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Bagnaia, "l'unico bene pubblico va ad un privato"

Amici di Bagnaia delusi dal Comune dopo la concessione della Casa del pescatore ad un diving. “Pronti a referendum per passare sotto Portoferraio”

La casa del pescatore sulla spiaggia di Bagnaia

Sono anni che l'associazione Amici di Bagnaia si occupa di svolgere gratuitamente attività per rendere più accogliente e decorosa la località balneare, come contribuire al taglio dell'erba, effettuare la pulizia della spiaggia ma anche organizzare manifestazioni durante il periodo estivo anche in collaborazione con il Comune di Rio e fino allo scorso anno si è occupata anche della manutenzione dell'area giochi. Inoltre l'associazione, con il supporto di vari contributi, si è attivata per sistemare il tetto della chiesa e gli infissi. Il punto però è che Bagnaia è una zona che ricade per metà nel territorio comunale di Portoferraio, dove insistono i servizi per la comunità, essendo più vicino, e per metà nel Comune di Rio.

Da oltre dieci anni l'associazione Amici di Bagnaia sta dietro alle varie amministrazioni chiedendo che la gestione della Casa del pescatore, un bene del Demanio marittimo posto su due livelli che si trova sulla spiaggia, e anche l'unico bene pubblico della zona possa essere usato per ospitare servizi verso la comunità. Una richiesta che, come ci ha spiegato Michele Bisso, in rappresentanza dell'associazione Amici di Bagnaia, era stata fatta anche all'attuale sindaco Corsini “quando in campagna elettorale era venuto a Bagnaia, unica volta in cui lo abbiamo visto qui nella nostra zona”.

Perciò ha destato indignazione il fatto che il Comune di Rio abbia deciso di affidare la Casa del pescatore senza che l'associazione ne fosse a conoscenza. Il punto è che l'avviso per la concessione dell'immobile è scaturito, come si legge negli atti del Comune, dopo che un privato ne ha fatto richiesta. Quindi il Comune ha conseguentemente pubblicato un avviso per acquisire eventuali altre domande di potenziali interessati. Nell'avviso dove si fa un preciso riferimento all'articolo 37 del Codice della navigazione, il Comune ha applicato legittimamente stringenti criteri per il punteggio della domanda. 

Ma quello che contesta l'associazione Amici di Bagnaia è che il Comune abbia assegnato i punteggi su una base puramente formale del progetto, senza però tenere come guida fondamentale il concetto di "pubblica utilità", quindi senza intervenire per indicare dei criteri che possano dare priorità ad una associazione locale piuttosto che ad una attività esterna che ha comunque fini commerciali.

Il Comune avrebbe potuto agire diversamente sulla gestione e destinazione di questo immobile? Si, almeno secondo l'associazione Amici di Bagnaia, che si appellano ad alcuni articoli dello statuto comunale che prevede che proprio che il Comune valorizzi le associazioni (articolo n.4, comma 2, e in particolare articolo n.63).

Siamo venuti a conoscenza che c'era un bando per la concessione solo per caso. Anche perché ci risulta che la persona che lo ha gestito per conto degli storici concessionari continua ad usufruirne e questo non ci ha fatto minimamente pensare che il bene fosse diventato disponibile - ci ha spiegato Bisso, a nome dell'associazione Amici di Bagnaia - Abbiamo comunque fatto domanda ma l'immobile è stato affidato ad un diving. Riteniamo che un immobile pubblico, l'unico che abbiamo nella nostra zona, dovesse avere una destinazione per servizi alla collettività e non a scopo di lucro. Inoltre nessuna delle attività presenti sulla spiaggia e nella zona ha presentato domanda per la gestione, a parte noi come associazione”.

L'idea dell'associazione era quella di creare bagni e docce pubbliche ma anche una stanza per ospitare la guardia medica in estate e avere una sala sia per attività espositive, sia come luogo di ritrovo sociale, soprattutto durante il periodo invernale.

C'è stato anche un incontro con il sindaco di Rio ma ormai l'avviso era già stato pubblicato e la procedura era già stata avviata.

L'associazione non comprende "perché il Comune non abbia agito come per l'immobile ex Locamare, davanti al porto di Rio Marina, per il quale ha stipulato un accordo per la concessione, in quel caso con l'Autorità portuale, con l'obiettivo dichiarato di ristrutturarlo e poi metterlo a disposizione delle associazioni" (leggi qui l'articolo).

L'associazione ritiene che "non ci sia stata la volontà politica di agire in quella direzione e che comunque sia mancata l'informazione". “Se ci fosse stato spiegato che non era possibile, di certo avremmo capito ma ci pare assurdo quanto è successo”. Intanto l'associazione Amici di Bagnaia ha affidato la documentazione ad un legale per tentare la strada del Tar, sottolineando come "la scelta sulla destinazione di questo bene, e sottolineiamo, l'unico immobile pubblico nella zona, avrebbe almeno dovuto passare dal Consiglio comunale".

Infine la vicenda della Casa del pescatore ha messo ancora più in evidenza il disagio dei bagnaiesi di trovarsi a metà fra due Comuni, tanto da voler andare in Regione per chiedere la possibilità di un referendum per poter passare tutta la zona sotto il Comune di Portoferraio, soprattutto per cercare di porre rimedio ad una serie di disagi nella fruizione dei servizi.