Attualità giovedì 21 settembre 2017 ore 17:52
Tartarughine, il report di Arpat
Pubblicato il resoconto dell'attività svolta a Marina di Campo in occasione delle nascite: le uova dentro al nido erano ben 118
CAMPO ELBA — Come annunciato durante l'evento di mercoledì 21 settembre a Marina di Campo per festeggiare la nascita delle 103 tartarughine dalla spiaggia antistante i Bagni Da Sergio, ARPAT, L'agenzia Regionale per la Protezione Ambientale, ha pubblicato sul suo sito il report completo dell'attività svolta dal 20 giugno (data della nidificazione) fino alla nascita di tutti i piccoli di Caretta Caretta che sono riusciti a prendere il mare dal 12 agosto in poi.
In particolare, sono interessanti i dati relativi a quanto riscontrato al momento dell’apertura del nido nella notte del 19 agosto.
"Ad una profondità massima di circa 50 cm - si legge fra l'altro - sono state ritrovate tutte le uova e anche 4 tartarughe vive e vitali, probabilmente appena uscite dall’uovo, situate ad una profondità compresa tra 35 e 42 cm. Queste sono state misurate e pesate e poi sono state poste sul corridoio perché raggiungessero il mare in autonomia, come hanno fatto le altre nelle notti precedenti alla stessa ora. In totale si sono registrate 118 uova all’interno della camera del nido. Tra queste 103 erano gusci di uova schiusi, 14 erano uova non schiuse e 1 uovo era rotto con all’interno un piccolo completamente formato ma morto.
Il successo riproduttivo di questa tartaruga, definito come il rapporto tra il numero di uova deposte ed ilnumero di uova schiuse, è stato piuttosto alto attestandosi intorno all’ 87%.
Tutto il materiale ritrovato nel nido è stato conservato e sarà analizzato dai veterinari dell’IZSLT per indagini virologiche e batteriologiche e dall’università di Siena per la ricerca di contaminanti. Il materiale delle tartarughe morte (tre in tutto) sarà utilizzato per le indagini genetiche, condividendolo anche con altri studiosi a livello nazionale, per tentare di determinare alcuni dati importanti quali, ad esempio, se la tartaruga che ha deposto all’Isola d’Elba sia una tartaruga già nota alla scienza e se e dove abbia già nidificato in precedenza o sia rimasta impigliata in qualche rete o soccorsa in mare per altri motivi.
La nidificazione di questa specie di tartaruga marina sulla costa sud dell'Isola d'Elba è un evento straordinario, essendo uno dei siti più settentrionali per l’Italia e per l'intero bacino mediterraneo ed essendo stato possibile per la prima volta nella nostra regione documentare questo evento fin dall’inizio.
Infatti, questa specie normalmente depone le uova nelle spiagge del bacino del Mediterraneo centroorientale, principalmente lungo le coste della Grecia, della Turchia e di Cipro, ma anche in Libia, Tunisia, Egitto, Israele, Siria e Libano.
Lungo le coste toscane si sono avute segnalazioni di altri nidi: a Scarlino nel 2013, sul Tombolo della Giannella (Orbetello) nel 2015, mentre nel 2016 si è registrato un tentativo di nidificazione fallito sulla spiaggia di Capalbio.
La rete regionale toscana - ricorda infine Arpat - ha avviato il monitoraggio delle aree a possibile nidificazione, con il contributo delle associazioni ambientaliste, dell'Ente parco della Maremma, di ARPAT, della Direzione Marittima, dell'IZSLT e delle Università toscane, così come tutti gli interventi sugli spiaggiamenti, coordinati dal Settore Tutela della Natura e del Mare della Regione Toscana".
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