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DISSALATORE martedì 30 luglio 2019 ore 19:30

Ait,"Il dissalatore unica alternativa per l'Elba"

Rendering del progetto del dissalatore a Mola

Autorità Idrica Toscana annuncia che lo Stato ha messo a disposizione 3 milioni di euro e che l'opera ha le risorse finanziarie per essere realizzata



FIRENZE — "I Comuni dell’Isola d’Elba e quelli della Val di Cornia non dovranno impegnare soldi delle loro amministrazioni per la costruzione e la messa a regime del dissalatore di Mola. Il piano nazionale degli acquedotti copre i 3 milioni che fino a ieri erano a carico degli enti locali livornesi", inizia così una nota di Autorità Idrica Toscana (Ait).

Ait inoltre spiega che questa mattina si sono incontrati nella sala consiliare del Comune di Piombino i sindaci della Val di Cornia e dell’isola d’Elba, convocati dall’assessore all’ambiente della Regione Toscana, Federica Fratoni, e dal direttore dell’Autorità Idrica Toscana, Alessandro Mazzei, per parlare del bilancio idrico della zona sud della provincia di Livorno (Elba e Val di Cornia) e per spiegare le ragioni del dissalatore di Mola

All'incontro erano presenti i tecnici di Ai e di Asa per fornire tutte le informazioni di dettaglio. Hanno assistito all’incontro anche Isabella Bonamini dell’Autorità di Distretto dell’Appennino settentrionale e il consigliere regionale Gianni Anselmi, espressione del territorio.

"Sono tre i milioni messi a disposizione dallo Stato nel piano nazionale degli acquedotti per il dissalatore di Mola. - si legge nella nota di Autorità Idrica Toscana - In questo modo l’intera somma (circa 15 milioni) per la costruzione dell’opera che metterà in sicurezza la risorsa idrica dell’Isola d’Elba non graverà sui Comuni dell’isola né su tutti gli altri della provincia di Livorno". 

"L’intervento governativo centrale - sottolineano da Autorità Idrica Toscana, proseguendo quindi con il progetto del dissalatore a Mola -  è la svolta che pone l’opera del dissalatore come concreta soluzione per le necessità idriche dell’Elba e, adesso, la soluzione concreta perché interamente finanziata. Infatti, le risorse impegnate dai vari Enti sono tutte destinate e finalizzate all’attuazione del progetto del dissalatore elbano, e ogni eventuale progetto alternativo non ha la momento alcuna risorsa finanziaria e non potrà utilizzare le risorse economiche del dissalatore, perché esse sono collegate a un progetto esecutivo". 

"In sostanza, - precisano da Ait - qualora si dovesse scartare la costruzione del dissalatore, si dovrà comunque trovare una soluzione all’emergenza idrica dell’isola e dell’intera zona della Val di Cornia, e sarà un’alternativa che dovrà trovare da capo le risorse economiche necessarie".

Nella nota di Autorità Idrica Toscana si legge inoltre che "il Bilancio idrico dell’Isola d’Elba ha messo insieme i dati disponibili tra il 1956 e il 2017, quindi uno studio ben supportato da dati storici. L’isola ha un’eccedenza idrica di 45milioni mc/anno, che rappresenta il quantitativo di risorsa rinnovabile. Purtroppo di questa eccedenza l’infiltrazione totale è soltanto del 20 per cento, cioè circa 9milioni metri cubi/anno. Il restante 80 per cento, pari a 36milioni metri cubi/anno, è la risorsa che non si infiltra nelle falde e va perduta, ruscellando a mare durante le precipitazioni. A questi 9milioni metri cubi/anno che restano a disposizione si aggiungono i 5milioni metri cubi/anno che è la risorsa importata dalla Val di Cornia, tramite la condotta sottomarina. Si arriva così a 14milioni metri cubi/anno che sono la quantità sufficiente alla soddisfazione del fabbisogno annuale dell’isola".

"Il problema - secondo Ait - è la poca resilienza del sistema elbano rispetto ai cambiamenti climatici: in relazione alla variabilità delle piogge l’infiltrazione totale media di 9milioni metri cubi/anno può variare del 31 per cento (circa 3milioni metri cubi/anno) in eccesso, in situazioni piovose, o in difetto, in situazioni siccitose. È fondamentale spiegare che, in situazioni siccitose, la scarsa disponibilità d’acqua si manifesta anche in Val di Cornia, riverberandosi quindi in una minore disponibilità di acqua da portare verso l’isola con la condotta sottomarina".

