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Cronaca venerdì 25 ottobre 2024 ore 18:55

Perseguita e offende la rivale sui social

Una donna è stata denunciata per stalking sui social ai danni della moglie di un uomo di cui si sarebbe invaghita



PORTO AZZURRO — I carabinieri del Comando Provinciale di Livorno sono molto attenti a monitoraggio episodi e dinamiche costituenti reati in materia di atti persecutori ricompresi nell'ambito della violenza di genere, e che si traducono nelle più diverse e disparate tipologie e casistiche di condotte, talvolta e sempre più spesso commesse in rete attraverso i cosiddetti reati informatici.

Come spiegano i carabinieri in una mota a questo proposito i carabinieri del Comando Stazione di Porto Azzurro hanno indentificato e denunciato a piede libero all’autorità giudiziaria di Livorno una donna ritenuta responsabile di atti persecutori verso un’altra donna utilizzando in rete falsi profili social. 

La vicenda, che è stata meticolosamente ricostruita dalle indagini dei carabinieri, sarebbe nata da una contesa sentimentale e dal conseguente rancore maturato verso la vittima, da cui avrebbe poi avuto origine un comportamento dell’autrice delle condotte che avrebbe preso la chiara forma del reato di atti persecutori commessi con l’utilizzo dei social media.

Infatti, in particolare, l’autrice delle condotte di stalking avrebbe utilizzato dei falsi profili di un noto social, prima allacciando contatti nel circuito relazionale della propria vittima anche per conquistarne la fiducia in ambiente digitale, e ottenuta l' “amicizia del profilo”, avrebbe messo in atto una serie di azioni persecutorie, così molestando la sua vittima mediante insistenti e ripetute pubblicazioni di post offensivi e diffamatori. 

Quindi la vittima, ritenuta la situazione non più sostenibile si è rivolta ai carabinieri del Comando Stazione di Porto Azzurro, i quali hanno avviato un’attività strutturata di indagine in ambiente telematico durata diversi mesi, riuscendo a risalire in modo certo all’identità della persona che si nascondeva dietro ai falsi profili creati appositamente per inscenare le condotte persecutorie. 

L’indagata dovrà quindi rispondere davanti al tribunale di Livorno del reato di atti persecutori (stalking), reato consumato e continuato per un esteso lasso temporale, aggravato dall’uso di strumenti informatici per cui è prevista una pena che da un minimo di un anno può, con le aggravanti, raggiungere i 6 anni di reclusione.


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