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Attualità giovedì 05 febbraio 2015 ore 16:46

I 5 Stelle elbani analizzano la riforma sanitaria

​Il Meetup Portoferraio-Elba, gruppo attivisti M5S, commenta puntualmente le novità introdotta dalla riforma sanitaria allo studio in Regione



PORTOFERRAIO — La situazione dei piccoli ospedali, delle strutture insulari (Elba, monte Amiata, montagne pistoiesi e Garfagnana), dei presidi sanitari territoriali non sembra promettere niente di buono per i servizi forniti ai cittadini. E la storia recente ci ha insegnato che le promesse sono immancabilmente accompagnate da smentite...

Le nostre perplessità sulla attendibilità delle rassicurazioni nascono da alcune notizie che giungono dal Governo e dalla Regione. La prima notizia è che le Regioni, piuttosto che impegnarsi a ridurre inefficienze e sprechi per recuperare 4 mld richiesti dalla Legge di Stabilità, rinunciano ai 2 miliardi di aumento del Fondo Sanitario Nazionale. Peraltro, alla notizia della rinuncia ai 2 mld, nessuno ha replicato, tranne la Regione Veneto che ha alzato le barricate e i portatori di interesse privati (Farmindustria, Assobiomedica, AIOP, Federfarma, Assobiomedici).

La seconda, è la proposta di legge che la giunta regionale ha resa pubblica qualche giorno fa si intitola “disposizioni urgenti per il riordino dell’assetto istituzionale e organizzativo del SSR”; essa si occupa del famoso “accorpamento” delle ASL toscane. Noi, del gruppo di lavoro sanità del Movimento 5 Stelle abbiamo ricavato alcune osservazioni dallo studio di questa proposta di legge. 

La regione ha reso disponibile i documenti, tra cui la “relazione tecnico-finanziaria” e noi abbiamo potuto sviluppare questo testo critico. Si tratta di un incidente? L’assetto organizzativo sarà il seguente: 

a) il comitato operativo di area vasta (COAV). Il DGAV (Direttore Generale Area Vasta) costituisce il COAV (Comitato Operativo Area Vasta) con i DG (Direttori Generali) delle ASL e delle AUO (Aziende Ospedaliere Universitarie) della nuova USL di area vasta e il DG dell’ESTAR (Ente di Supporto Tecnico Amministrativo Regionale). Per la USL centro si tratta di un comitato con almeno ben 9 membri.

b) i dipartimenti interaziendali (DIA) sono la struttura portante della riforma .All’interno dei DIA vengono formati due organismi decisionali: il comitato dei dipartimenti interaziendali (CDIA), composto, per l’area vasta centro, da almeno 27 membri, e una “assemblea di dipartimento” (AD) con un coordinatore per ciascuno degli almeno 9 dipartimenti. Ad onor del vero, la regione dichiara che i partecipanti non percepiranno alcuna retribuzione supplementare. Tuttavia, precisiamo noi, la partecipazione a questi organi comporterà un impegno orario, che quindi si potrà tradurre, per i membri, in un minore presenza sul versante assistenziale, che è quello che interessa i cittadini.

a) Le ASL non scompaiono! Ad esse si aggiungono invece le tre USL coincidenti con le aree vaste,

b) Resta un Direttore Generale per ogni singola ASL, i Direttori Amministrativi Aziendali verranno riciclati ed i 12 Direttori Sanitari Aziendali sostituiti da 27 coordinatori di dipartimento interaziendale.

c) Facendo due conti (e semplificando): prima c’erano 12 Direttori Generali, 12 Direttori Sanitari Aziendali e 12 Direttori Amministrativi Aziendali , totale 36. Con il riordino ci saranno 3+12 Direttori Generali e 9 x 3 coordinatori di dipartimento (almeno), totale 42, senza contare cosa succederà ai Direttori Amministrativi Aziendali. 

La presenza di nuove figure dirigenziali genererà senza dubbio conflitti di ruolo che non semplificheranno le decisioni. Nella “Relazione tecnico-finanziaria” la regione illustra i nuovi oneri (i “costi sorgenti” ) saranno di 2.493.397 euro (sempre che agli staff NON venga aggiunto alcun “membro esterno”, ipotesi da ritenersi improbabile). I minori costi stimati (“costi cessanti”) ammonteranno a 5.233.382 euro, derivanti dalla cessazione degli stipendi degli attuali DG, DSA, DAA e DSS. 

In realtà i “costi cessanti” sono gravati da una rilevante quota di “costi sommersi”, ovvero costi che non scompariranno col nuovo regime. Si tratta degli stipendi del ruolo precedente dei dipendenti ASL che attualmente ricoprono ruoli dirigenziali apicali. Le ASL non diminuiranno, i vertici burocratici aumenteranno di numero, così come gli staff improduttivi delle varie direzioni e dipartimenti. Anziché scomparire, le vecchie ASL verranno affiancate da “organismi di raccordo” con le tre USL di nuova istituzione. E’ questo il caso dei “comitati operativi di area vasta” e dei “comitati dei dipartimenti interaziendali”. 


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