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Attualità giovedì 31 marzo 2016 ore 16:05

"Da noi controlli di sicurezza molto rigidi"

Dall'ospedale elbano commentano i gravi fatti che hanno portato all'arresto di Fausta Bonino, l'infermiera accusata di aver ucciso 13 persone



PORTOFERRAIO — Anche nell'ospedale di Portoferraio gli occhi sono tutti puntanti oltre canale, sui gravi fatti che da questa mattina stanno sconvolgendo la sanità della valdicornia e, inevitabilmente, anche quella isolana.

Mentre si stanno ancora accertando i nomi e la provenienza delle tredici vittime che, secondo l'accusa formulata dagli inquirenti, sarebbero decedute a causa dell'eparina somministrata da Fausta Bonino, le domande da questa parte del "fosso" sono quelle che sempre emergono in questi casi: si poteva evitare? che controlli ci sono?

"Per adesso non siamo stati coinvolti - confida una fonte ospedaliera - ma se qualcuno dei deceduti proveniva da Portoferraio, qualcosa bisognerà fare".

Il rischio è concreto: il reparto di terapia intensiva, quello nel quale ha prestato servizio la Bonino fino al trasferimento, era quello di quel tipo più vicino per i pazienti elbani che ne avevano necessità. Secondo le stime almeno un paziente ogni due settimane, in media, parte dall'Elba per dirigersi al Villamarina per quel tipo di cura, mentre altri sono dirottati su Livorno.

E' quindi un caso, o il frutto del capriccio di chi ha contribuito a quelle morti, se non ci sono elbani nel triste elenco. 

"Ci sono dei sistemi di sicurezza che scattano sull'operato degli infermieri - continuano dall'ospedale - ma sono tutti orientati a prevenire gli errori. Siamo sottoposti a periodici controlli su quello che facciamo e se sui medicinali qualcosa non torna, come un consumo anomalo o fuori media, la cosa viene immediatamente segnalata".

Per ogni reparto quindi si stima un consumo medio di medicinali e se, come nel caso di Piombino, dovesse verificarsi un abuso di eparina: "Ci sono delle contromisure, partono indagini interne, alcune volte vengono posizionate le telecamere fino a coinvolgere le forze dell'ordine". 

"Poi è facile parlare con il senno di poi - conclude un altro operatore - la verità è che tutto il sistema è imperniato sul fatto che abbiamo fatto un giuramento e che lo rispettiamo, se uno vuole uscire di testa è difficile prevenirlo".

Secondo quanto affermato dai Nas dei Carabinieri che hanno arrestato l'infermiera, questa soffriva da tempo di patologie depressive. Si possono eliminare casi del genere e c'è pericolo a Portoferraio: "Non sappiamo di casi di allontanamento ma è vero che facciamo un lavoro stressante. Ci sono dei controlli anche su questo".

Luca Lunedì
© Riproduzione riservata


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