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Attualità venerdì 29 gennaio 2016 ore 17:12

L'antico dipinto torna a splendere

L'“Anna che insegna a leggere a Maria”, manufatto del '600, è stato restaurato e riconsegnato alla chiesa della Madonna delle Grazie



CAPOLIVERI — Cinque opere d'arte sono tornate a splendere nella chiesa della Madonna delle Grazie. Ci sono voluti tre anni di paziente e certosino restauro per riportare all'antico splendore i manufatti. 

Un percorso cominciato nel 2013 con il crocifisso ligneo del XVII° secolo, recuperato dalla restauratrice Monica Chiessi di Portoferraio. Poi è stata la volta di tre importanti dipinti a olio su tela, il cui restauro è stato curato da Silvia Zecchini: una Annunciazione del XVII° secolo, una Resurrezione che sul retro della tela porta firma e data (“Amedeo Frattini dipinse l’anno 1905”), un grande dipinto raffigurante la Madonna con Bambino, Sant'Andrea con la tipica croce a X e San Mamiliano che porta al guinzaglio un piccolo drago alato (simbolo del paganesimo) ormai domato. 

Pochi mesi fa la stessa restauratrice ha portato a termine con successo, sotto la direzione di Amedeo Mercurio, storico dell’arte della Soprintendenza alle Belle Arti di Pisa e Livorno, un complicato intervento di restauro su un dipinto a olio su tela di notevoli dimensioni (metri 2,40 x 1,70) esposto nella Chiesa Delle Grazie di Capoliveri. 

Il dipinto ha come soggetto “Anna che insegna a leggere a Maria”. L'opera mostrava imperfezioni diffuse, a partire dal supporto tessile e da lacerazioni della tela per arrivare allo sporco che si era depositato sulla pittura in maniera così abbondante da renderla in gran parte illeggibile.

Durante le operazioni preliminari è stato possibile osservare sull’intera superficie una preparazione rossastra e un film pittorico molto deteriorato: il consolidamento e l'integrazione pittorica sono stati indispensabili per la salute futura dell’opera stessa. 

Sul retro della tela è stato effettuato un intervento minuzioso per fortificare le zone deboli (soprattutto le cuciture) con il sottilissimo filo di lione (tetex) e, successivamente, è stato applicato il bewa film con l'utilizzo del termocauterio. 

In alcune zone è stato necessario eseguire un doppio intervento per essere più sicuri della resa a lungo termine. Eliminato lo sporco e eseguite con la necessaria cautela le operazioni di consolidamento, risanamento, pulitura e ritocco, la tela seicentesca è risultata molto più brillante e i colori sono ritornati splendenti. 

Anche questa volta il restauro del dipinto e della relativa cornice lignea è stato finanziato interamente dalla Nykor Pilot Pen Italia, azienda bolognese guidata da Piero Tomassini.


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