Attualità giovedì 06 luglio 2017 ore 22:52
Premio “Lorenzo Claris Appiani” inaugura Elbabook
Ecco i cinque titoli selezionati dalla giuria tecnica, presieduta dall’Università per Stranieri di Siena. La rassegna dal 18 al 21 luglio
RIO NELL'ELBA — La traduzione, attività antichissima, permette di gettare ponti tra lingue e culture, crea comunicazione, scambio, arricchimento reciproco. Quella letteraria, in particolare, penetrando nel mondo specifico di un autore che non è mai isolato dal contesto di appartenenza, ha una funzione estetica e sociale al contempo. L’esistenza di un riconoscimento come il Premio “Lorenzo Claris Appiani” che mette in luce il lavoro dei traduttori, purtroppo non adeguatamente valorizzato in Italia, assume un valore unico. La cerimonia di premiazione, infatti, inaugurerà il palinsesto di ElbaBook, l’unico festival isolano dedicato all’editoria indipendente, che animerà le serate a Rio nell’Elba dal 18 al 21 luglio. Il premio, realizzato con il patrocinio e il coordinamento scientifico dell’Università per Stranieri di Siena, è giunto alla seconda edizione grazie al sostegno costante della famiglia Appiani, che dimostra di credere nei valori del territorio di provenienza, e di Locman Italy, azienda leader nella produzione di orologi, i cui preziosi esemplari saranno messi al polso dei due vincitori.
«Quest’anno il focus è stato sulla Russia – aggiunge Giulia Marcucci, docente dell’Unistrasi nonché membro della giuria tecnica – e occorre sottolineare quanto la loro narrativa contemporanea resti all’ombra dei grandi classici che hanno conquistato il pubblico di più generazioni – sostiene Giulia Marcucci, docente dell’Unistrasi nonché membro della giuria – Si percepisce una penuria di informazione e promozione delle nuove uscite, se si esce dalla ristretta cerchia degli addetti ai lavori. Allora ci auguriamo che grazie al Premio Appiani possano avere più visibilità opere nascoste, valorizzando lo sforzo di valenti traduttori e piccoli editori». Oltre alla Marcucci, la giuria ha accolto due studiosi d’eccezione. Andrea Gullotta insegna all'Università di Glasgow. Il suo principale tema di ricerca è la letteratura di gulag, alla quale ha dedicato numerosi articoli. È l’autore della monografia Intellectual Life and Literature at Solovki 1923-1930. The Paris of the Northern Concentration Camps, in uscita nel 2017 per Legenda Books, Oxford. Insieme a Claudia Criveller dirige la rivista “AvtobiografiЯ. Journal on Life Writing and the Representation of the Self in Russian Culture”. Massimo Maurizio, invece, è ricercatore presso l’Università di Torino. Si occupa di poesia contemporanea e di post-avanguardia nella letteratura russa non ufficiale del periodo staliniano. È autore di due monografie, “Bezpredmetnaja junost’” Andreja Egunova: tekst i kontekst (2008) e “Prossima fermata: Cremlino”. Percorsi reali e immaginari per la Mosca letteraria (2011). Nel 2013 ha curato e tradotto La massa critica del cuore. Antologia di poesia russa contemporanea e nel 2016 disAccordi. Antologia di poesia russa 2003-2016.
Una varietà di generi e un buon livello di traduzione, uniti a un’apprezzabile cura del testo, hanno caratterizzato i libri selezionati. Ecco la cinquina indicata dalla stessa giuria: Che disgrazia l’ingegno (Marchese) di Aleksandr Griboedov e tradotto da Marco Caratozzolo; Cremlino di zucchero (atmosphere libri) di Vladimir Sorokin e tradotto da Denise Silvestri; La violetta notturna e altre poesie (Ladolfi) di Aleksandr Blok e tradotto da Nilo Pucci; Marzabotto (Edizioni della Laguna) tradotto da Alice Maccioni; Requiem per un soldato (Meridiano Zero) di Oleg Pavlov e tradotto da Rosa Mauro.
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