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Cronaca venerdì 03 marzo 2017 ore 12:20

Sette arresti, sgominata la piazza di spaccio

L'operazione Vesuvio Elbano ha debellato la banda criminale che riforniva la droga nell'Elba orientale, sette le persone arrestate



PORTOFERRAIO — Un sodalizio criminale nato nel carcere di Porto Azzurro e che ha dato vita ad una efficiente e radicata piazza di spaccio che riforniva di stupefacenti l'intero versante orientale dell'isola d'Elba.

Un'organizzazione capace di un movimento di denaro accertato di 70mila euro in poco più di quattro mesi e che con cadenza settimanale riforniva il mercato isolano di cocaina, hashish e marijuana. 

Sono queste le caratteristiche della banda, che aveva la propria base logistica a Porto Azzurro, sgominata dall'eclatante retata portata a termine nella giornata di ieri dalla compagnia dei carabinieri elbani, decapitandola di fatto nei vertici e nella manovalanza di base con l'azione coordinata di un'imponente spiegamento di forze da parte dei militari.

Con la supervisione dei pm Massimo Mannucci e Daniele Rosa e coordinandosi con la compagnia genovese dei carabinieri di Sanpierdarena e con i colleghi napoletani delle compagnie di Poggioreale e Castello di Cisterna, gli uomini dell'Arma dalle prime luci dell'alba hanno effettuato 18 perquisizioni e 7 arresti rinvenendo, grazie all'ausilio di tre unità cinofile da Pisa e Firenze, quasi 8 kg di droga di diversa tipologia per un valore che si aggira intorno ai 40mila euro oltre a denaro contante per altri 3mila euro.

Il Gip di Livorno, Antonio Del Forno, ha quindi spiccato tre misure cautelari coercitive nei confronti dei fratelli Mauro e Marco Nacca (31 e 34 anni), entrambi di origine napoletana e residenti a Porto Azzurro, il primo già in carcere al momento della notifica mentre il secondo arrestato ieri a Napoli e nei confronti di Emilio Raso (69 anni), arrestato a Genova e originario di Cittanova in provincia di Reggio Calabria.

Quest'ultimo merita particolare attenzione: sarebbe infatti una delle figure di spicco della potente 'ndrina Raso-Gullace-Albanese di Cittanova, una cosca già molto attiva nel traffico di stupefacenti e finita da tempo sotto la lente d'ingrandimento della D.I.A. di Genova.

Su di loro pende ora l'accusa di traffico di sostanze stupefacenti e di possesso ai fini di spaccio.

Le perquisizioni sul fronte elbano hanno invece portato ad altri quattro arresti in flagranza di reato a carico dei fratelli Yuri e Christian Colapinto (20 e 23 anni), nati a Portoferraio e residenti a Porto Azzurro, Alessandro Schirinzi (41 anni), nato a Campi Salentino e anche lui residente a Porto Azzurro e gestore del night club Paris e di Andrea Pastorelli (40 anni) nato a Portoferraio e residente a Marciana.

I Colapinto e Pastorelli risultano incensurati e per tutti loro l'accusa è di possesso di stupefacenti ai fini di spaccio.

La retata di ieri, coordinata per colpire tutti i soggetti interessati quasi contemporaneamente, è il culmine di un'attività investigativa iniziata nel giugno dello scorso anno ma che ha trovato i primi riscontri pesanti con l'arresto, avvenuto il 12 dicembre scorso con l'arresto di Simone Orrù e il sequestro di 5 kg di hashish già suddivisa in panetti da 100 grammi ciascuno.

Era quello uno dei corrieri di un'organizzazione ben più vasta e ramificata che aveva preso sede nel comune longonese. Gli investigatori hanno quindi messo in piedi un'accurata macchina investigativa avvalendosi di rilievi tecnici su telefoni e dispositivi elettronici, sommando ore di pedinamenti e registrando foto e video per disegnare la mappa dell'organizzazione.

L'attività investigativa si è poi concentrata sui movimenti di denaro: una serie di transazioni occultate con perizia (indice di organizzazione e know how criminale non indifferente secondo gli inquirenti) effettuate attraverso una serie di carte prepagate. E' stato seguendo questo filone che i carabinieri elbani sono riusciti a smantellare l'intera banda.

"Si tratta di un'organizzazione collaudata - ha spiegato il comandante Antimo Ventrone - si muovevano su canali sicuri ed erano molto attenti ad occultare i propri movimenti. Il tenore dello stile di vita dei soggetti finiti sotto indagine non era coerente con le attività lavorative dichiarate.

Voglio ringraziare pubblicamente il grande sforzo fatto dai militari elbani di tutte le stazioni per l'eccellente lavoro di indagine svolto in questi mesi così come il grande appoggio ricevuto dall'autorità giudiziaria livornese che ci ha permesso di sgominare una pericolosa piazza di spaccio".

Luca Lunedì
© Riproduzione riservata


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