urgenze riguardanti malattie gravi del cuore, considerando che l’infarto miocardico non è una malattia rara, ma la prima causa di morte in Italia, per cui necessita di una terapia con intervento immediato da parte di personale medico specializzato per le cure del caso".

"L’organico del nostro ospedale per quanto riguarda questo settore è di soli due soli cardiologi, - spiega Mellini - pertanto è insufficiente e non può rispondere alle urgenze cardiologiche per la nostra isola, che nel periodo invernale sono presenti circa 30 mila persone residenti e nel periodo estivo, con gli ospiti, i cosiddetti vacanzieri, si raggiungono 3 milioni di presenze.
I due cardiologi dell’organico attuale del nostro ospedale, pur essendo ben preparati per quanto riguarda la diagnostica e la terapia delle malattie di cuore, non sono in grado di coprire per 24 ore le urgenze per la patologia cardiaca".

"Concludendo -aggiunge Mellini - è necessario predisporre nel nostro ospedale un reparto di cure intensive cardiologiche con almeno 3 posti letto e con un organico di 5 cardiologi per coprire un’assistenza continua e adeguata per 24 ore e garantire anche l'applicazione di pace maker, cosa che attualmente non è possibile".

A questo proposito, sull'organizzazione dell'ospedale elbano durante l'emergenza Covid, segnaliamo come effettivamente è la situazione che prevede comunque due postazioni intensive come riportato nell'intervista al direttore dell'ospedale elbano, dottor Bruno Maria Graziano (leggi qui l'articolo).


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