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Cronaca lunedì 03 marzo 2014 ore 16:09
Truffa sui internet, denunciato 40 enne torinese
Aveva già subito numerose condanne per reati contro il patrimonio
PORTOFERRAIO — Non ha neanche quarant’anni, è residente
nella provincia di Torino e vanta talmente tanti precedenti per reati
contro il patrimonio e soprattutto per truffa a mezzo internet (reati
che prevedono una pena sino a tre anni di reclusione e 1032 Euro di
multa), che ormai fa confusione lui stesso quando fornisce alibi,
documenti e numeri di telefono alle forze dell’ordine o alle potenziali
vittime, al punto da rendere il quadro indiziario a suo carico ancor più
pesante.
I carabinieri della Stazione di Portoferraio lo hanno
scovato e denunciato a piede libero, in collaborazione con l’Arma
piemontese, perché in primavera 2013 aveva promesso, su un noto sito di
compravendita, che avrebbe ceduto uno smartphone a un prezzo abbastanza
vantaggioso (non troppo, però, altrimenti il potenziale acquirente
avrebbe potuto subodorare il tentativo di frode …) e un elbano ne aveva
fatto le spese (219 €, per la precisione, anticipati su una carta di
credito) non ricevendo mai l’agognato telefonino, ovviamente mai
esistito.
Gli accertamenti riguardanti la rete, si sa, sono
difficili e lunghi, ma i carabinieri sono pervicaci e dopo aver esperito
ogni tentativo sul destinatario del pagamento e sul telefono usato per i
contatti con la vittima, individuano il quarantenne torinese e con esso
la sua ragnatela di analoghe truffe perpetrate in mezza Italia, dalla
quale, però, lui stesso fa fatica ad uscire.
Il truffatore, infatti,
dopo un notevole periodo di irreperibilità, viene finalmente
rintracciato e alle prime contestazioni tenta di scaricare la
responsabilità su una coppia di pregiudicati di sua conoscenza
(probabilmente, invece, suoi complici), gravitanti nella provincia di
Firenze, che a sua detta avrebbero usato, ovviamente a sua insaputa,
delle carte di credito a lui intestate per farsi arrivare i proventi
delle truffe. Dimentica un particolare di un certo rilievo, però: né le
suddette carte utilizzate per compiere i reati né la carta d’identità
adoperata per attivarle sono state da lui denunciate come smarrite,
sottratte o comunque non più in suo possesso.
Cerca allora di correre ai
ripari e ben dopo le contestazioni, che ormai cominciano a fioccare, va
a denunciare lo smarrimento di una sola delle due carte di credito
(lasciando, quindi, l’altra, attiva) senza neanche specificarne il
numero. Non basta. Dopo qualche mese viene perquisito e trovato in
possesso della carta d’identità col quale sono state attivate le famose
carte di credito; allora decide di dire ai carabinieri come cono andate
veramente le cose e dopo aver candidamente affermato che in effetti
sapeva che le sue carte di credito venivano usate dai due pregiudicati
per fare truffe e che loro stessi l’avevano consigliato di denunciarne
lo smarrimento (!), termina dicendosi disponibile a qualsiasi altro
chiarimento e per questo lascia un recapito telefonico ai carabinieri
che per ogni evenienza potranno finalmente rintracciarlo con facilità:
perché quello è proprio il telefono che usa lui e soltanto lui. Niente
di meglio … è lo stesso adoperato per fare altre truffe identiche alle
altre.
P.S.: i carabinieri dell’isola, nonostante i consigli dispensati da più voci istituzionali sulle cautele da adoperare in internet, continuano a ricevere denunce di questo genere (soprattutto per case fantasma in affitto) e per questo, ribadendo la propria natura di forza di polizia di prevenzione, prima che di repressione (il miglior risultato che si possa ottenere su un reato è quello di evitare che esso accada…) rammentano che le cautele più importanti che possono aiutare a non restare impigliati nella rete sono reperibili sul sito istituzionale dell’Arma www.carabinieri.it
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