Attualità mercoledì 11 giugno 2025 ore 08:57
Giannutri, divieto di portare le api gestite

Il Parco Nazionale Arcipelago Toscano interviene per fare chiarezza dopo una sentenza del Tar
ISOLA DI GIANNUTRI — "A seguito di quanto apparso sulla stampa nella giornata di lunedì, l’Ente Parco, prendendo atto della sentenza del Tribunale Amministrativo Regionale per la Toscana in merito al ricorso presentato dalla società La Pollinosa, ritiene opportuno chiarire che il Collegio giudicante ha ritenuto fondato il primo motivo del ricorso, stabilendo l’illegittimità del diniego impugnato limitatamente alla mancanza di contradditorio con la Società in relazione all’istanza di autorizzazione all’installazione dell’apiario sull’isola di Giannutri".
Si legge in una nota diffusa dal Parco Nazionale Arcipelago Toscano.
"Nella sentenza - prosegue il Parco - si legge poi che la motivazione con la quale è stato ritenuto fondato il ricorso ha reso priva di interesse la disamina delle ulteriori censure avanzate dalla Società ricorrente. Ciò premesso, come chiaramente affermato in sentenza, resta impregiudicata per l’Ente Parco la facoltà di riesercitare le proprie prerogative, nel quadro degli indirizzi conformativi della pronuncia, ossia nel rispetto delle norme sul procedimento amministrativo. Pertanto, l’Ente Parco, nell’affermare che si uniformerà al pronunciamento del TAR Toscana, ribadisce, convintamente, che confermerà il divieto di portare api gestite sull’isola di Giannutri, adottando i necessari provvedimenti".
"Si continuerà a lavorare per applicare i risultati ottenuti dagli studi condotti negli ultimi anni nell’Arcipelago Toscano da ricercatori specialisti del settore e finanziati dal Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, - aggiunge il Parco - con il coordinamento dell’Istituto Superiore per la Protezione dell’Ambiente (ISPRA), mettendo a punto nuove misure regolamentari. In questo caso non è in discussione il valore che l’Ente Parco attribuisce alla pratica zootecnica apistica nel contesto dell’agricoltura tradizionale, che tra l’altro viene condotta da decenni in alcuni siti del territorio dell’area protetta".
"Il vero punto su cui ragionare - prosegue il Parco - è come proteggere i popolamenti selvatici di impollinatori che vivono in territori con alti vincoli di protezione e per i quali si registrano situazioni di sofferenza, in parte attribuibili alla realizzazione di alcune pratiche zootecniche. Come più volte ribadito dal Presidente del PNAT Giampiero Sammuri in un parco nazionale non tutte le attività vengono consentite a prescindere e senza limitazioni; regole e zonizzazione rappresentano gli strumenti che un ente parco deve utilizzare, in applicazione della legge quadro sulle aree protette (legge 394/1991), per disciplinare le diverse attività".
"Questo certamente vale anche per l’apicoltura (che è consentita e sarà consentita in gran parte della superficie dell’area protetta), così come vale per l’agricoltura, la zootecnia, la pesca, il turismo ed altre attività.- prosegue il Parco - Le risultanze degli studi e i dati oggi disponibili verranno tradotti in provvedimenti gestionali che andranno a modificare e ad aggiornare quanto previsto dalla deliberazione del Consiglio Direttivo del 2001".
"L’Ente Parco precisa, infine, che le autorizzazioni rilasciate a partire del 2019 alla società La Pollinosa per il posizionamento di apiari sull’isola di Giannutri hanno sempre avuto carattere “temporaneo” e che nessuna aspettativa poteva essere vantata dalla ricorrente circa rinnovi per le annualità successive, in quanto l’Ente Parco, nelle suddette autorizzazioni, ha sempre chiaramente specificato l’esistenza di studi per valutare la situazione dei vari impollinatori sull’isola di Giannutri", conclude il Parco.
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