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La nascita di Cosmopoli

di - mercoledì 02 ottobre 2024 ore 08:00

Sin dai tempi dell’invio del Guicciardini e del Machiavelli a Piombino, Cosimo I de’ Medici, signore di Firenze, aspira allo sviluppo del dominio fiorentino sul mare, sulle coste del Tirreno e soprattutto sull’isola più grande che ben amministrata è di notevole interesse economico. I Medici la conoscono bene e sono attratti dai ricchi giacimenti di ferro, assieme ad altre risorse che l’isola ha sempre offerto, come il granito, la pesca dei tonni, la pastorizia e la produzione dei vini.

Il momento sperato pare arrivare quando l’imperatore Carlo V chiede un grosso prestito al Signore di Firenze e il giovane Cosimo vuole e pretende in cambio l’investitura sul principato e soprattutto la concessione territoriale dell’intera Elba. Prudentemente Carlo V, in cambio del prestito ricevuto dalla banca dei signori di Firenze, concede in pegno l’isola d’Elba che resta comunque un fatto temporaneo. Comincia a rendersi concreto il sogno di Cosimo di fare dell’isola la punta avanzata della presenza marittima fiorentina sul mare, collegando la fondazione della città-fortezza di Cosmopoli con l’istituzione di un Sacro Ordine Religioso e Militare di Santo Stefano, su modello di quello Gerosolimitano e basato sulla Regola di San Benedetto.

Il Duca è avvertito dal suocero Don Pedro di Toledo che un imponente squadra turca sta per salpare da Costantinopoli con l’intenzione di attaccare le coste tirreniche e l’Arcipelago. Cosimo affretta i tempi.

Da Livorno, nell’aprile del 1548, spedisce all’Elba un’imponente flotta di bastimenti carichi di materiali da costruzione, vettovaglie, con mille soldati e trecento guastatori, sotto il comando di Otto da Montauto e del Cuppano. Il primo architetto della nuova città è Giovambattista Bellucci, detto il Sanmarino, grande

teorico dell’arte militare che il giovane duca ha nominato primo ingegnere di corte. Il Medici gli affida il progetto di costruzione di Cosmopoli, con i suoi tre capisaldi del Forte Stella, del Falcone e della Linguella, cinti da poderose mura, intorno alla Darsena. Quando, dopo pochi mesi, il Bellucci è sostituito dal ‘Camerino ingegnere’, i lineamenti della città sono indelebilmente segnati quali ancora oggi si vedono. Nei mesi successivi la realizzazione architettonica prosegue sotto la guida del Camerini mentre il sistema logistico è affidato a Girolamo degli Albizi. Un considerevole numero di uomini lavora nelle fornaci, nelle ‘fabbriche’, nello smantellamento e nell’edificazione dei grandiosi basamenti, su cui innalzare poderosi bastioni e capisaldi difensivi.

La nascita rapida e poderosa di Cosmopoli crea problemi strategici alle potenze che si affacciano sul Tirreno le cui navi solcano questo settore strategico del Mediterraneo occidentale. C’è una preoccupazione generale, soprattutto da parte francese che di questa ‘città-porto-fortezza’ si avvantaggino i galeoni e le flotte commerciali di Spagna.

L’ipotesi di Cosimo è di creare una città-fortezza nel Tirreno simile agli approdi fortificati di Rodi, di Candia e Malta, capisaldi cristiani sulle rotte di Levante.

La presenza medicea nel Tirreno si rafforza e Cosimo guarda verso il mare fortificando e consolidando le piazzeforti costiere.

Nel 1549 continuano i grandi lavori: il gran numero di operai, coadiuvati da tagliatori di pietra, legnaioli, fabbri, produce e mette in opera calcina e pietre, tracciando nella viva roccia quei baluardi e quegli intradossi che sono la parte più possente della città-fortezza.

Le linee generali e il profilo di Cosmopoli progrediscono alacremente con la costruzione dei bastioni della Linguella, del Maggiore e dei Pagliai; su quest’ultimo è edificata la fortezza che prende il nome dalla sua stessa forma, la Stella.

Il progetto originario del Sanmarino continua dalla parte che guarda a settentrione e a ponente; si costruisce l’alto baluardo del Falcone, ancora più svettante e solido dello Stella, da cui si sovrastano l’intera città e la Darsena ampliata e fortificata.

Dalla parte di terra fa innalzare quattro poderosi ‘fronti d’attacco’, di forma irregolare, che prendono il nome del Cannone, del Veneziano, delle Palle e della Cornacchia e in questo è aperta, nella viva roccia, la Porta a Terra.

Nella nuova città di Cosimo si legge un disegno di geometria ‘aurea’ il cui centro, l’attuale Pizza Cavour, è in forma di spirale concentrica, adattata alla conformazione morfologica, protetta e racchiusa e protetta da tutti i lati.

Completa l’assetto militare di Cosmopoli il bastione del Cornacchino e fra i due forti Falcone e Stella fa erigere quattro mulini a vento. Dalla parte di terra è costruito un insieme di baluardi difensivi che comprendono il Ponticello e il Fosso del Ponticello, con bastione munito di batterie, un ampio fossato e un ponte

levatoio. Tale fossato, vero capolavoro d’ingegneria militare, costruito per la lunghezza di 760 braccia e la larghezza di trentasei, comprende una muraglia, un ponte con pilastri, un casino della sentinella; opere difensive ulteriormente perfezionate e rafforzate nei secoli successivi.

