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Cronaca martedì 03 dicembre 2024 ore 07:25

Aggressioni e tentato suicidio in carcere

Ingresso del carcere di Porto Azzurro

La Uil Pa Polizia penitenziaria lancia l'allarme sulla situazione del carcere elbano, sulla carenza di organico e sul tipo di detenuti idonei



PORTO AZZURRO — "Poche ore fa abbiamo avuto notizia – dichiara la Segreteria Provinciale della Uil Pa Polizia Penitenziaria di Livorno - che in più reparti del carcere insulare si sono verificati numerosi atti di violenza nei confronti della Polizia penitenziaria".

Secondo quanto riferisce il sindacato tutto sarebbe iniziato da un detenuto di origini maghrebine a cui era stata sequestrata un’ingente quantità di sostanza alcolica, che aveva prodotto artigianalmente.

"Evidentemente, l’intervento della Polizia penitenziaria ha rovinato la “festa” e di tutta risposta il detentore dell’alcol ha dapprima danneggiato le suppellettili per scagliarle fuori dalla stanza di pernottamento con l’intento di ferire qualcuno, poi ha smontato il letto e le parti in ferro ricavate le ha usate per frantumare i lastroni della finestra, successivamente ha divelto un termosifone allagando l’intero reparto. Ma non è finita qui!", spiega il sindacato.

Il detenuto avrebbe poi appiccato un fuoco nella propria stanza e nel momento in cui il personale lo stava portando in salvo, avrebbe approfittato dell’occasione per colpire in pieno viso e mordergli un braccio un agente, ferendolo in maniera preoccupante.

Il sindacato spiega che i due colleghi intervenuti in soccorso del primo ferito, hanno tentato di bloccare l’assalitore, ma il detenuto, furioso inverosimilmente, li avrebbe aggrediti con calci e pugni. 

Ma, come spiega il sindacato, dopo le prime cure mediche ricevute dal personale malcapitato, "a causa dell’accaduto nella sezione attigua un gruppo di detenuti di origini italiane ha inscenato una sorta di protesta con danneggiamenti delle stanze che occupavano. A distanza di una mezz’ora un altro ristretto di origini nord africane si è procurato delle ferite da taglio, tentato di suicidarsi per impiccamento e dato alle fiamme il materasso del letto. I fumi di combustione hanno invaso velocemente l’intera sezione, interessando anche i locali adibiti ad infermeria".

Quindi Il personale sanitario del carcere insieme agli operatori penitenziari hanno dovuto evacuare rapidamente gli ambulatori per non rimanere vittima di intossicazione.

"Neanche un mese fa - commenta il sindacato - abbiamo dovuto denunciare le condizioni di lavoro di tutti gli operatori penitenziari della casa di reclusione di Porto Azzurro, sottolineando che la struttura penitenziaria Elbana non è idonea a ospitare persone detenute aventi pene residue o condanne inferiori a cinque anni o quelle affette da disturbi psichiatrici certificati, e che vanno scelte tra quelle che aderiscono alle offerte lavorative su cui lo Stato investe somme importanti di denaro pubblico". 

"Portare alla rovina la casa di reclusione insulare, che una volta era il fiore all’occhiello dell’Amministrazione penitenziaria in termini di recupero e reinserimento nella società delle persone private della libertà, è un fallimento sociale! Ai colleghi che hanno dovuto ricorrere alle cure mediche e quelli che si sono trattenuti in servizio oltre l’orario previsto va tutta la vicinanza della UIL PA Polizia penitenziari", conclude il sindacato.

"La situazione penitenziaria è sempre più critica” – commenta il Segretario Generale del Sappe, Donato Capece, che ribadisce: “Quanto avvenuto testimonia che il sistema della sicurezza nelle carceri italiane non è adeguato alle esigenze attuali per cui è necessario intervenire. Chiediamo all’Amministrazione penitenziaria di adottare ogni utile iniziativa affinché i detenuti vengano puniti in maniera esemplare, con l’applicazione dell’articolo 14 bis dell’ordinamento penitenziario che prevede particolari restrizioni, per coloro che mettono in crisi l’ordine e la sicurezza degli istituti penitenziari". 

"Continuiamo altresì a chiedere”, prosegue il leader del Sappe, “che vengano previste adeguate strutture sul territorio nazionale, ove i detenuti violenti possano scontare la pena in regime chiuso, fino a quando non comprendono che devono rispettare le regole e soprattutto la polizia penitenziaria e tutti gli altri operatori".

E fa appello ai Sottosegretari alla Giustizia Andrea Delmastro ed Andrea Ostellari per un incontro urgente “al fine di ristabilire subito regole efficaci per garantire ordine e sicurezza, attuando davvero quella tolleranza zero verso quei detenuti violenti che, anche in carcere, sono convinti di poter continuare a delinquere nella impunità assoluta!”.


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