Attualità lunedì 05 dicembre 2022 ore 15:46
Si allarga il fronte del no al cibo sintetico
Dalla Val di Cornia e bassa Val di Cecina all'Elba fino a Livorno, le istituzioni hanno firmato la petizione Coldiretti per tutelare la filiera
PROVINCIA DI LIVORNO — Si allarga il fronte comune contro il cibo sintetico grazie alla petizione promossa da Coldiretti, Fondazione Campagna Amica, Filiera Italia e World Farmers Markets Coalition. L'iniziativa mira a promuovere una legge che vieti la produzione, l’uso e la commercializzazione del cibo sintetico in Italia per tutelare il futuro degli allevamenti e dell’intera filiera del cibo Made in Italy.
Oltre all'adesione a livello regionale (leggi qui l'articolo collegato), tra i sindaci firmatari ci sono quello di Piombino in Val di Cornia Francesco Ferrari, di Rosignano Daniele Donati e di Bibbona Massimo Fedeli, dall'Elba il sindaco di Capoliveri Walter Montagna e il presidente del Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano Giampiero Sammuri. Le ultime due firme arrivato dal sindaco di Livorno Luca Salvetti e dal vescovo monsignor Simone Giusti.
“Le bugie sul cibo in provetta confermano che c’è una precisa strategia delle multinazionali che con abili operazioni di marketing puntano a modificare stili alimentari naturali fondati sulla qualità e la tradizione. – ha spiegato Simone Ferri Graziani, presidente Coldiretti Livorno - Siamo pronti a dare battaglia poiché quello del cibo Frankenstein è un futuro da cui non ci faremo mangiare. E’ una battaglia di civiltà. L’adesione di migliaia di cittadini livornesi è fino a qui straordinaria così come della politica e delle istituzioni che hanno subito compreso i rischi di questa deriva senza precedenti e di affiancarci in questa battaglia”.
L’obiettivo di Coldiretti è impedire che finiscano sulle nostre tavole la carne prodotta in laboratorio, il latte senza mucche ma anche il pesce senza mari, laghi e fiumi, le uova covate senza galline, il miele senza il volo delle api. Prodotti che potrebbero presto inondare il mercato europeo sulla spinta delle multinazionali e dei colossi dell’hitech.
Sono già oltre 200mila le firme raccolte a livello nazionale, mentre prosegue nelle sedi Coldiretti e nei mercati.
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