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​Bandiera blu per le spiagge: ecco come funziona

Obiettivo principale promuovere uno sviluppo sostenibile ma la Codacons chiede trasparenza e pubblicazione dei dati



. — Anche per il 2018 sono state rese note le località turistiche balneari che hanno ottenuto il prestigioso riconoscimento della Bandiera blu. Destinatari sono spiagge e approdi turistici. In tutto sono state assegnate 368 Bandiere blu, in Italia 175 e in Toscana 19, una delle quali è arrivata anche all'Isola d'Elba per la spiaggia “La Fenicia” di Marciana Marina.

Precisiamo che una spiaggia che non ha la bandiera blu può avere ugualmente una buona qualità delle acque di balneazione.

In realtà la conquista della Bandiera blu è il punto di arrivo di un lungo percorso fatto di azioni e buone pratiche, documentate, che devono essere messe in atto dai Comuni interessati.

Non si tratta soltanto di valutare la qualità del mare ma anche di attivare una serie di servizi legati agli obiettivi di uno sviluppo sostenibile dal punto di vista ambientale.

La Bandiera Blu è infatti un riconoscimento internazionale, istituito nel 1987, anno europeo dell’Ambiente, che ogni anno viene assegnato in 49 paesi europei ed extraeuropei.

“Bandiera Blu” è un programma della Foundation for Environmental Education (FEE) che premia l’operato delle amministrazioni comunali, nella gestione delle tematiche ambientali, con particolare riferimento alla salvaguardia dell’ecosistema marino. Tale progetto esiste grazie ad un protocollo di partnership globale con il Programma per l’Ambiente delle Nazioni Unite (UNEP) e un protocollo d’intesa con l’Organizzazione Mondiale del Turismo delle Nazioni Unite (UNWTO). La FEE fondata nel 1981, è un’organizzazione internazionale non governativa e no-profit con sede in Danimarca, agisce a livello mondiale attraverso le proprie organizzazioni ed è attualmente presente in 73 Paesi nei cinque continenti, fra cui anche l'Italia.

Quindi per ottenere la Bandiera blu occorre rispettare determinati criteri relativi alla gestione sostenibile del territorio e favorire azioni sostenibili è l'obiettivo di fondo.

Il progetto per ottenere la Bandiera blu prevede una lista di 33 requisiti fra i quali:

controlli periodici della qualità delle acque e diffusione delle informazioni,

attività di educazione ambientale rivolte ai bagnanti,

mappa e informazioni sulla spiaggia e i servizi presenti,

informazioni su ecosistemi e fenomeni ambientali affisse sulla spiaggia,

gestione della raccolta differenziata,

misure di sicurezza per i bagnanti,

una fonte di acqua potabile disponibile sulla spiaggia,

un comitato di gestione della spiaggia e almeno una spiaggia Bandiera Blu per ogni Comune deve avere accesso e servizi per disabili fisici.

A questi requisiti però se ne aggiungono anche altri che possono incrementare la valutazione come, per esempio, azioni nel territorio comunale per il risparmio energetico nell'illuminazione pubblica oppure la presenza di strutture ricettive che hanno ottenuto una certificazione ambientale.

La procedura è organizzata in cinque fasi, alle quali il Comune interessato può accedere inviando una domanda corredata da tutte le informazioni richieste, a cui segue poi l'invio di un questionario compilato e corredato da ulteriori dati. Alla fine del percorso c'è poi il sopralluogo della FEE.

Si tratta di un percorso complesso che richiede un'accurata preparazione e la collaborazione di vari “attori” ma soprattutto richiede che il Comune abbia volontà e possibilità di investire a lungo termine. Sicuramente si tratta di un' importante attività di promozione internazionale che però deve essere mantenuta nel tempo, perché il riconoscimento deve essere chiesto ogni anno e quindi anche i requisiti devono essere mantenuti.

Tuttavia a gettare un'ombra sulle modalità di assegnazione della Bandiera blu il 9 Maggio scorso è intervenuto il Codacons (Coordinamento delle associazioni per la difesa dell'ambiente e dei diritti degli utenti e dei consumatori) che ha presentato alla FEE una richiesta di accesso per conoscere i criteri e le verifiche effettuate per le 368 spiagge premiate.

Abbiamo deciso di vederci chiaro sulla distribuzione di vessilli, anche alla luce di alcune proteste ricevute – spiega il Codacons – per questo chiediamo alla FEE Italia di documentare e rendere pubbliche tutte le verifiche eseguite per accertare la qualità delle acque ed i prelievi e le analisi effettuate per ognuna delle 368 spiagge 'più belle d’Italia' ”.

Il Codacons ha inoltre chiesto di avere accesso alle verifiche effettuate riguardanti tutti i criteri come l’effettiva pulizia delle spiagge, la tutela degli ecosistemi marini fino alla presenza di una fonte di acqua potabile sulle spiagge.

Appare davvero singolare - prosegue il Codacons - come in alcune località non vi sia acqua potabile neppure aprendo i rubinetti quando, poi, quelle stesse località risulterebbero essere talmente fortunate da avere una fonte d’acqua potabile addirittura sulla spiaggia. A questo punto il Codacons vuole conoscere, non solo ai sensi della legge 241/90 ma anche della Direttiva 2003/4/CE in materia di 'informazione ambientale', tutti i criteri di selezione e tutte le verifiche propedeutiche all’assegnazione del prestigioso riconoscimento. Qualora non dovessimo avere risposte all’istanza d’accesso, fa sapere il Codacons, non esiteremo a presentare un esposto in Procura, per tutelare i consumatori utenti delle spiagge”.

I dati relativi alle spiagge con Bandiera blu saranno quindi resi pubblici? Non ci resta che attendere!


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