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Attualità venerdì 26 giugno 2015 ore 15:28

Madri all'attacco: "Vogliamo delle risposte"

Le rappresentanti di classe della scuola materna di San Giovanni, Nadia Mazzei, Francesca Corti e Alice Frateschi scrivono un duro attacco al sindaco



PORTOFERRAIO — "La misura è colma. Ecco, è questo l'unico inizio possibile per questa lettera con la quale sfoghiamo le amarezze e la frustrazione degli ultimi mesi. Non solo i nostri bambini hanno probabilmente rischiato la vita, non solo sono stati spostati in una struttura vuota che è rimasta tale se non per i nostri interventi, non solo abbiamo dovuto richiedere noi un incontro col Sindaco per sapere quale sarebbe stato il futuro scolastico dei nostri figli, non solo ci siamo dovute affidare a voci di corridoio per sapere che cosa stesse succedendo e come si si stesse evolvendo la situazione, ma addirittura il Comune è rimasto in silenzio nonostante ben 2 richieste scritte e protocollate. 

I fatti, brevemente, sono questi per chi non ne fosse bene a conoscenza: a febbraio le maestre della scuola di San Giovanni hanno ricevuto dei tecnici del Comune, interpellati per le continue perdite di acqua dal tetto di una classe (segnalate più volte, fin da settembre).

Dopo il sopralluogo sono state pulite le grondaie ed è stato assicurato che non c'erano pericoli per l'incolumità dei bimbi. Nemmeno 2 settimane più tardi, all'ennesima perdita, qualcuno si è finalmente reso conto che quel rischio c'era, eccome!

Quindi tutti gli alunni sono stati fatti evacuare, o meglio, è stato comunicato alle maestre che i bimbi dovevano lasciare l'edificio. E' stato mandato un pulmino dal Comune, è vero, ma in quel delicato frangente le docenti sono state lasciate completamente sole, sotto una pioggia battente, a far la spola fra San Giovanni e la scuola materna di Carpani che li ha accolti.

Nel caos che ne è seguito, e con i bimbi che non avevano più niente, nè fogli per disegnare, nè pennarelli, nè giochi o libri, e a malapena le sedie e i banchi, il Comune non ha comunicato entro quanto gli alunni sarebbero rientrati nella loro scuola, con gran disagio delle maestre, che non sapevano se e come poter recuperare i loro strumenti didattici. 

Allora noi rappresentanti di classe, abbiamo richiesto una riunione col Sindaco, che ci ha assicurato che subito dopo Pasqua, giorno più, giorno meno, l'asilo di San Giovanni sarebbe stato riaperto. Dopo questo incontro ci siamo dovute affidare a voci di corridoio, più o meno fondate: pare che un'altra parte del tetto abbia ceduto, sembra che non ci siano i soldi per ulteriori lavori, sembra che i soldi si sarebbero potuti richiedere ma nessuno si sa mosso, pare che sia un problema di incompetenza, sembra che l'asilo rimarrà chiuso fino a settembre, sembra che invece rimarrà chiuso a tempo indeterminato.

A noi invece pare, e ormai più che un'impressione diremmo che si tratta di certezza, che dell'asilo, delle maestre che tanto si son date da fare per arginare tutte le problematiche, dei piccoli alunni che sono trovati spaesati, e dei genitori che hanno portato tanta, troppa pazienza, non importi niente a nessuno. 

Sicuramente non al Sindaco e alla Sua Amministrazione che non si è più degnata di farci sapere niente. Due richieste di chiarimenti sono state portate e protocollate, e nonostante l'obbligo da parte del Comune di rispondere con una comunicazione scritta entro 30 giorni, non abbiamo ricevuto nemmeno una telefonata informale. Niente.

A noi questo silenzio non va più giù, e lo rompiamo con questa lettera con la quale chiediamo a gran voce di sapere quale sarà il futuro dell'asilo di San Giovanni. Se verrà riaperto o se i nostri bimbi dovranno vivere un altro anno come ospiti in una struttura che non ci sembra idonea a contenere così tanti alunni e che comunque, possiamo dirlo con sicurezza, limita l'attività didattica di entrambi gli istituti.

Infine ci chiediamo anche perchè presso l'asilo sia sempre aperto il cantiere, fermo ormai da 3 mesi, ma soprattutto a spese di chi. Immaginiamo che lasciare gru e ponteggi comporterà un costo per la ditta esecutrice, che inevitabilmente ricadrà su tutta la comunità.

Ma è ipotizzabile anche un danno alla comunità ancor maggiore che potrebbe vedersi privata di un bene pubblico che se lasciato in tale stato non sarà più recuperabile se non a fronte di spese ben maggiori. 

Ci spiace essere dovute ricorrere ad uno sfogo pubblico, ma siamo stanche di aspettare: vogliamo delle risposte".


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