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Politica sabato 29 ottobre 2016 ore 09:09

Riforma legge Parchi, ambientalisti contro

Riceviamo un contributo ​di Francesco Mezzatesta, storica figura ambientalista, sul dibattito circa la modifica della legge sui parchi nazionali



PORTOFERRAIO — Il 25 di ottobre è arrivata al Senato la riforma della legge sui parchi. Il contenuto della proposta di legge ha sollevato molti dubbi fra le associazioni ambientaliste e non solo. Una proposta alternativa è stata avanzata dal cosiddetto Gruppo dei trenta, costituito da scienziati e personalità della cultura che hanno diffuso un vero manifesto in difesa dei parchi.

Francesco Mezzatesta, storica figura dell'ambientalismo italiano, è categorico: "Un gravissimo peggioramento dell'attuale legge 394 che vide la luce anche in seguito alle storiche battaglie di Italia Nostra. 

La cosa sarebbe passata sotto silenzio se non vi fosse stato un appello di un gruppo di 30 personalità dell'ambiente e dei parchi coordinati dal sottoscritto e dal naturalista Giorgio Boscagli. L'appello ha avuto successo e tutte le associazioni ambientaliste e animaliste italiane, unite come non era mai successo a difesa dei nostri parchi, hanno steso un ottimo documento non solo contestando ma anche proponendo vere migliorie al testo della cosiddetta legge Caleo ribattezzata da alcuni legge sfasciaparchi. 

Con questo progetto legislativo non vengono introdotte migliorie ma gravi peggioramenti abbassando l'ombrello di tutela nazionale. Con le modifiche della Legge Caleo si va invece incontro alle istanze degli enti locali, a loro volta pressati da lobbies e catene porta voti, aumentando la pressione e il controllo sulla corretta gestione tecnico naturalistica indipendente dagli interessi della politica. 

Oggi la politica sembra remare contro le conquiste di tutela ambientale ottenute pochi anni fa e questo attraverso riposizionamenti a favore dei poteri locali eliminando di fatto la possibilità che vi siano organismi indipendenti come i Parchi nazionali che fino ad oggi hanno fatto barriera agli interessi delle lobbies. 

Per questo spesso i Parchi danno fastidio alla peggiore politica che ha perso di vista gli interessi generali e che spesso tiene solo in conto lo scambio voti-favori soprattutto in campo edilizio. 

Ecco 10 punti da leggere (9 di denuncia e 1 di speranza) riguardanti la revisione della 394: per la nomina del presidente non verrebbe richiesto alcun titolo concernente la conservazione della natura che è la missione dei parchi, ma solo una comprovata esperienza nelle istituzioni, nelle professioni, ovvero di indirizzo o di gestione in strutture pubbliche e private.

Il direttore non verrebbe più scelto in base alle competenza naturalistiche ma secondo una comprovata e non meglio precisata esperienza professionale di tipo gestionale. Inoltre non verrebbe più nominato dal Ministro tra un elenco di competenti ma sarebbe nominato dal locale Consiglio direttivo, di fatto dal politico-Presidente del Parco che sceglierebbe il Direttore tra persone di sua fiducia e dalle competenze imprecisate.

Gli agricoltori entrerebbero a far parte dei Consigli direttivi dei parchi. E allora perché non altri soggetti economici che non hanno titolo in tema di conservazione della natura come i cavatori di ghiaia, di marmo, i pescatori, etc? 

Un'associazione privata come Federparchi, incredibilmente diventerebbe la rappresentante  ufficiale dei Parchi nazionali italiani, la qual cosa è vista dai giuristi come potenzialmente incostituzionale. 

Le attività economiche con impatto sull'ambiente dei parchi, come nel caso degli impianti di estrazioni petrolifere, pagherebbero royalities decretando in tal modo la fine dell'indipendenza degli stessi.

All'interno dei consigli direttivi la componente scientifica diminuirebbe a favore dei portatori di interessi locali.

Nulla si dice poi, circa un deciso potenziamento della sorveglianza all'interno delle aree protette.

Sul possibile Parco nazionale sul delta del Po il mancato raggiungimento dell'intesa tra Regioni precluderebbe l'adozione di un decreto sostitutivo del Governo.

Infine la caccia. Modificando la legge precedente nelle cosiddette aree contigue ai parchi la caccia sarebbe permessa non più solo ai residenti ma anche cacciatori provenienti da fuori. 

Le proposte: nel documento Aree protette tesoro italiano, WWf, Italia Nostra, Legambiente, Lipu, CAI, Greenpeace, Fai, Mountain wilderness, Enpa,CTS, Lav, Mare Vivo, Pro Natura, Sigea, Ass.Insegnanti Geografia, Ass. Ambiente e Lavoro e altre che si stanno aggiungendo, denunciano i potenziali danni del progetto di legge Caleo indicando al contempo la strada per migliorare. 

Queste e altre informazioni andrebbero fatte circolare perché senza una libera informazione il rischio è che il silenzio cada su una pericolosissima vicenda che potrebbe far regredire le straordinarie conquiste di conservazione della natura ottenute negli anni '90". 


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