Per una migliore visione dell’andamento dei lavori, il Camerini costruisce una casa sulla collina di Santa Lucia, dalla cui sommità sovrintende i lavori e fa edificare un’altra costruzione panoramica, la ‘Casa del Duca’ per ospitare Cosimo nelle frequenti visite alla ‘città dell’‘Ordine’, del ‘Kosmos’, Cosmopoli.

Durante i lavori, sono avvistate numerose imbarcazioni dirette verso l’ampia rada, ma con grande sollievo si tratta della flotta di pescatori di corallo che abitudinariamente fanno scalo e mercato nel tranquillo e sicuro golfo dell’antica Ferraia.

Cosmopoli comincia ad assumere la forma di città; si costruiscono anche edifici religiosi, civili e amministrativi. Nel palazzo detto della ‘Biscotteria’ è istituita la sede del Commissario il cui primo incarico è affidato a Francesco di Antonio Otto da Montauto. Quello è il luogo dove è prodotto il ‘biscotto’, specie di galletta per gli uomini ‘alla voga’ e per la ciurma, presente in gran numero nella città fortezza marittima. La ‘biscotteria’ originariamente deputato a essere il centro dell’Ordine di Santo Stefano, è concepito come baluardo difensivo, con vaste cisterne per l’acqua e per altri generi alimentari, sede del Governatore, sede amministrativa di giustizia, del tesoro e del carcere.

Cosmopoli inizia ad assumere la forma di città; si costruiscono edifici religiosi, civili e amministrativi. Nel palazzo detto della ‘Biscotteria’ è istituita la sede del Commissario il cui primo incarico è affidato a Francesco di Antonio Otto da Montauto.

Antica ‘Biscotteria’ divenuta nei secoli sede dell’amministrazione comunale di Portoferraio

Quello è il luogo dove è prodotto il ‘biscotto’, specie di galletta per gli uomini ‘alla voga’ e per la ciurma, presente in gran numero nella città fortezza marittima. È costruita nella zona centrale di Cosmopoli una grande piazza d’arme accanto alla chiesa, che prende nome di ‘Natività di Maria Santissima’, il cui primo pievano è Don Girolamo Sardi.

Con editto del 1559, si stabilisce che chiunque venga ad abitare in Cosmopoli ha libera franchigia di persona e beni, qualsiasi pregiudizio o pena avesse contratto, esclusi i condannati a pene capitali e di ‘galera’.

È dichiarata libera qualsiasi persona ‘immune da gravezza ordinaria e straordinaria’ e si stabilisce che le merci e mercanzie che s’introducono in quel porto siano esenti da ogni dazio e gabella, tanto in entrata che in uscita.

È altresì stabilito che tutte le imbarcazioni qui varate siano esentate dal pagamento di tasse nei porti e negli scali medicei. Arrivano in Cosmopoli artisti, marinai, soldati e contadini; alcune famiglie provengono dalla Toscana e i loro cognomi sono: Carpani, Rossi, Da Puccignoro, Forni, nobili milanesi, Celli, nobili pisani, Corsi, pilota di sei galere di S.A.R., Tiburzi, Bernotti, Ronca di Fabriano, Cocchi, Serafini, Baglioni-Coppi, Mochi, Rigoni e Lambardi.

In questa prima fase d’immigrazione di civili a Cosmopoli, sono presenti nuclei familiari di Ebrei, che qui giungono da varie parti della Toscana e da altri territori. Di questa comunità, le cui tracce documentarie divengono sempre più evidenti nei secoli XVII e XVIII, permangono, fino a tempi recenti il perimetro murario del loro cimitero, alla fine del viale delle Ghiaie e la parte terminale della strada detta degli Ebrei, già via del Paradiso, oggi via Elbano Gasperi.

La fondazione di Cosmopoli è per il ducato mediceo un avvenimento di straordinaria importanza: gli affreschi nel Salone dei Cinquecento, in Palazzo Vecchio, o quelli della Loggia dello ‘Spedale degli Innocenti’, sono effigiati per tramandare l’immagine di forza e di dominio di Cosimo e dei suoi successori.

Quattro grandi iscrizioni di marmo sono poste sugli accessi delle fortificazioni della Stella e del Falcone, mentre altre due vanno a onorare le porte della città. Uno dei più grandi artisti dell’epoca, Benvenuto Cellini, è incaricato della fabbricazione di un busto che è posto sulla facciata del Forte Stella, capolavoro di cui parla lo stesso autore: “ (...) mediante la bella testa di bronzo che io ho fatto, così grande ritratto di Vostra Eccellenza Illustrissima, che s’è mandato all’Elba”.

Esposto in una nicchia sul portale del Forte Stella, rimane lì fino al 1781 per essere trasferita a Firenze.

La situazione politica continua a non essere favorevole a Cosimo nell’intento di

entrare in possesso dell’isola; la vedova di Jacopo V Appiani rimane irriducibile nel perorare la permanenza della Signoria di Piombino presso la corte di Spagna. Nel marzo del 1557 il duca di Firenze tratta la cessione della Repubblica di Siena e la Signoria di Piombino. La prolungata trattativa diplomatica termina con la rinuncia da parte medicea a tutti i crediti che Firenze vanta su Madrid, in cambio della conferma della conquista di Siena mentre ancora una volta è negata l’Elba che ritorna agli Appiano.

Al Medici rimane il dominio dell’enclave marittima di Cosmopoli con poche miglia intorno.

Durand, 1852, Fortezze di Cosmopoli dal lato occidentale con l Porta del ‘Ponticello’

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ELBA Un isola nella storia

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