Attualità giovedì 11 marzo 2021 ore 15:30
"No all'uccisione dei mufloni delle isole toscane"
Il Coordinamento Associazioni Animaliste Regione Toscana scrive al Parco nazionale Arcipelago toscano per tutelare la vita dei mufloni
ARCIPELAGO TOSCANO — Il Caart, Coordinamento Associazioni Animaliste Regione Toscana, ha inviato una lettera aperta al Parco nazionale Arcipelago toscano in cui "chiede ancora una volta e con maggiore convinzione all'Ente Parco dell'Arcipelago Toscano nella persona del presidente Sammuri e ai consiglieri tutti di ripensare alla decisione di eradicare il muflone nelle isole toscane, al Giglio e all'Elba".
Questo anche alla luce del fatto che alcuni piccoli agricoltori dell'Isola del Giglio proprietari di vigneti, frutteti, seminativi e orti hanno fatto sapere che "i mufloni non rappresentano un pericolo per l'agricoltura locale in quanto, per evitare la possibilità di eventuali brucature, è sufficiente installare una recinzione", spiegando che "i vigneti provvisti di recinzione non hanno mai ricevuto alcun danno da mufloni, segno che una semplice recinzione di circa 150-170 centimetri offre una protezione adeguata a salvaguardarli".
Il muflone del Giglio, secondo questi agricoltori ormai farebbe parte della natura dell'isola e ne rappresenterebbe l'anima più arcaica.
"Quale dovrebbe essere la finalità principale dell'esistenza di un parco nazionale? - chiedono dal Caart - Non dovrebbe essere quella di salvaguardare e proteggere flora e fauna locali, aumentare la sensibilità e l'empatia verso il nostro patrimonio di biodiversità, una natura di cui noi esseri umani non siamo i beneficiari, i fruitori senza rispetto e responsabilità, ma ne siamo parte? Ma forse ci sbagliamo e la finalità è un'altra?"
"Chiediamo allora proseguono dal Caart - quale sia, anche perché siamo cittadini consapevoli e sappiamo che gli animali sono "patrimonio dello Stato" a maggior ragione in una zona che dovrebbe proteggerli. Il progetto Life Lets Go Giglio ha avviato l'eradicazione del muflone dall'isola del Giglio e dall' Elba, perché gli amministratori dell'Ente Parco hanno considerato il muflone specie alloctona, ma non lo è in quanto proviene dalla Sardegna e dunque può essere considerata a pieno titolo "specie parautoctona".
"Allora chiediamo ancora una volta: perché decidere di eradicare il muflone dal parco usando i fondi europei di oltre un milione e mezzo di Euro? - proseguono dal Caart - Eradicare, cioè uccidere tutti i mufloni sparando loro crudelmente dovrebbe essere "l'ultima ratio ", l'ultima soluzione dopo aver tentato ogni altra via ecologica, cioè non violenta, come raccomanda la legge. A quanto pare nel caso dei danni da mufloni è sufficiente una recinzione utile anche per contenere i conigli selvatici. Non vorremmo che dopo i mufloni la stessa sorte toccasse ai conigli."
Secondo il Caart "L'Ente Parco potrebbe nel caso aiutare economicamente gli agricoltori che avessero necessità, attingendo a quei finanziamenti europei che potrebbero in questo caso avere davvero una utilità didattica: favorire la giusta convivenza fra l'uomo e gli animali (altra finalità e scopo dell'esistenza di un parco). Il Presidente Sammuri il 3 Marzo presenta con entusiasmo in un evento on line "Il ritorno della foca monaca nell'arcipelago toscano ". Tutti gli animali sono importanti, degni di protezione, di rispetto e considerazione. Forse la foca monaca entusiasma perché è rara? Magari se iniziasse a nutrirsi di troppi pesci diventerebbe nociva? E giustificherebbe la sua uccisione? E' giunto davvero il momento di cambiare questa mentalità antropocentrica che considera un animale solo per la sua utilità per l'uomo. Un animale è parte della natura esattamente come l'uomo è parte della natura.
Il Ministro della Transizione Ecologica Cingolani si è espresso sulla necessità di una visione globale dell'ambiente, una visione che non deve più considerare la natura solo riguardo all'utilità e ai bisogni umani".
"Un parco - dichiarano dal Caart - ha ragione di esistere soltanto se attua politiche che favoriscano la protezione di flora e fauna, se insegna la giusta convivenza fra uomini e animali presenti. Altrimenti il parco ha fallito nei suoi intenti e soprattutto mostra un'immagine sbagliata e negativa alle giovani generazioni, ai bambini che ancora guardano alla natura con occhio innocente e non viziato dagli interessi".
In allegato la relazione di Mariangela Corrieri, presidente di Gabbie Vuote, Membro del Caart, che sulla "parautoctonia" del muflone e contesta, dati e leggi alla mano, le motivazioni addotte dagli organi del parco sulla necessità di eradicazione.
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