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Attualità sabato 10 gennaio 2015 ore 09:59

Cer: ​Un prototipo di sanità insulare

I rappresentanti dei Comitati Elbani Riuniti sono stati ricevuti in Regione dove hanno consegnato un documento per un modello alternativo di sanità



PORTOFERRAIO — I cittadini dei comitati hanno infine consegnato il Progetto Pilota Elba elaborato dalla dott.ssa Chiappa, Mario Balatresi, e Manola Balderi presentandolo in Regione al dott. Andrea Leto, Responsabile dell'Area di Coordinamento del Sistema Sanitario Regionale, delegato dall'Assessore Luigi Marroni, presenti il dott. Eugenio Porfido e il segretario dell'Assessore Marroni, dott. Luigi Tucci.

Questi alcuni stralci del documento che potete trovare in allegato:

"E’ proposto un prototipo di sanità insulare per l’Isola d’Elba, terza isola italiana, per l’Ospedale di Portoferraio, l’unico ospedale insulare della Toscana, chiedendo di avere le caratteristiche di un Ospedale di Base (nell’attuale classificazione in 4 livelli della Toscana), facendo riferimento alla legge nazionale (Decreto Balduzzi 9.2.1) che prevede parametri diversi in presidi ospedalieri di aree disagiate (zone montane, isole) anche con un numero di abitanti di riferimento inferiore ad 80.000. I servizi richiesti sono basilari per un buon funzionamento della sanità sull’isola, sia per i residenti, sia per i turisti. Una deroga potrebbe essere accolta, motivandola con le problematiche relative all’insularità.

Situazione attuale

La classificazione in cui siamo stati inseriti: ospedale di Prossimità + Accordo Regionale 2012 è inadeguata per le esigenze attuali. Chiediamo di rivedere l’emendamento richiesto: Ospedale di Base (nella classificazione in 4
livelli) con servizi adeguati in ospedale e sul territorio. In riferimento alla legge nazionale (Decreto Balduzzi) il paragrafo: 9.2.1 (Ospedale sede di Pronto Soccorso) e 9.2.2 (Presidi in zone particolarmente disagiate), definisce le
caratteristiche della struttura ospedaliera e le sue funzioni, portando l’attenzione sulle zone disagiate insulari e montane, in cui valgono criteri di riferimento anche per una popolazione inferiore a 80.000 abitanti. 

Quanto riportato sopra consente la possibilità di porre le basi per realizzare un prototipo di modello insulare sanitario per l’Elba. La Regione Toscana potrebbe fare una deroga per zona disagiata insulare, applicando i parametri riferibili alla classificazione Ospedale di base. 

Punti Chiave:

1) Garantire i servizi essenziali, di buon livello, di elevata qualità, calcolando una popolazione non di soli residenti, ma una media distribuita sull’anno solare di circa 80mila abitanti, con picchi da 200-300mila, considerando la zona disagiata (insulare+ montana); di conseguenza di avere servizi relativi a un ospedale di Base (nell’attuale classificazione in 4 livelli della Regione Toscana) e servizi territoriali adeguati. 

Ricordiamo che l’Ospedale di Portoferraio è l’unico ospedale dell’isola e l’unico ospedale insulare della Regione. E’ ovvio che, qualora la classificazione e/o la nomenclatura cambiasse, deve essere modificata la classificazione dell’ospedale, considerando i parametri sopra indicati (quindi non il livello più basso, ma sempre quello intermedio). Pertanto è indispensabile che l’Ospedale di Portoferraio, unico ospedale dell’Isola, sia dotato delle caratteristiche che possano garantire alla popolazione i servizi nel caso in cui rimanga isolata e c’è impossibilità al trasferimento in elicottero o via mare. 

2) Garantire la possibilità agli elbani di essere seguiti in loco per patologie che non richiedono centri di 2°-3° livello. Considerare le spese che gli Elbani sostengono sia per ricoveri personali, sia per assistenza a famigliari. 

3) In un’ottica di Area Vasta (ad esempio in un futuro dipendendo da Pisa) l’Isola DEVE avere una sua IDENTITA’ INSULARE, avente diritto ad una serie di prestazioni in virtù della sua peculiarità. Nel caso questa identità non sia riconosciuta, esiste il rischio di essere confusi e travolti dalle necessità di chi opera sulla costa.

4) Riconoscimento di zona disagiata in quanto insulare e montana, ma anche con utenza tipo città, non significa isolamento professionale. Anzi ciò che deve essere incentivato nel progetto è un costante aggiornamento con i centri di riferimento; così pure deve essere previsto un percorso dall’Università o da Centri di 2-3° livello verso l’Elba. 

5) Fare Rete significa aggiornamento, condivisione di percorsi, protocolli, linee guida; attenzione a non scivolare sulla “migrazione giornaliera” di personale, dal continente verso l’Elba e viceversa, che finisce per essere poco motivante, onerosa, più adatta a “soldati di ventura” che a professionisti in ambito sanitario.

E’ possibile pensare ad un modello innovativo, un prototipo che potrebbe diventare un investimento per il futuro; non solo, potrebbe dare un notevole riflesso positivo sulla Regione Toscana, sull’Italia e sull’Europa.

L’Isola d’Elba è molto amata dai turisti del nord Europa, è una delle mete preferite. Forse si tratta di cambiare l’approccio al problema, ovvero di attuare in un certo senso una “rivoluzione copernicana”. Un modello sperimentale insulare, applicando le caratteristiche indicate nell’Ospedale di Base (regione Toscana), considerando la possibilità di appellarci a quanto previsto dalla legge nazionale (Balduzzi 9.2.1) di poter usufruire dei servizi sopra indicati in presidi ospedalieri di aree disagiate (zone montane, isole) anche con un numero di abitanti di riferimento inferiore ad 80mila, potrebbe essere realizzato, mediante una deroga".


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