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Cultura giovedì 24 settembre 2015 ore 11:33

Buticchi: "L'Elba è un posto speciale"

Il famoso scrittore ha presentato ieri sera il suo nuovo romanzo e ha dedicato un pensiero particolare al suo grande amico Giorgio Faletti



PORTOFERRAIO — Difficile dire con esattezza di cosa abbia parlato ieri sera Marco Buticchi davanti a una folta platea sotto il loggiato del Libraio mentre presentava il suo nuovo libro (Il segno dell'aquila, ed. Longanesi). Ecco una cosa la possiamo dire: non ha parlato del libro.

Può sembrare un controsenso ma in poco più di un'ora siamo passati dalla situazione in medio oriente, all'Isis e alla sua genesi, al carcere di Poggioreale per finire con Faletti.

Un viaggio eclettico e affascinante in cui Buticchi ha preso per mano spettatori e giornalisti e li ha portato dove voleva lui, riuscendo nel processo a divertire, informare, commuovere anche.

Marco Buticchi ha bisogno di poche presentazioni: autore da migliaia di copie, è definito un maestro nel genere dei romanzi d'avventura, uno che va a cena con due icone come Wilbur Smith e Clive Cussler per dire. Ieri sera ha raccontato anche l'Elba, come l'ha vissuta e come l'ha vista attraverso gli occhi e le parole di un suo grande amico che elbano era diventato d'adozione: Giorgio Faletti.

"Giorgio mi parlava sempre dell'Elba e ora capisco perchè. Con lui abbiamo condiviso molti anni di vita e l'ho invidiato per il successo del suo primo libro. Era una persona che riusciva sempre in quello che faceva. Mi manca, manca all'Italia e alla letteratura italiana. L'Elba è un posto speciale e spero di tornarci presto. Devo ringraziare gli amici de Il Libraio per avermi invitato". Insieme a lui, il vice sindaco Roberto Marini e, come moderatore, Fabrizio Prianti.

Mentre autografava copertine e copie, gli abbiamo fatto qualche domanda sulla situazione dell'editoria, tema che all'Elba ha trovato ospitalità durante l'ultimo Elbabook festival.

"Capisco molto bene la situazione delle piccole case editrici e conosco i loro problemi. Io stesso ho dovuto stamparmi da solo i miei primi due romanzi e andarli a distribuire autonomamente. Ci sono molte case editrici piccole che fanno un ottimo lavoro ma purtroppo ce ne sono altre che si fanno pagare per pubblicare e questa è una pratica che non concepisco".

Facile quindi parlare di self publishing e editoria digitale: "La via tracciata è quella del digitale, i miei nipoti andranno in giro solo con un tablet. Ma non è un male: i libri di carta diventeranno preziosi perchè le case editrici diventeranno un brand, una garanzia di qualità".

Nel mare magno dell'editoria a basso costo è tuttavia difficile emergere: "Non credo, magari ci vuole più tempo ma la qualità viene sempre fuori".

Infine un consiglio a chi ha un libro nel cassetto o vuole tentare questa strada: "Scrivere, scrivere, scrivere. Non c'è altro modo".

Luca Lunedì
© Riproduzione riservata


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