Attualità martedì 27 febbraio 2024 ore 12:31
Osservazioni di Legambiente al Piano strutturale
L'associazione ambientalista ha diffuso il testo con le osservazioni presentate al Comune di Capoliveri. Ecco quali sono le criticità evidenziate
CAPOLIVERI — Legambiente Arcipelago Toscano ha diffuso le osservazioni presentate al Piano strutturale del Comune di Capoliveri.
Qui di seguito pubblichiamo il testo integrale.
"II Piano strutturale adottato dal Comune di Capoliveri parte da presupposti condivisibili e dalla necessità di rispettare il Piano di Indirizzo Territoriale con valenza di Piano Paesaggistico (PIT) della Regione Toscana e i vincoli e le invarianti ambientali per poi arrivare a tutt’altre conclusioni.
Infatti, guardando ai quadri riassuntivi delle diverse Utoe in cui il Piano Strutturale divide il territorio capoliverese si evincono le seguenti previsioni:
6.020 m2 di nuove costruzioni e ampliamenti/riuso, dei quali 3.120 residenziali e 2.000 turistico-ricettiva, nell’Utoe 1 Lacona
5.100 m2 di nuove costruzioni e ampliamenti/riuso, dei quali 2.600 residenziali e 2000 turistico-ricettiva, nell’Utoe 3 Costa Occidentale di Capoliveri
4.175 m2 di nuove costruzioni e ampliamenti/riuso. dei quali 1.350 residenziali e 2.675 turistico-ricettiva, nell’Utoe 4 Pareti Innamorata.
13.550 m2 di nuove costruzioni e ampliamenti/riuso, dei quali 7.850 residenziali e 1.000 turistico-ricettiva nell’Utoe 5 Capoliveri.
4.175 m2 di nuove costruzioni e ampliamenti/riuso, dei quali 1.550 residenziali e 2.625 turistico-ricettiva nell’Utoe Collina orientale di Capoliveri
250 m2 di nuove edificazione turistica ricettiva nell’Utoe 7 Piana di Mola
In tutto si tratta di 33.270 m2 di nuove edificazioni e ampliamenti/riuso, ai quali vanno aggiunti 1350 m2 subordinati a conferenze di copianificazione (in totale 34.620 m2), per di ben 183 nuovi alloggi, una decina di m2 in più di cemento per abitante di Capoliveri (contando anche le molte residenze di comodo), senza contare i parcheggi e le infrastrutture previsti.
Il tutto in un comune dove l’alloggio medio è di 90 m2 e 45 m2 per abitante. Cifre che vanificano qualsiasi affermazione di consumo zero di territorio e che sembrano in netto contrasto con la normativa urbanistica delle Regione Toscana.
Le previsioni sono di 16.470 m2 quadri di nuove abitazioni: Recupero, riqualificazione e miglioramento funzionale e tipologico degli edifici esistenti 9.900 m2; Rigenerazione urbana/riconversione funzionale di strutture e complessi esistenti 4.050 m2: Nuovi interventi insediativi funzionali alla riqualificazione urbana, alla ricucitura del margine urbano, alla realizzazione di edilizia sociale 2.520 m2.
In un Comune, che nonostante i dati presentati nel PS è ormai in calo/stallo demografico e sconta la crisi di nascite e l’invecchiamento della popolazione comuni al nostro Paese, in un Comune nel quale l’aumento della popolazione negli anni passati – come ammette lo stesso PS - è dovuto all’immigrazione in gran parte turistica straniera (e in buona parte non soggiornante in inverno) che ha comportato altro consumo di territorio, nel Comune con il numero record di abusi/condoni edilizi per abitante e con il maggior numero di case “fantasma” della Toscana, dove è ancora aperto e operante l’ufficio condoni, con queste cifre non si può certo parlare – come inviece viene scritto a più riprese - di un Piano strutturale sostenibile e attento alle risorse del territorio.
Anche la previsione di nuove strutture e ampliamenti di strutture turistiche - 14.650 m2 – oltre che essere abbastanza “spannometrica” visto che nelle Utoe ricorrono le stesse cifre in m2 previste, non sembrano tener conto né del fatto che il turismo del Comune di Capoliveri rappresenta da solo oltre un terzo di quello dell’intera Isola d’Elba e il dato di 13.960 posti letto stimati nel PS sembra fortemente prudenziale e sottostimato e non tener conto del turismo “in nero” che – secondo la stessa Associazione Albergatori dell’Isola d’Elba, rappresenta la quota principale dell’offerta di alloggi.
