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Attualità giovedì 11 febbraio 2016 ore 17:20

"Guerrieri si deve dimettere"

Duro attacco dell'associazione albergatori contro il commissario dell'autorità portuale Luciano Guerrieri: "L'emergenza non è stata gestita"



PORTOFERRAIO — "La rabbia e l’indignazione dei trecento e passa elbani abbandonati sul molo di Piombino nella serata di domenica, è il minimo sindacale in risposta alla totale inazione e inettitudine dell’Autorità Portuale di fronte ad un problema che andava affrontato e gestito diversamente". 

Comincia così l'attacco di Alessandro Gentini, vicepresidente dell'associazione albergatori elbani contro l'Autorità Portuale e sulla gestione dell'emergenza durante il doppio blocco dei traghetti che ha causato molti disagi sia a chi è rimasto a terra, sia ai servizi sull'isola.

"Anzi, mi correggo, andava affrontato e gestito e questo non è stato fatto - continua Gentini - nessuno degli iperpagati dirigenti della suddetta Autorità (mi viene la tentazione di scriverlo con la minuscola) si è fatto vedere sul molo, non è stato attivato alcun piano di assistenza e non è stata tantomeno avvertita la Protezione Civile piombinese la quale, come è nello spirito di questa meritevole istituzione che il mondo ci invidia, avrebbe quantomeno fornito ai naufraghi di terra un minimo di conforto: che so, coperte, bevande calde, cibo ed eventuale assistenza medica a chi ne dovesse aver avuto bisogno. 

Non dimentichiamo infatti che tra gli elbani che hanno, loro malgrado, vissuto questa avventurosa sventura c’erano bambini e anziani. Ma la trascuratezza dei saccentissimi dirigenti portuali non si è fermata qui, questi personaggi che in nome della sicurezza negano un secondo slot ad una compagnia navale, non si sono peritati di offrire la minima sicurezza a oltre trecento persone che hanno potuto ricoverarsi, solo grazie alla sensibilità del personale di Moby, all’interno dei traghetti in condizioni di comfort assolutamente inadeguate".

"Una cosa del genere  - conclude Gentini - non può e non deve accadere mai più, provate ad immaginare se accadesse a giugno con tre quattromila persone che attendono di imbarcarsi, al di la del discorso umano e di sicurezza sarebbe per noi un danno d’immagine incalcolabile. 

Ora capisco che quando uno gode di un ricco stipendio dell’altrui immagine poco gli importa, ma se questo qualcuno ha un briciolo di coscienza allora la usasse per dimettersi".


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