Cronaca sabato 09 agosto 2025 ore 12:00
Inchiesta Moby-Cin, 70 indagati

Procedono le indagini della Procura di Genova sull'ipotesi di corruzione. Fra gli indagati anche Vincenzo Onorato ed esponenti delle forze dell'ordine
GENOVA — Sarebbero 70 le persone indagate, tra ufficiali e vertici della Capitaneria di porto ma anche di altre forze dell'ordine, accusate di favori connessi al loro ruolo in cambio di biglietti gratuiti sui traghetti.
E' quanto emerge dagli sviluppi dell'inchiesta per corruzione, portata avanti dal pubblico ministero Walter Cotugno della procura della Repubblica di Genova, che nei giorni scorsi ha chiesto il sequestro delle caselle di posta elettronica di 14 tra i vertici e i dipendenti indagati delle compagnie di navigazione Moby, Cin, e Toremar. Tra gli indagati anche Vincenzo Onorato.
Alle tre società la procura contesta la responsabilità amministrativa dell'ente. L'acquisizione delle caselle di posta elettronica, secondo l'accusa, servirebbe per ulteriori verifiche, perchè già in alcune caselle analizzate sarebbero emerse le prove della pratica di regalare i biglietti a chi avrebbe potuto essere utile per eventuali controlli sui traghetti.
Dalle indagini sarebbe anche emerso che uno degli indirizzi di posta elettronica di Moby veniva svuotato ogni giorno e quindi non è stato possibile recuperare le conversazioni.
L'inchiesta era venuta alla luce lo scorso mese di Aprile e aveva portato al sequestro di alcuni traghetti per un valore di 64 milioni di euro.
Un sequestro poi annullato dal tribunale del Riesame. Secondo l'accusa, alcuni traghetti della società sarebbero stato privi dei requisiti richiesti dalla normativa internazionale in materia ambientale.
Sempre in base all'accusa, i dirigenti della compagnia avrebbero regalato biglietti ad esponenti della Capitaneria di di porto affinché facessero finta di nulla.
Secondo la procura questo modo di agire sarebbe la prova di un "meccanismo corruttivo impressionante".
Nel frattempo il gruppo Moby attraverso una nota ha dichiarato che "Questo sequestro del pm di Genova è l'ennesima riedizione di identici provvedimenti di sequestro che sono stati giudicati come illegittimi e quindi annullati sia dal Tribunale dei riesame di Genova che dalla Corte suprema di Cassazione".
"Riteniamo l'ultimo provvedimento illegittimo alla stessa stregua di quanto già ritenuto illegittimo dalla magistratura giudicante. Non si tratta di sequestro di nuovi documenti ma di documenti già sequestrati e illegittimamente ancora nelle mani del pubblico ministero", ha concluso il gruppo Moby.
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