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Attualità sabato 05 ottobre 2013 ore 20:45

Un messaggio di solidarietà pensando a Daniele



PORTO AZZURRO - Sono trascorsi pochi giorni da quando il giovane elbano Daniele Cecchini, si è spento stroncato da una grave malattia. L'isola è rimasta sconvolta. Il lutto cittadino proclamato dal sindaco di Porto Azzurro Luca Simoni ha fatto eco in tutta l'isola e l'Elba ha partecipato con il suo dolore a questo tragico momento di una comunità. Ma si vuol guardare avanti e seguire il messaggio della famiglia e degli amici di Daniele che chiedono di riflettere su quanto è successo e farsi portatori di un messaggio di solidarietà. Alla stampa giunge la lettera del presiente della Publica Assistenza di Porto Azzurro che qui riportiamo integralmente.
"Ho visto quanta gente si è riunita ai funerali del giovane Daniele Cecchini di 17 anni, un giovane che certamente ha sempre dimostrato il suo affetto per gli amici, suoi coetanei, la vita. Un giorno triste per l'avvenimento, ma che ha saputo raccogliere la solidarietà di mille persone, dai giovani, agli adulti di Porto Azzurro e dell'Elba. Il ricordo di tutte queste persone, le musiche appropriate, i palloncini, il sentirsi vicini ai familiari tristemente provati, fino alla possibilità di intitolare il Campo sportivo al suo nome. Tutto bello, ma...! Ma non deve finire qui il ricordo per Daniele, la sua sofferenza subita e il suo costante ottimismo per la Vita. Per noi che giriamo con le ambulanze non solo all'Elba, ma anche in diversi ospedali italiani, spesso ci capita di trovarci nei reparti oncologici. Sono tanti, ma tanti bambini, dai più piccoli ai grandi, adolescenti e adulti che soffrono giorno dopo giorno insieme ai loro familiari, in attesa di un bagliore di Luce, di speranza. Solo chi capita in questi reparti può capire e comprendere la sofferenza, il dolore e la ricerca continua di una guarigione che spesso, non arriva perchè mancano interventi efficaci come il trapianto vero e proprio del midollo Osseo di un donatore compatibile, ricercato fra migliaia se non milioni di persone in tutto il Mondo. Dobbiamo avere l'impegno personale, la volontà che quello che è successo a Daniele possa essere migliorato e sconfitto, ma per questo occorre la nostra consapevolezza di cosa possiamo fare noi stessi. Non sempre si trovano persone o cure definitive "in un catalogo" o sperare di "comprandole" chissa dove. Che ci sia in famiglia (soprattutto con i giovani) la volontà di parlare di queste malattie, di come possono essere alleviate e sconfitte. Iniziamo a riflettere e maturare nella nostra coscienza per diventare già semplici donatori di sangue, di farci "tipizzare", per diventare possibili donatori di midollo Osseo, affinchè si possa donare ad uno di quei numerosi bambini che aspettano nei reparti. Deve essere una regola morale, di solidarietà e un gesto grande di speranza di ognuno di noi per tutti e di questo Daniele, sono sicuro, sarà felice.Giovanni AragonaPubblica Assistenza Porto Azzurro"

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