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Attualità giovedì 06 aprile 2017 ore 16:55

Il simbolo del Comune giace abbandonato

Il recupero della torre appianea fermo nella palude burocratica, un gruppo di cittadini la vuole restaurare ed aprire al pubblico



CAMPO NELL'ELBA — E' su quel promontorio che sovrasta il golfo che è nata la Marina. Quella che poi diverrà Marina di Campo e arriverà a ospitare il municipio del comune ebbe origine alla fine del 1500 da una torre di avvistamento militare e una casa di sanità per il trattamento degli equipaggi imbarcati.

La torre appianea di Marina di Campo è stato il punto zero del secondo comune turistico dell'Elba, tanto da guadagnarsi il centro dello stemma comunale, e giace abbandonata: una struttura secolare di pietra schiacciata dal peso della carta.

La carta naturalmente è quella degli uffici (comunali, provinciali, militari) in cui si è arenato il progetto di restauro e recupero di quello che è, a tutti gli effetti, il simbolo di Campo.

Parente delle torri di Marciana Marina e Rio Marina, quella di Marina di Campo è dismessa dagli anni '60 e ha ospitato anche un faro e una stazione radio. Ha resistito al tentativo, per fortuna fallito, di acquisto da parte di un privato che voleva farne residenza estiva ed è, ad oggi, proprietà del demanio militare insieme agli alloggi che ne costituiscono una pertinenza.

Per salvarla e restituirla al paese si è costituito e lotta da anni un gruppo di cittadini, il Gruppo La Torre, che dopo aver salvato la vicina Torre di San Giovanni, ha presentato fin dal 2006 un progetto di restauro che ne prevede l'apertura al pubblico con lo scopo di farne uno spazio espositivo e un centro di attrazione turistica dato lo spettacolare panorama che abbraccia tutto il golfo.

"L'occasione nacque - spiega il responsabile dell'associazione Giorgio Giusti - quando un'innovazione della legge permetteva l'acquisizione del demanio da parte del Comune se utilizzato a scopi culturali. Da allora le amministrazioni hanno provato ad acquisire la Torre ma al momento il procedimento è fermo".

Un primo tentativo fu fatto con la legge sul federalismo demaniale ma cadde nel vuoto e l'ultimo atto ufficiale di cui si ha traccia risale al 6 maggio 2015 quando l'amministrazione comunale chiese al demanio marittimo la gestione dell'immobile.

"A quanto sappiamo - continua Giusti - il demanio marittimo ha chiesto di separare la parte dell'alloggio e del faro, che rimarrebbero alla Marina, dalla Torre ma la caduta della giunta ha fermato tutto e ora non sappiamo a che punto è quel progetto".

Il tempo non gioca a favore del recupero. Se pure sostanzialmente integra, infatti, sulla struttura della torre cominciano ad essere evidenti i segni dell'incuria: si notano lesioni al corpo centrale e il parapetto della scalinata di accesso è in alcuni punti crollato.

"Negli anni scorsi - spiega Giusti - ordinammo uno studio all'architetto Ricci che nella sua relazione finale indicava come causa un movimento alla base della torre. Suggeriva di installare degli indicatori per monitorare la situazione ma non è stato possibile farlo e quindi non sappiamo in realtà quanto sia sicura. E' importante intervenire per capire che sta succedendo".

A questo va aggiunto un elemento: la risacca del mare sta progressivamente erodendo il terrapieno alla base della torre e questo elemento non è monitorato da anni, è quindi difficile qualificare il grado di tenuta della struttura alla base.

"E' l'unico elemento architettonico antico di Marina di Campo - conclude Giusti lanciando un appello - spero che il prossimo sindaco faccia chiarezza sul perchè è tutto fermo e prenda a cuore la storia stessa del paese".

Lo stato di abbandono dell'area è poi ben testimoniato nella galleria sotterranea che parte a qualche metro dalla base della scalinata di accesso: prima e oltre la grata si stende infatti un tappeto di rifiuti, bottiglie e sporcizia che non fanno onore al simbolo del comune.

Luca Lunedì
© Riproduzione riservata


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