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Attualità mercoledì 09 maggio 2018 ore 08:00

Gruppo Moby, lavori finanziari in corso

Presentato un report delle attività del gruppo agli investitori della Borsa del Lussemburgo. Fornite anche informazioni sui contenziosi amministrativi



PORTOFERRAIO — Il gruppo Onorato ritiene di aver chiuso un buon 2017. È questo  - riferisce il sito internet specializzato Ship2Shore - quanto comunicato da Moby (sotto la cui bandiera vanno ricomprese anche le attività di CIN, Toremar, St.Peters Line, quelle terminalistiche e quelle di rimorchio) in occasione della presentazione agli investitori della Borsa del Lussemburgo .

Sono infatti  32 i milioni di euro contabilizzati sotto la voce “altri ricavi (costi) operativi”, l’anno scorso negativa per oltre 5 milioni di euro. Questi proventi sono derivati, per oltre 21 milioni, dalla cessione delle navi Dimonios e Puglia (e di alcune unità minori) e per una decina di milioni da risarcimenti assicurativi.

Nel report finanziario sottoposto agli investitori  gli amministratori di Moby hanno evidenziato anche molti altri argomenti rimasti fuori dalle comunicazioni ufficiali.

Da sottolineare, riguardo la flotta, il ‘prolungamento’ di 10 anni della vita utile di 10 traghetti, “deciso sulla base della valutazione di broker indipendente” . 

Sono state poi fornite  informazioni in merito ai diversi contenziosi amministrativi del gruppo. Con riferimento alla recente sanzione per abuso di posizione dominante inflitta dall’Antitrust italiana gli amministratori di CIN e Moby si dicono sicuri di ottenerne la cancellazione in sede giudiziaria, “dato che le compagnie hanno sempre operato correttamente”.

Quanto invece all’istruttoria per aiuti di Stato aperta dalla DG Competition di Bruxelles a carico di CIN nel 2011 ed ‘ereditata’ dalla nuova proprietà, per la prima volta il gruppo Moby riferisce di “ritenere probabile” che la procedura porti alla condanna e alla richiesta di restituzione di un ammontare difficile da individuare. Ma, si legge nel report - fa notare ancora Ship2Shore -  “tale rischio sarebbe sostanzialmente neutralizzato da quanto previsto dall’accordo di acquisizione dell’ex compagnia pubblica del luglio 2011”.

In pratica, CIN detrarrà l’importo che le verrà richiesto dai 180 milioni di euro che ancora deve allo Stato. Il ritardo nel pagamento della cui prima rata, peraltro, non sembra preoccupare minimamente gli amministratori. Ritenute possibili, inoltre, anche sanzioni europee legate alle sovvenzioni di Toremar (per 25-27 milioni di euro) e alle condizioni di acquisto della compagnia toscana.

Solo abbozzato, infine - conclude il report del sito specializzato Ship2Shore -  il progetto di reverse merger che dovrebbe portare entro l’autunno 2018 ad un consolidamento di tutte le attività ro-pax sotto l'egida di CIN Tirrenia quale capogruppo.


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