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Cronaca giovedì 18 novembre 2021 ore 16:00

Sequestro beni per 20 milioni a Onorato Armatori

Il sequestro è stato disposto dal Tribunale di Milano ma il Gruppo Onorato Armatori fa appello al Mise affinché dia l'ok al piano di ristrutturazione



MILANO — Il Tribunale di Milano ha disposto il sequestro di beni della capogruppo Onorato Armatori per  20 milioni di euro, accogliendo la richiesta dei commissari di Tirrenia in amministrazione straordinaria.

Come pubblicato in una nota dei legali di Tirrenia riportata dall'Ansa, in sede civile sarebbe quindi stata riconosciuta "la responsabilità della holding" degli Onorato, "per aver drenato risorse di Cin per oltre 210 milioni così da impedire a quest'ultima di ripagare all'amministrazione straordinaria il prezzo di 180 milioni per la cessione della flotta".

Intanto il Gruppo Onorato Armatori in una nota ha fatto sapere che "L’azione intentata da Tirrenia in amministrazione straordinaria nei confronti di Onorato Armatori, interamente fondata su una relazione resa dalla dott.ssa Stefania Chiaruttini, in posizione di evidentissimo conflitto d’interessi, per essere contestualmente consulente sia di Tirrenia in A.S. che dell’attestatore del piano di ristrutturazione del Gruppo e già ampiamente confutata da numerosi pareri pro-veritate formulati da primari professionisti indipendenti, si inserisce in un contesto in cui il Gruppo Onorato, che sta ricevendo il sostegno delle Banche e della maggioranza dei Bondholders, ha più volte presentato a Tirrenia in A.S. una proposta di ristrutturazione con dei ritorni che rappresentano ununicum in un simile scenario".

"Il provvedimento di sequestro - hanno aggiunto dal Gruppo Onorato - sarà oggetto di reclamo innanzi al Tribunale di Milano, nel cui operato il Gruppo Onorato ripone piena fiducia. Nel frattempo il Gruppo Onorato ed i consulenti dello stesso continueranno le già riavviate trattative con Tirrenia in A.S. nella speranza che il Ministero dello Sviluppo Economico"  "dia finalmente una risposta ai numerosi solleciti ricevuti dalla Compagnia e dalle parti sociali, con 6.000 famiglie in attesa di riscontro positivo da parte del Mise, ultimo tassello mancante alla definizione del piano di ristrutturazione del Gruppo Onorato i cui risultati commerciali ed industriali hanno superano ampiamente la crisi del Covid e le previsioni".

Infine, secondo quanto riportato dall'agenzia Agi, i giudici del Tribunale fallimentare di Milano avrebbero indicato la possibilità di un esito positivo della procedura del concordato preventivo per Tirrenia per evitare il fallimento.

In particolare, secondo quanto riportato da Agi, "la proposta concordataria in continuità si presenta come la soluzione che dà al ceto creditorio la più estesa tutela, soprattutto a raffronto con l'alternativa della procedura di amministrazione straordinaria".


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