Politica martedì 23 dicembre 2025 ore 15:30
Traghetti, "compagnie private non interessate"

Pino Coluccia, ex sindaco di Rio nell'Elba, commenta quanto sarebbe emerso dal bando per la continuità territoriale
ARCIPELAGO TOSCANO — "C'era da aspettarselo, questa specie di "serrata padronale" delle compagnie private di navigazione di non partecipare al bando indetto attualmente dalla Regione Toscana per l'assegnazione, per i prossimi anni, del Contratto di Servizio per assicurare i collegamenti marittimi per le isole dell' Arcipelago Toscano, con i relativi servizi, garanzie e a prezzi e condizioni concordate".
Pino Coluccia, ex sindaco di Rio nell'Elba ed ex consigliere provinciale commenta quanto sarebbe emerso dal bando per i collegamenti marittimi con le isole toscane.
"Sarà la sola Toremar a partecipare, almeno così viene riportato sulla stampa locale. - prosegue Coluccia -Toremar è nata come compagnia pubblica (L.169, pubblicizzazione dei collegamenti marittimi con le isole minori, anni '70), dello Stato e poi passata alla Regione Toscana, che, successivamente fu privatizzata per una nuova legge che riprivatizzava i collegamenti marittimi (governo Berlusconi)".
"Qualcuno si chiede ipocritamente come mai di questo atteggiamento delle compagnie private, per lo più, oltre i "minus habentes", i fans della privatizzazione estrema di tutto ciò che fa economia, cioè profitto ed è per questo che si affidano alle virtù della libera concorrenza, del libero mercato, per poi scoprire che questa si risolve sempre in un monopolio o in una concertazione subdola fra gli stessi di prezzi e tariffe. - prosegue Coluccia - Addirittura si incolpa la Regione Toscana perché ha assunto, con ragione, un atteggiamento fermo, proprio a tutela degli interessi pubblici e non di qualche privato, che pensava forse di poterla ricattare. La verità, confermata dall'esperienza e dai fatti verificatisi in questi anni di privatizzazione, è che al privato, di concorrere per gestire un contratto pubblico di servizio non interessa. Assicurare le corse anche con condizioni meteo alterate, viaggiare comunque anche con navi non a pieno carico per rispettare gli orari, avere prezzi e tariffe stabili, effettuare un numero congruo di corse per il periodo invernale, fare orari compatibili con le esigenze di chi lavora o studia, coordinati e in coincidenza con altri mezzi di trasporto locale, avere navi efficienti e sicure, ammodernare e diversificare il naviglio vetusto e insicuro, svolgere il servizio su più linee e non solo su Portoferraio, è da queste compagnie private considerato un onere insostenibile, che non accettano, preferendo viaggiare e navigare solo quando ci sia un assicurato guadagno, altrimenti stanno ferme in banchina; quindi preferibilmente nel periodo turistico dove il loro scopo è appunto quello di viaggiare a pieno carico in arrivo o partenza, il resto non gli interessa".
"Per resto - prosegue Coluccia - si intende una responsabilità sociale verso le comunità isolane e verso il territorio che è fonte dei loro guadagni. Questo è ciò che fa la differenza tra Pubblico e Privato".
"Quindi se gli Elbani o, in generale gli abitanti delle isole minori Italiane che legittimamente aspirano a vedr realizzate buone e sufficienti condizioni di vita, mobilità per lavoro, studio, salute, cultura e affari, nella loro vita di isolani residenti, tutto ciò lo potranno vedere realizzato solo in un sistema di continuità territoriale, gestito pubblicamente e devono sperare che le loro Regioni e la Regione Toscana meno male lo sta facendo, provvedano a finanziare contratti pubblici di servizio nei collegamenti marittimi e non solo in questi, dal momento che anche le aziende private di trasporto terrestre e aeree beneficiano di contratti pubblici di servizio, innanzitutto in favore dei residenti e per lo sviluppo economico", conclude Coluccia.
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