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Politica lunedì 15 luglio 2019 ore 18:00

"Responsabilità in Comune" replica sul porto

Porto di Portoferraio

A non convincere l'associazione sono in particolare le "modifiche così impattanti, irreversibili e dannose" del progetto dall'Autorità portuale



PORTOFERRAIO — L'associazione Responsabilità in Comune replica alla nota di precisazioni dell'Autorità portuale sul progetto di ampliamento delle banchine del porto di Portoferraio (leggi qui l'articolo).

Qui di seguito pubblichiamo l'intervento completo.

"Con riferimento alle precisazioni dell’AdSpMT (Autorità di sistema portuale del Mar Tirreno settentrionale, ndr) pubblicate in data odierna (leggi qui l'articolo) l’Associazione Responsabilità in Comune fa notare che il proprio intervento sull’adeguamento di cui trattasi era particolarmente critico proprio sulla finalità che, parole dell’Autorità, 'nasce dall’esigenza di potenziare la capacità operativa dei piazzali per migliorare le operazioni di imbarco/sbarco dai traghetti, eliminando possibili interferenze col traffico cittadino'.

Come si possano eliminare tali interferenze con l’aumento della capienza dei piazzali, allargando la banchina dell’alto fondale all’attacco della darsena medicea, cioè all’unica porta di accesso al centro della città non è dato capirlo.

Che i lavori previsti siano in continuità con quelli finora effettuati ci pare francamente un’aggravante, non certo un’esimente dalle responsabilità già accumulate dalle discutibili e discusse opere portate già a termine e ultimate negli ultimi anni con la inutile, anzi dannosa realizzazione della rotonda (che è tutto salvo che rotonda) alla radice del Molo Massimo e del marciapiede che va dal Residence ai moli 1 e 2 che si sono rivelati, come era facile intuire, di rara pericolosità essendo andati a restringere la viabilità nel punto più stretto del porto commerciale.

Ancora: 'si può affermare che non si generano modifiche sostanziali al contesto paesaggistico in cui si inseriscono e determinano benefici sia in termini di sicurezza delle operazioni, ma anche di emissioni in atmosfera ed acustiche come rappresentato nella Relazione Ambientale di accompagnamento all’Atf stesso'. 

Ulteriori 3000 metri quadri mangiati al mare e popolati di macchine con motori accesi per la maggior parte del tempo non causerebbero emissioni in più? L’allontanamento del mare dai bastioni medicei sui quali fino a poco più di un secolo fa batteva l’onda non avrebbe impatto paesaggistico?

Infine, ma solo per non dilungarsi troppo, se il problema è costituito dalla maggior capienza dei traghetti non si capisce perché si deve danneggiare (ulteriormente) lo scalo con piazzali elefantiaci anziché imporre o comunque invitare le compagnie di navigazione ad utilizzare traghetti più piccoli (e quindi più nuovi e meno inquinanti come peraltro è espressamente richiesto dall’articolo 295 del 152/2006) con una migliore organizzazione e temporizzazione delle partenze, magari infittendone gli orari e rinunciando alla disgraziata formula 'Parti prima' che, nell’impossibilità di essere utilizzata nei momenti di maggior affluenza, finisce per causare un ingolfamento dei piazzali e delle vie che affluiscono al porto.

Si dovrebbe tener conto, fra l’altro, che le necessità che l’ AdSpMT individua come critiche si presentano solo per un brevissimo periodo dell’anno più o meno della durata di tre mesi. Appare chiaro che modifiche così impattanti, irreversibili e dannose insisterebbero invece permanentemente sul paesaggio e sull’ambiente portuale, lo ripetiamo, alle porte del centro storico.

Proprio basandosi su questa considerazione chiediamo pubblicamente e con forza un confronto con l’Amministrazione comunale della quale non è dato, ad oggi, conoscere l’orientamento in merito ad un ulteriore stravolgimento della zona portuale che da più parti, e sicuramente da parte nostra, è vista come l’ennesima dimostrazione di mancanza di interlocuzione con i cittadini".


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