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Cronaca mercoledì 24 luglio 2024 ore 19:30

Detenuto si ferisce e minaccia agenti e medico

Ingresso del carcere di Porto Azzurro

Un detenuto dopo essere stato più volte in Pronto soccorso per atti autolesionisti ha poi creato il panico nell'infermieria del carcere



PORTO AZZURRO — Nel carcere di Porto Azzurro lunedì scorso, nella tarda serata, un giovane detenuto italiano si è reso protagonista di gravi atti autolesionisti, procurandosi ferite sul corpo con una lametta e ingerendo le batterie di un telecomando tv.

Immediatamente soccorso, era prima stato inviato portato all'ospedale di Portoferraio e successivamente, viste le preoccupanti condizioni, elitrasportato presso l’ospedale di Livorno.

Il giorno dopo, ieri martedì 23 mattina, appena rientrato in carcere, ha nuovamente compiuto gli stessi gesti compiuti il giorno precedente giustificandoli per il non ascolto da parte del comando e dall’autorità dirigente. 

Nuovamente soccorso è stato trasportato al Pronto soccorso dell'ospedale di Portoferraio per le dovute cure del caso, ma al rientro in tarda serata è stato accompagnato presso l’infermeria dell’istituto per valutarne l’osservazione clinica.

Il medico di turno, giustamente e correttamente, propendeva di tenerlo li per una osservazione costante ma all’atto in cui gli è stato comunicato il detenuto, con uno scatto fulmineo, si è impossessato di una forbice e ha minacciato i quattro poliziotti e il medico presenti trattenendoli nella Sezione, iniziando a rompere delle suppellettili e barricando l’entrata della sezione infermeria. 

Dopo l’ennesima inutile mediazione, l’intervento della Polizia Penitenziaria è riuscito a mettere in sicurezza il tutto.

Fortunatamente, sia gli agenti trattenuti che il medico non hanno riportato lesioni, ma per il forte shock sono comunque dovuti ricorrere alle cure del pronto soccorso per valutare la condizione; infatti, tutti sono stati refertati con 20 giorni di prognosi per lo per il forte stato d’ansia.

A dare la notizia è Francesco Oliviero, segretario per la Toscana del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria:

Oliviero denuncia che il carcere intitolato alla memoria di Pasquale De Santis (appuntato del disciolto Corpo degli Agenti di Custodia ucciso a Porto Azzurro da un ergastolano nel tentativo di impossessarsi delle chiavi per tentare un’evasione di massa) “versa in una condizione critica, Il personale di Polizia, oramai allo stremo, è continuamente sotto pressione e provato dai molteplici eventi critici, costretto spesso a rientrare in servizio proprio per dare manforte alle varie situazioni venutisi a creare. Da tempo il SAPPE sollecita gli uffici ministeriali uffici mettere fine a questo stillicidio di eventi critici e quindi all’invio scriteriato di questi soggetti, ma ad oggi non vi è stata alcuna risposta”. 

“Non ci resta come ultima speranza sollecitare un interessamento da parte del Prefetto, al quale chiediamo anche un incontro urgente visto le molteplici problematiche, e considerato che sentiamo lo stato di abbandono da parte degli organi penitenziari -conclude ci pare opportuno chiedere anche l’avvicendamento degli attuali vertici della struttura in quanto sino ad oggi, a nostro parere, sono risultati poco efficaci sia al rilancio e alla riqualificazione della stessa”.

Donato Capece, segretario generale del SAPPE, denuncia che “la situazione al carcere di Porto Azzurro è allarmante anche perché anche nelle scorse settimane altri agenti in Toscana hanno subito aggressioni da parte della popolazione detenuta. Il personale è sempre meno, anche a seguito di questi eventi oramai all’ordine del giorno. Stiamo vivendo un’estate di fuoco nelle carceri e servono immediatamente provvedimenti concreti e risolutivi: espulsioni detenuti stranieri, invio tossicodipendenti in Comunità di recupero e psichiatrici nelle Rems o strutture analoghe. Il personale di Polizia Penitenziaria è allo stremo e, pur lavorando più di 10/12 ore al giorno, non riesce più a garantire i livelli minimi di sicurezza. Fino a quando potrà reggere questa situazione?”.


“Non è più rinviabile”, conclude il leader del SAPPE, che per questo si appella alle Autorità istituzionali e politiche, “dotare al più presto anche la Polizia Penitenziaria del taser e di ogni altro strumento utile a difendersi dalla violenza di delinquenti che non hanno alcun rispetto delle regole e delle persone che rappresentano lo Stato".


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