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Politica mercoledì 10 febbraio 2021 ore 17:37

Miniere patrimonio Unesco, "attenzione all'iter"

Ruggero Barbetti

L'ex vicesindaco Barbetti: "Senza il Parco Nazionale e quindi il Governo impossibile che le miniere dell’Elba possano entrare fra i siti Unesco"



CAPOLIVERI — Dopo l'annuncio dei tre sindaci di Capoliveri, Porto Azzurro e Rio, in cui spiegavano che stanno lavorando per candidare a diventare patrimonio Unesco le miniere del versante orientale dell'isola d'Elba, interviene Ruggero Barbetti, già sindaco e vicesindaco di Capoliveri, oltre che commissario del Parco nazionale Arcipelago toscano.

"Ho letto con attenzione il comunicato stampa dei tre sindaci del versante orientale che si propongono di candidare le miniere dell’Elba a patrimonio mondiale dell’Unesco. - dichiara Barbetti - Lungi da me voler insegnare qualcosa a chicchessia ma mi permetto di suggerire di fare attenzione prima di buttare via risorse pubbliche. Quella di cui stiamo parlando è sicuramente un’iniziativa lodevole ma, per la mia esperienza, ho sinceri dubbi sul conseguimento dell’obiettivo a causa di numerose problematiche che incidono sul raggiungimento del risultato. Ad iniziare dal fatto che è lo Stato italiano e non i comuni che devono presentare la candidatura e che a quanto mi risulta oggi ci vogliono più di 1.000.000 di euro, per i soli studi propedeutici, prima di iniziare tutta la procedura per la candidatura contro i 750.000 euro circa che ci furono preventivati nel 2003, quando ricoprivo la carica di Commissario del Parco Nazionale dell’ArcipelagoToscano".

"Infatti in quel periodo, con i miei collaboratori, - spiega Barbetti - iniziai un percorso, insieme al Ministero dell’Ambiente e supportato dall’allora ministro Matteoli, per cercare di elaborare la candidatura dell’Arcipelago Toscano nella lista Unesco dei patrimoni mondiali dell'umanità. I sopralluoghi, effettuati insieme all'architetto Carla Maurano, inviata dal Ministero per valutare le caratteristiche culturali e naturali delle Isole di Toscana, toccarono alcuni dei siti, unici nel loro genere, di carattere naturale e culturale delle Isole di Toscana. Ma da subito ci fu rappresentato che era impossibile raggiungere l’obiettivo come Arcipelago e che l’unica possibilità era di verificare se le sole miniere del versante orientale sarebbero potute entrare in quella lista. Il Parco Nazionale in quegli anni entrò nel complesso procedimento per la nomina solo grazie alle attenzioni dimostrate dal Governo italiano per tramite del Ministro Matteoli". 

"Per le nostre Isole era una sfida e un'opportunità da non perdere: - prosegue Barbetti - eravamo pronti a mettere in mostra i valori culturali paesaggistici e naturali delle Isole di Toscana nel miglior modo possibile ma ci si dovette fermare davanti sia alle difficoltà del percorso che ad un costo eccessivo per il solo predisporre la domanda senza, nel contempo, alcuna sicurezza di riuscire ad entrare nella Lista. E lì si fermo il sogno. Il complicato iter della pratica, non è cosa semplice essere riconosciuti dall'Unesco nella Lista del Patrimonio Mondiale dell'Umanità. Spetta al Comitato del Patrimonio Mondiale, che si riunisce alla sede centrale dell'Unesco a Parigi, iscrivere i nuovi siti nella Lista. Ad oggi, la Lista del Patrimonio Mondiale conta 1121 siti, suddivisi in tre categorie: 213 appartengono ai siti naturali, 869 a quelli culturali e 39 misti. Si tratta di siti di inestimabile valore e sono gli Stati che presentano i loro candidati". 

"La procedura di nomina parte dunque dai singoli Stati i quali, in un primo momento, stilano un elenco di luoghi culturali e naturali nel loro ambito territoriale che essi considerano di inestimabile valore. - prosegue Barbetti - In un secondo momento, selezionano un sito per la nomina a Parigi alla Lista del Patrimonio Mondiale. Uno Stato può partecipare e presentare le candidature dei suoi siti se ha ratificato la Convenzione sul Patrimonio Mondiale e se si è impegnato a proteggere il suo patrimonio culturale e naturale. Le candidature dei siti degli Stati vengono poi presentate al Centro del Patrimonio Mondiale dell'Unesco che verifica la correttezza della presentazione delle domande. Il passo successivo è affidato a due organizzazioni non governative che svolgono un'azione di consultazione tecnica. Gli esperti della ICOMOS (Consiglio Internazionale sui Siti e Monumenti) e della IUCN (Unione per la Conservazione del Mondo) visitano i siti candidati, valutano il modo in cui sono protetti e gestiti; quindi, preparano un rapporto tecnico e riscontrano in quale misura i siti sono da considerarsi di inestimabile valore universale".

"Il frutto di quanto fin qui elaborato viene passato all'Ufficio del Patrimonio Mondiale, un piccolo corpo esecutivo composto di sette membri del Comitato per il Patrimonio Mondiale, che esamina le valutazioni delle due organizzazioni non governative e che può chiedere ulteriori informazioni agli Stati. A questo punto si riunisce il Comitato per il Patrimonio Mondiale per la decisione finale: accettare o meno il sito che potrà essere scritto nella Lista per il Patrimonio Mondiale". 

Il processo, dunque, non è semplice e i valori da dimostrare per far parte della lista dei “paradisi” della Terra devono essere concreti e più che validi. Ad oggi, ci sono 55 siti italiani nella Lista del Patrimonio Mondiale e alcune decine nella lista d'attesa", conclude Barbetti.


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