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Cronaca martedì 28 febbraio 2017 ore 17:33

"Io, vittima della macchina del fango"

Parla Marcella Merlini, funzionaria del Comune, finita al centro delle polemiche riesi dopo la menzione del processo davanti alla Corte dei Conti



RIO NELL'ELBA — Ci tiene a dare la sua versione e a proclamare la propria difesa Marcella Merlini, funzionaria del Comune di Rio nell'Elba che da qualche giorno si sente al centro di un assedio mediatico a causa di quanto apparso nella relazione del procuratore regionale della Corte dei Conti durante l'inaugurazione dell'anno giudiziario.

Il caso è nato quando, durante la sua relazione annuale, il procuratore Andrea Lupi, ha menzionato fra i casi pendenti davanti alla corte tributaria toscana, quella di un comune isolano nel quale il responsabile del servizio tributi è stato chiamato a rispondere in giudizio per un ammanco di 940mila euro: "Per aver disposto il pagamento alla società affidataria del servizio di accertamento tributario relativo all’ICI di una somma a titolo di aggio corrispondente in sostanza al 90,06% delle entrate accertate, nonostante un disciplinare prevedesse un aggio percentuale non superiore al 37,5%".

Nella piccola realtà elbana è stato abbastanza semplice unire i puntini e individuare nel comune interessato quello di Rio nell'Elba e nella persona finita a giudizio in Marcella Merlini: "Sono stata messa alla gogna senza che nessuno mi abbia chiesto come stanno le cose - ci spiega - deve esserci ancora la prima udienza del processo e per tutti sono già condannata. Su di me si è attivata una vera macchina del fango e questa è la prima volta che riesco a dare la mia versione".

I fatti contestati dal procuratore della Corte dei Conti risalgono al 2005 quando l'amministrazione comunale stipulò un contratto con l'Etruria srl per affidare il servizio di riscossione dell'Ici. Un contratto in essere fino al 2009 quando la nuova amministrazione subentrata decise di gestire il servizio in proprio.

"Non avevamo le forze per compiere gli accertamenti - spiega Merlini - e ci siamo rivolti ad un soggetto che aveva già svolto questo compito per altre due amministrazioni elbane: Rio Marina e Campo nell'Elba, stipulando con loro lo stesso contratto che prevedeva l'aggio del 37,5%".

In pratica l'Etruria accertava i debitori dell'imposta comunale e tratteneva come compenso il 37,5% di quanto accertato. Secondo l'accusa sostenuta dal procuratore regionale invece la fetta che spettava al privato era di molto superiore, fino al 90%. Il mancato incasso dovuto alla differenza avrebbe quindi formato il mancato introito per il Comune di 940mila euro.

"Questa cosa del 90% non è vera e l'ho dimostrata nelle memorie difensive che ho consegnato alla Corte dei Conti - continua - anzi ad un certo punto abbiamo affidato allo stesso soggetto anche l'accertamento della tassa sui rifiuti ottenendo uno sconto che portava l'aggio al 36%".

La vicenda processuale avrà inizio solo fra qualche mese con la prima udienza nella quale verranno ascoltate le parti e messe a confronto le tesi di accusa e difesa: "Ma nel frattempo non ci sto a passare da disonesta - conclude Merlini - io non ho fatto niente di male e posso dimostrarlo. Quello che mi fa veramente rabbia è che nessuno, neanche in Comune, si sia degnato di chiedere la mia versione ma sono stata condannata senza appello".

Luca Lunedì
© Riproduzione riservata


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