Secondo Autorità Idrica Toscana "una soluzione potrebbe essere quella di intercettare parte dei 36milioni metri cubi/anno dell’acqua che viene persa per ruscellamento. Nel caso il quantitativo minimo da intercettare per l’equilibrio tra risorsa sotterranea disponibile e consumo idrico viene stimato in circa 7milioni metri cubi/anno. Quindi, è possibile intercettare 7/10milioni mc/anno delle acque che piovono sull’isola, per mettere in sicurezza il suo approvvigionamento idrico?"

Ma sempre secondo Autoritò Idrica Toscana "lo studio in questo caso dimostra ampiamente che la costruzione di invasi o di condotte avrebbe un impatto ecologico e ambientale per l’Elba di proporzione insostenibile ai fini del mantenimento del territorio isolano in una situazione appetibile per i turisti. Inoltre la messa in opera di questi interventi (anche nel caso di uno scellerato utilizzo e scempio dell’ambiente) avrebbe dei costi enormi".

Quindi, secondo l'Autorità Idrica Toscana, l'unica possibilità a breve-medio termine per l’Elba è la costruzione del dissalatore di Mola. "Infatti, l’impianto di dissalazione consente di aumentare la resilienza del territorio rispetto a eventi critici, - si legge ancora nella nota di Ait - come un eventuale guasto sulla condotta sottomarina o eventi climatici avversi (siccità prolungata). Il dissalatore consente anche di gestire le risorse locali rinnovabili con maggiore flessibilità potendo massimizzare la ricarica invernale negli acquiferi. L’impianto progettato per Mola è costituito da 4 moduli da 20 litri al secondo che potranno entrare in funzione progressivamente in relazione all’incremento stagionale della domanda. Tale modularità aumenta anche la sicurezza dell’impianto rispetto a eventuali guasti elettromeccanici a favore della continuità del servizio".

"La garanzia di un servizio continuo - sottolineano da Ait - anche durante la punta della domanda estiva è essenziale per tutelare la popolazione presente sull’isola e le tante attività economiche legate al turismo. In ogni caso la priorità per la costruzione del dissalatore è quella di mettere in sicurezza nel breve termine il sistema di approvvigionamento idrica dell’isola, rispetto a un possibile disservizio temporaneo o permanente della condotta sottomarina (con un’anzianità ormai alta) che, nel caso si verificasse d’estate nel periodo di punta delle presenze, potrebbe configurare una situazione tale da richiedere interventi immediati di protezione civile".

"La necessità di risorsa idrica aggiuntiva all’isola d’Elba, - spiegano da Ait - per l’equilibrio tra risorsa sotterranea disponibile e consumo idrico, necessiterebbe volumi di accumulo da 8,5/12milioni metri cubi/anno. Ciò sarebbe di assai difficile realizzazione, per elevato costo e l’elevato impatto ambientale, in fase di costruzione e di esercizio. Anche la realizzazione di una nuova condotta sottomarina appare una strategia difficilmente percorribile in questa fase, a causa dei costi elevati dell’infrastruttura e della scarsa disponibilità futura di risorsa idrica dalla Val di Cornia per la quale l’obiettivo è quello di ridurre progressivamente gli emungimenti per salvaguardare le caratteristiche qualitative di una falda con alcuni problemi di qualità delle acque, risolti oggi con impianti tecnologici ad alto costo di esercizio e manutenzione".

"Molte isole dell’arcipelago toscano, - concludono da Ait - non meno belle dell’Isola d’Elba, hanno già in funzione un dissalatore che assicura autonomia idrica: l’Isola del Giglio, Giannutri, Capraia. All’Elba, si farà un impianto all’avanguardia, col minimo impatto ambientale. Così l’Isola d’Elba può cominciare a diventare indipendente dal punto di vista idrico".

Resta da capire quali siano state le posizioni espresse dai sindaci elbani alla riunione di questa mattina e quali le iniziative, dato che il Comune di Capoliveri nei mesi scorsi ha iniziato una battaglia insieme al Comitato per la difesa di Lido e Mola contro il dissalatore, sfociata in una delibera in cui venivano indicati profili di illegittimità dell'opera (vedi gli articoli correlati).


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