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Attualità mercoledì 10 agosto 2016 ore 12:16

Comune a caccia di false residenze

A rischio anche gli elbani fuori dall'isola per oltre sei mesi. Sanzioni IMU da migliaia di euro; Barbetti: "Dovrebbero farlo anche gli altri comuni"



CAPOLIVERI — Centinaia di cartelle esattoriali partite dal Comune e recapitate ai possessori di prime e seconde case nel comune di Capoliveri. Sono molte le segnalazioni giunte di esazioni da migliaia di euro che riguardano chi possiede un immobile nel territorio comunale.

La caccia alle false residenze si è messa in moto durante l'autunno scorso quando il Comune ha dato l'incarico all'ufficio tributi di verificare la situazione delle abitazioni principali in merito alle detrazioni Imu applicabili a chi risiede abitualmente entro i confini comunali. E proprio sul concetto di residenza abituale si sono verificate le criticità segnalate.

Per avere il requisito di abitazione principale ai fini della detrazione Imu infatti, il cittadino deve avere la residenza corrispondente all'immobile e, allo stesso tempo, deve soddisfare i parametri di relazione sociale compatibili con chi abita abitualmente appunto in quella casa. E qui si è creato il buco nero nel quale sono caduti alcuni capoliveresi.

La legge prevede infatti un caso, di solito minoritario: un soggetto che, pur possedendo una sola casa, si trovi a abitare per motivi di lavoro o di studio, anche altrove e spesso in affitto. Il caso di scuola di un'insegnante o di una studentessa. In questo caso l'unica abitazione di proprietà risulterà, ai fini del calcolo Imu, come seconda casa. Un caso minoritario altrove ma che all'Elba aumenta in maniera considerevole.

Sono così molti i cittadini che in questi giorni si sono recati in Comune nel tentativo di dimostrare che sono elbani e che qui hanno famiglia, radici e relazioni sociali. E' questo infatti un aspetto curioso della vicenda: gli ispettori comunali sono chiamati a valutare se il soggetto è integrato in maniera compatibile con la comunità. In prima battuta si procede alla verifica dei consumi e delle utenze per stabilire se il criterio di residenza oltre i 181 giorni all'anno è soddisfatto e, successivamente, si valuta la vita di relazione all'interno del paese.

"Un eventuale non controllo - commenta il sindaco Ruggero Barbetti - rappresenterebbe un danno erariale verso l'ente. Per questo chi lavora all'ufficio tributi deve fare di tutto per accertare le somme non correttamente erogate. In questa situazione ci sono degli standard da rispettare: chi dichiara che quella è la sua abitazione principale deve dimostrare di aver consumato almeno 1000 kw, poi guardiamo chi è il medico di base e dove è stato scelto o, nel caso di un pensionato, verifichiamo con l'Inps dove viene versata la pensione.

L'accertamento riguarda gli ultimi cinque anni. Noi abbiamo adottato lo stesso sistema di Equitalia cioè dando la possibilità di una rateizzazione del debito in 72 rate. 

Quello che sarebbe interessante sapere è se lo fanno anche negli altri comuni e se no, perchè non lo fanno".


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