Il Piano Strutturale adottato sembra invece puntare sulla prosecuzione e il mantenimento di un’economia della rendita basata sul cemento e le seconde, terze e quarte case e che mostra già segni di crisi ed obsolescenza.
La stessa Relazione generale del PS evidenzia, senza trarne le dovute conseguenze, che «Per quanto riguarda le potenzialità di recupero e riqualificazione del patrimonio edilizio esistente, le ricognizioni effettuate in sede conoscitiva evidenziano una limitata, se non scarsa, disponibilità di patrimonio edilizio non utilizzato o sottoutilizzato, anche a fronte dell’elevato numero di abitazioni non occupate da residenti. Tale fenomeno è ovviamente motivato dalla significativa domanda turistica che connota l’intero territorio elbano, da cui derivano sia la presenza di numerose seconde case che l’utilizzo preferenziale degli alloggi esistenti per attività di tipo extra-alberghiero o per affitti stagionali, con conseguente riduzione dell’offerta di alloggi per le esigenze abitative della popolazione residente».
Poi ipotizza un’ulteriore crescita abitativa del 10% della popolazione che è quel che ci si aspetterebbe in Bangladesh e non in un Paese in vertiginoso calo demografico come l’Italia.
Pur non quantificandolo, la relazione generale del PS ammette però l’emergere di un disagio abitativo in un territorio dove le case sono molte di più di quelle delle famiglie residenti e che «Non è da sottovalutare la presenza di una crescente difficoltà di accesso alla casa da parte di fasce sociali svantaggiate sia per condizioni economiche e sociali, che per caratteristiche anagrafiche (coppie giovani e/o anziane), in relazione alla prevalenza del mercato immobiliare ad uso turistico che determina sia scarsità di alloggi disponibili che elevato costo degli stessi. In tal senso deve essere definito, nell’ambito del dimensionamento complessivo, uno specifico dimensionamento per l’edilizia sociale o convenzionata, oltre a specifici indirizzi volti a favorire il soddisfacimento delle esigenze di prima casa per la popolazione residente».
Ma anche la risorsa sulla quale si basa principalmente, le spiagge e litorali – ha da tempo superato la capacità di carico e che sono in maggioranza oggetto di forti fenomeni erosivi – dovuti in gran parte alla precedente cementificazione del territorio – e che depaupereranno ancora la risorsa. Fenomeni che saranno – e già sono – ancora di più incrementati dal cambiamento climatico in corso e dal rapido innalzamento del livello del mare causato del riscaldamento globale che colpisce in particolar modo il Mediterraneo.
Un aspetto questo che trova scarso e nessuno spazio nelle previsioni di un Piano che dovrebbe essere strategico e puntare al mantenimento delle risorse vitali per l’economia turistica e non a un loro ulteriore depauperamento.
Anzi, per giustificare le sue previsioni, il Piano Strutturale presuppone che il trend turistico fortemente positivo degli ultimi anni – dopato dalla pandemia che ha costretto gli italiani a non andare in vacanza all’estero – continuerà anche nei prossimi anni mentre ha già subito una più che evidente battuta di arresto nel 2023 e che in futuro dovrà fare i conti con l’aumento delle temperature estive e le ondate di caldo e altri fenomeni meteorologici estremi che hanno già iniziato a colpire l’Isola d’Elba e che rischiano di avere importanti effetti negativi sul turismo estivo, ridisegnando quel modello turistico che il PS sembra ritenere immutabile e che ha portato a questa situazione.
Anche le previsioni riguardanti altre strutture ricettive e il commercio sembrano essere figlie di questo modello di d sviluppo infinito che invece sta mostrando la corda, in particolare per il commercio al dettaglio che in tutta l’Elba e in tutto il Paese ha subito un forte calo negli ultimi decenni con innumerevoli chiusure di attività delle quali il PS non sembra prendere atto e tener conto.
Si chiede quindi un dimensionamento di queste irrealistiche previsioni rispetto alla situazione reale.
E la cementificazione passata e prevista – legale e abusiva, autorizzata e condonata - del territorio del Comune di Capoliveri non ha risolto certamente il fenomeno per ora modesto ma che sta crescendo rapidamente della mancanza di case a prezzi abbordabili per i residenti, in particolare per le giovani coppie. Il tutto in un Comune dove la gran parte delle abitazioni sono chiuse in inverno e le seconde case, le case vacanze e i residence rappresentano la stragrande maggioranza del patrimonio edilizio.
Gli abusi “di necessità” si sono rivelati pura speculazione e le cosiddette “prime case” – spesso anche quelle PEEP – sono finite troppo spesso sul mercato immobiliare o su quello degli affitti estivi.
