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Attualità martedì 17 novembre 2015 ore 11:53

Ferrari non si ferma, attacco al Pd

Il sindaco di Portoferraio rivendica la paternità della riforma sanitaria e attacca il Pd locale: "Ci hanno fatto perdere un anno di tempo"



PORTOFERRAIO — Continua l'offensiva del sindaco di Portoferraio Mario Ferrari sul tema della sanità: dopo aver attaccato pesantemente la collega Anna Bulgaresi accusandola di aver tenuto atteggiamenti populisti, il primo cittadino si scaglia ora contro il Pd locale colpevole, a suo dire, di aver prima ostacolato il progetto portoferraiese di rete con Cecina e Piombino per poi abbracciarlo in seguito.

"Da più di un anno ormai, in qualità di sindaco di Portoferraio e quindi responsabile della salute dei miei concittadini e in parte anche del sistema sanitario Elba, con i miei collaboratori abbiamo elaborato un progetto sanitario innovativo per il nostro territorio che, tenendo conto dell’attuale sistema legislativo, delle risorse economiche ed anche degli indirizzi politici regionali, è stato imperniato sull’utilizzo delle risorse aziendali, o per meglio dire sull’utilizzo della rete. 

Per meglio comprendere il concetto allego qui parte del documento presentato nell’ormai lontano, famoso e contestato, consiglio comunale di Montecristo del 19 ottobre 2014, noto come “documento Montecristo”, nel quale si riportavano i seguenti concetti:

Mantenimento dell'attuale assetto ospedaliero e portare a termine degli accordi del 2012, ristrutturazione del sistema emergenza-urgenza con particolare riferimento all'area chirurgico ortopedica, potenziamento delle attività territoriali, utilizzo delle risorse aziendali limitatamente ai servizi specialistici, quelli cioè previsti per gli ospedali di primo livello (oculistica, otorino, urologia). 

Abbandonammo cioè il principio “siamo un’isola ed abbiamo diritto a…” per sostituirlo con il più realizzabile e collaborativo “siamo un isola ed abbiamo bisogno di…” e su questa base ho sempre visto irrealizzabile un progetto che chiedeva U.O. complesse e personale unicamente dedicato al nostro territorio, isolando l’Elba da un contesto sanitario più ampio. 

Questo concetto di “rete aziendale” per affrontare e risolvere alcuni aspetti sanitari non ha certo incontrato il favore del P.D. locale ed i vari documenti, da me conservati e riproponibili, stanno a dimostrarlo. Abbiamo affrontato, denunciandoli ai vertici regionali, temi importanti: dal blocco dell’elisoccorso per inagibilità della piastra di atterraggio, alla richiesta di potenziamento del personale nel periodo estivo, abbiamo detto no alla trasformazione del nostro in ospedale di prossimità. Abbiamo fatto tesoro delle segnalazioni dei cittadini e riportato le diverse istanze ai vertici aziendali. Per difendere il nostro ospedale abbiamo fatto ricorso al Tar. 

Tutto questo mentre altri rappresentati del P.D. tacevano e rimanevano inattivi. Solo recentemente una parte del P.D elbano, quello di Rio Elba per voce del suo rappresentante Pino Coluccia ha affermato che "L'ospedale autosufficiente è pura demagogia" tornando a sostenere la necessità di entrare in rete con Piombino e Cecina, ma è stata una voce isolata e prontamente zittita dal segretario Zini. 

Solo dopo la visita della dell’assessore Saccardi quando ha affermato che “..sul progetto di rete con Piombino e Cecina si deve parlare della sostanza e non della definizione teorica… Penso che lavorare insieme possa essere un bene per tutti, l'isolamento non ha mai fatto bene a nessuno soprattutto in questo momento storico in cui le risorse sono quelle che sono”, improvvisamente tutti sono divenuti disponibili ad abbracciare la rete, ne rivendicano oscenamente la paternità, ma in realtà dimostrano che non hanno mai letto, o peggio non hanno saputo leggere, il nostro primitivo documento facendoci perdere un anno di tempo prezioso per intraprendere una fondamentale via alternativa". 


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