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Attualità venerdì 19 giugno 2015 ore 18:44

Di migrazioni, immigrati e un'isola abbandonata

Ha suscitato molto scalpore la proposta di fare a Pianosa un centro di accoglienza per i migranti che sbarcano ogni giorno sulle coste. Ecco perchè no



CAMPO NELL'ELBA — E' arrivata come un temporale estivo a increspare le placide acque della vita politica elbana, ormai avviata verso il letargo estivo. La proposta, lanciata in diretta nazionale da Claudio Cerasa, direttore de Il Foglio, di adibire l'isola di Pianosa a centro di accoglienza per i migranti che arrivano (e continueranno ad arrivare) sulle coste patrie.

L'idea ha preso piede: dopo il lancio durante la trasmissione Otto e mezzo (qui potete trovare la puntata) ha rimbalzato sulle colonne dei maggiori quotidiani nazionali.

Immediatamente, da ogni cantone dell'isola si è levato un coro di no, variamente declinato, dal sempre verde "Se ne stiano a casa loro" al più morigerato "Ci manca solo questa". Allo stesso tempo Ruggero Barbetti, sindaco di Capoliveri, è intervenuto a gamba tesa sulla vicenda schierandosi per il sì e contribuendo a rilanciare la discussione nel volano mediatico dei social network.

Concordo con il no: portare a Pianosa centinaia di persone in difficoltà è una cattiva idea. Non per un rigurgito di salvinismo (che pure nell'isola ha fatto presa, riguardatevi gli ultimi dati elettorali) ma perchè non è proprio fattibile. Lo abbiamo scritto anche qui trovandone autorevole conferma nelle parole del vice prefetto Daveti: Pianosa non è attrezzata per poter ospitare una moltitudine di migranti sopravvissuti a quella barbarie che sono le traversate dalle coste libiche.

A Pianosa le strutture dell'ex carcere cadono a pezzi, manca una rete fognaria adeguata, c'è difficoltà a reperire acqua corrente in quantità sufficiente. Per non parlare del fatto che la prima necessità sarebbe portare un'assistenza medica adeguata a chi spesso arriva provato in maniera terribile (e donne e bambini fra gli altri): sarebbe interessante anche solo immaginare una spola via mare tra Pianosa e l'ospedale più vicino che è Portoferraio, in piena stagione turistica.

Viene anche da chiedersi come mai, qualche verifica, non l'abbiano fatta i valenti colleghi de Il Foglio prima di rilanciare quella che Legambiente ha definito "una bischerata".

Allora perchè Pianosa? Come ha fatto ad attecchire subito quest'idea fra persone così distanti e comunque non così sprovvedute? Perchè quest'idea è l'ultima perla di una collana che conta altre alzate d'ingegno quali: un casinò, un aeroporto, una centrale nucleare?

Perchè Pianosa ha un passato che la perseguita. Per anni è stata la dimostrazione viva e vivida del potere dello Stato nella sua declinazione più forte. Quello stesso Stato che l'ha presto dimenticata lasciandola in balia di una storia che ne ha decretato la morte civile. In questo Barbetti ha ragione: prima o poi qualcuno si dovrà prendere la responsabilità di bussare alle porte giuste pretendendo che quel pezzo di Paese abbia anche un futuro.

Chiudendo sui migranti: il problema esiste ed è più grande dell'Italia, richiede una soluzione che lo sia altrettanto. Siamo di fronte ad una migrazione di popoli e quella non la fermi, ci devi fare i conti. Cercando, nel processo, di conservare quella dignità di essere umano che ti impone di non voltarti di fronte a chi soffre. 

Restando sull'Elba: quella levata di scudi che otto sindaci su otto hanno fatto alla richiesta di poter ospitare poche decine di persone che scappano da fame e guerra farà certo riflettere le persone che li hanno votati.

Luca Lunedì
© Riproduzione riservata


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