Proseguire su questa strada – come ci sembra voler fare il Piano Strutturale proposto – acuirà solo l’economia di rendita, mentre restano ignorate le necessità di calmierare i prezzi e di favorire una politica degli affitti che consenta a chi lavora di avere accesso al diritto alla casa ad un prezzo equo.
E’ solo rivedendo l’approccio del passato al consumo del territorio – che invece in alcuni casi viene riproposto meccanicamente fino alla saturazione – che si potrà dare risposte di equità e salvaguardare davvero, non come petizione di principio disattesa, le risorse territoriali, ambientali e paesaggistiche vitali per un’economia turistica che guardi al futuro innovandosi e non reiterando modelli autodistruttivi.
Con questa situazione territoriale pregressa e un disordine urbanistico che spesso emerge tra le righe del PS, anche le ipotesi – pur teoricamente condivisibili - di “recuperi” del patrimonio non utilizzato o di “ricucitura” del territorio rischia di essere un’ulteriore sanatoria di abusi edilizi condonati o da condonare, di favorire chi ha violato i precedenti strumenti urbanistici e di estendere ulteriormente un’edificazione speculativa già imponente. Tutti aspetti sui quali il PS sembra voler sorvolare.
Per questo invitiamo l’Amministrazione Comunale ad inserire negli strumenti urbanistici una norma che preveda, in un territorio così ferito dall’abusivismo edilizio, l’impossibilità di ampliare le strutture condonate o sulle quali insiste ancora una richiesta di condono, per impedire che chi ha abusato del territorio non ne tragga ulteriore vantaggio e non procuri ulteriore impatto sull’ambiente e il paesaggio.
Il piano richiama anche l’importanza di valorizzare «Gli aspetti legati settore naturalistico ed al territorio rurale, si pensi ai SIR – ZPS ai boschi, alla campagna. In coerenza con gli indirizzi e gli orientamenti del Piano Paesaggistico 4 Regionale il Piano considera tra gli elementi strategici il ricomprendere anche le azioni di riqualificazione ambientale e paesaggistica per le parti più fragili del territorio (in particolare per il rischio idraulico) e per gli ambiti dismessi/degradati. All’interno di questo tema, possono essere ricondotti a sistema gli aspetti ecologici, paesaggistici (naturali ed antropici), del sistema delle acque e del suolo, ed agronomici, anche attraverso la sperimentazione di strumenti innovativi quali i progetti di paesaggio», senza poi trarne le dovute conseguenze.
Si fa presente che i SIR (Siti di interesse regionale) ai quali fa riferimento il PS non esistono più e sono stati accorpati nella Zona di Protezione Speciale (ZPS, direttiva Ue Uccelli) Elba Orientale e anche per questo si invita anche a procedere con la massima cautele all’approvazione di qualsiasi progetto riguardante l’Approdo di Mola, attenendosi al piano di gestione del sito ZPS “IT5160102 Elba Orientale” adottato con Delibera del Consiglio Direttivo dell’Ente Parco n. 39 del 11/10/2022, ricordando anche lì le irregolarità storiche nella realizzazione di molte strutture e il fatto che insistono nel territorio del Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano e che hanno effetto anche sull’ex SIR dela zona umida – recentemente ripristinata anche grazie all’impegno della Regione Toscana e del Parco Nazionale con i quali il Comune di Capoliveri ha collaborato - protetta dal parco Nazionale e dalla Zona speciale di Conservazione Elba Orientale.
Si fa inoltre presente che nell’elaborato PR4 e PR5 non sono presenti tutte le strutture ricettive esistenti presenti nel QC8; Negli elaborati QC8 PR4 PR5 e PR6 e in quelli ecostistemici e dell’utilizzo del suolo co sono molti errori, con aree boscate o agricole dove ci sono edifici, resedi e attrezzature. Si invita ad aggiornare la cartografia.
Si invita inoltre a individuare cartograficamente l’area destinata a Canile comprensoriale.
Si chiede quindi che:
Le previsioni avanzate dal Piano Strutturale del Comune di Capoliveri vengano riviste, rimodulate e fortemente ridimensionale in base alle reali esigenze del territorio e della popolazione capoliverese ed ottemperando realmente al PIT e alla normativa della Regione Toscana sul consumo di suolo.
Che vengano corrette le imprecisioni – anche cartografiche - e le mancanze segnalate riguardo alle tematiche ambientali e i possibili impatti sul territorio, l’ambiente e la biodiversità".
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