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Attualità lunedì 02 ottobre 2017 ore 16:02

Dissalatore, facciamo chiarezza sulla sua utilità

Bicecci: "Necessario un tavolo tecnico per chiarire cosa sia davvero utile fare. Il sindaco Ferrari è un esperto, intervenga"



PORTOFERRAIO — Sono sempre più insistenti le polemiche sul progettato dissalatore da costruire in località Piano di Mola nel Comune di Capoliveri. ASA lo propone come un’importante contributo alla soluzione idrica della nostra Isola. Altri, invece, contestano che l’ impegno economico necessario alla realizzazione, il costo di esercizio e di manutenzione, dovuto anche a lunghi periodi di inattività non giustificherebbero l’ investimento. Anche il quantitativo prodotto sarebbe ampiamente insufficiente. Da non trascurare neppure le osservazioni di carattere ambientale niente affatto campate in aria. L’argomento è di tale importanza per l’Elba tutta da meritare la più grande attenzione.

"Le scienze del settore  - ci scrive oggi Sergio Bicecci, attento osservatore delle cose elbane - ci insegnerebbero che è arrivato il momento di considerare l’acqua un bene assolutamente primario, indispensabile alla vita e che prima o poi, mancandoci, ci farebbe pentire di non aver saputo approfittare delle opportunità via via intervenute.

Come in tutte le isole, esclusa ogni possibilità di servire ulteriori territori, rimane facile definirne i consumi. Per questi motivi immagino che l’approccio ad un tema così vitale, dovrebbe essere ben diverso. Si ricordi che l’attuale conduttura sottomarina ha superato ormai di gran lunga il periodo di garanzia calcolato dai progettisti di allora, tanto da costituire una vera spada di Damocle sulla nostra testa, con il rischio di restare a improvvisamente a secco. Anche per questo motivo l’intento e i progetti, quali che fossero non potrebbero che essere quelli risolutivi. Mi sembra, da profano in materia, che fino ad oggi, invece, si stia lavorando a soluzioni comunque temporanee, concretamente di poco conto o del tutto sbagliate come furono i 21 laghetti situati a mezza collina, uno dei quali dopo ingenti costi è rimasto inutilizzato.

Queste riflessioni mi portarono, ormai qualche anno fa, ad avere un colloquio telefonico con un tecnico a tutto tondo, come si dice. Fu così che seppi cose alcune sconosciute, altre dimenticate. La persona di cui parlo è il geom. Meneghin che con i suoi numerosi interventi stampa tende a dimostrare quanto inappropriato sia il progettato dissalatore elencandone i motivi. La cosa più sorprendente, però, che mi sembra opportuno ricordare, è che il suo progetto di una galleria- deposito sul Monte Capanne, fu accolto e sostenuto dall’allora Ministero delle Infrastrutture e dalla nostra Comunità Montana, poi i soliti incidenti di percorso elbani ne fecero crollare l’iter ben avviato. Chi ne sa più di me potrebbe chiarire meglio questo aspetto. Tanto si può leggere in proposito nel libro “ Un acquedotto in mezzo al mare” dell’arch. Mario Ferrari e del geom. Bruno Abrate, dove fra l’altro si ricorda che “ La proposta (il progetto) viene presentata e illustrata ufficialmente in occasione di un convegno tenutosi all’hotel Airone il 13 giugno 2002”.

Da lettore non ricordo di avere mai letto ostacoli tecnici alla realizzazione di tale progetto che prevedeva, come auspicabile, la risoluzione definitiva della carenza idrica. Anche negli aspetti puramente tecnici dove il progetto Meneghin chiariva che la distribuzione sarebbe avvenuta per semplice caduta senza alcun bisogno di pompe di sollevamento e dove asseriva che il costo dell’opera, secondo i calcoli d’allora, sarebbe stato irrilevante, considerato il recupero e l’immissione sul mercato della gran quantità di granito, mai ho letto alcuna smentita. Secondo me di fronte ad uno dei temi più importanti e vitali che l’Elba si trascina da decenni sarebbe opportuno, prima ancora di procedere ulteriormente che si organizzasse un dibattito che veda al tavolo Enti e Tecnici del settore, e si discuta su progetti possibili e risolutivi e si capisca per quale motivo il progetto Meneghin, che ha una storia, non è stato mai più ripreso in considerazione.

Da ultimo  - conclude Bicecci - mi sembrerebbe opportuno che, essendo il casus belli di valenza Territoriale, le competenti Amministrazioni, i Sindaci ed in particolare Mario Ferrari, esperto della materia e sindaco di Portoferraio si esprimessero, dopo un troppo lungo silenzio, quali primi attori e giudici, come secondo me dovrebbe essere".


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