Attualità venerdì 18 ottobre 2024 ore 11:18
Embia Ilvana, il nuovo insetto dell'Elba
È stato scoperto all'isola d'Elba e i cittadini ne hanno scelto il nome. L'insetto compare in una pubblicazione internazionale di Fontana e Forbicioni
ISOLA D'ELBA — Il Parco Nazionale Arcipelago Toscano attraverso una nota si complimenta con Paolo Fontana e Leonardo Forbicioni per i risultati degli studi entomologici nell’Arcipelago Toscano.
E’ giunta la notizia, infatti, della pubblicazione, lo scorso 15 Settembre, sulla prestigiosa rivista specialistica Zootaxa dello studio dei due entomologi della World Biodiversity Association onlus, dal titolo “Unexpected complexity of the Embioptera fauna of the Tuscan Archipelago, with the disambiguation of two species of Haploembia Verhoeff, 1904 and description of a new species of Embia Latreille, 1825.”
L'articolo indaga la complessità inaspettata della fauna di Embioptera nell'Arcipelago Toscano, una zona finora poco studiata per questi insetti.
Gli Embiotteri sono un piccolissimo ordine di insetti generalmente poco studiati, forse perché poco appariscenti e quasi anonimi: in realtà si tratta di creature dalla biologia in parte ancora sconosciuta che li rende particolarmente affascinanti. Vivono nello strato superficiale del terreno, sempre protetti da sassi, tronchi o manifatture umane.
Le loro zampe anteriori sono modificate e vengono utilizzate per secernere una tela robusta che utilizzano per costruire tunnel di seta che servono a mantenere temperatura e umidità, dentro i quali gli individui si muovono avanti ed indietro in delle vere e proprie piccole città semi-sotterranee.
Nonostante la loro diffusione nelle aree tropicali e calde, poco si sapeva sulla loro presenza nel Mediterraneo.
Lo studio ha identificato quattro specie nell'arcipelago: Haploembia solieri, Haploembia tarsalis, Embia ramburi e una nuova specie, Embia ilvana, descritta per la prima volta.
La scoperta di Embia ilvana sull'Isola d'Elba rappresenta un importante contributo alla conoscenza di questi insetti in Italia. Il nome scelto per questa nuova specie deriva da "Ilva", il nome latino dell'isola.
Questo nome è stato deciso dai cittadini che hanno espresso la loro preferenza tramite un sondaggio pubblico on-line conclusosi lo scorso 6 gennaio 2024.
L'Arcipelago Toscano, con le sue sette isole principali e numerosi isolotti, ospita un ecosistema ricco e variegato, caratterizzato da una flora vascolare con circa 1400 taxa, di cui 16 endemici e la scoperta di Embia ilvana sottolinea l'importanza della conservazione e della ricerca scientifica in questa area protetta che il Parco è impegnato a sostenere e promuovere. La varietà geomorfologica e la storia naturale delle isole offrono un contesto ideale per studi futuri sulla biologia e biogeografia di questi insetti, come la distribuzione di specie con e senza ali e le loro preferenze ecologiche.
La presenza di quattro specie in un'area geografica così limitata suggerisce che altre specie di Embioptera possano essere presenti nelle isole non ancora studiate, ampliando così le prospettive di ricerca sulla fauna mediterranea.
Con questo studio, il numero di specie di Embioptera conosciute in Italia sale a 10, delle 16 note in tutta Europa. Recentemente (2022), l’Unione Europea, ha stilato una “Lista Rossa” degli specialisti dei numerosissimi gruppi di insetti (European Red List of Insects Taxonomists) e la maglia nera è andata proprio ai tassonomi degli Embiotteri che sono diventati una vera e propria “specie in via di estinzione”!
Questo risultato non solo arricchisce la conoscenza scientifica, ma evidenzia anche la necessità di proteggere questi habitat unici e fragili.
A questo proposito, Fontana e Forbicioni stanno pensando di organizzare sull’isola un corso intensivo per selezionare giovani studenti che vogliono iniziare a conoscere questo ambito dell’entomologia, che sarebbe probabilmente un unicum a livello europeo. La ricerca sugli Embioptera nell'Arcipelago Toscano rappresenta un passo significativo per comprendere meglio la biodiversità e le dinamiche evolutive di questi insetti, contribuendo alla conservazione di un patrimonio naturale di grande valore.
La pubblicazione scientifica di Forbicioni e Fontana sulla nuova specie è disponibile in pdf in fondo all'articolo.
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