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Elba zona bianca, le condizioni per Legambiente

L'associazione ambientalista appoggia le richieste dei pediatri elbani: "Necessarie vaccinazioni e controlli su chi arriva sull'isola".

"Per quanto riguarda la proposta di “Elba zona bianca” avanzata dal presidente della Regione Toscana Eugenio Giani, Legambiente concorda con le ragioni e le proposte espresse dai pediatri elbani Fabio Berni, Alberto De Fusco e Laura Pertici (leggi qui l'articolo)".

Si apre così una nota di Legambiente Arcipelago toscano.

Secondo Legambiente per "un Arcipelago Toscano 'zona bianca' solo in assoluta sicurezza: sarebbe sicuramente un riconoscimento di grande valore e permetterebbe a bambini e ragazzi di tornare a una frequenza regolare della scuola e delle attività ludiche, delle quali hanno assolutamente bisogno per riprendersi da un periodo che rischia di trasformarsi in un diffuso disagio infantile, adolescenziale e giovanile. Inoltre, nella terza isola italiana anche solo la possibilità di movimento della popolazione residente servirebbe a dare ossigeno alle imprese, a partire da bar, ristoranti, pubblici servizi e centri per l’attività sportiva, messe in ginocchio dalle restrizioni".

"Ma perché – indipendentemente da come la si pensi sui vaccini - un'isola sia veramente Covid-free e sia davvero una occasione per qualificare l'ambiente e l'offerta turistica, - prosegue Legambiente - sono necessarie e imprescindibili condizioni di garanzia (vaccinazioni e controlli). Chi, come qualche esponente politico, sponsorizza la forma senza guardare alla sostanza espone tutti a un doppio pericolo".

"Una zona bianca senza protezioni sarebbe un richiamo incontrollato tipo sirene di Ulisse e ci metterebbe in una situazione di rischio per la nostra salute e per l'economia turistica. - aggiunge Legambiente - Il rischio per l'economia sarebbe essere zona bianca di Aprile, zona rossa a Luglio e viola scuro o nera in autunno. Non a caso, sia le altre isole italiane che puntano a dichiararsi Covid-free che le isole greche e le Canarie che stanno avendo accesso privilegiato ai vaccini, puntano sia su una rapida vaccinazione di massa della popolazione, dei lavoratori pendolari e degli operatori e lavoratori del turismo, sia di una richiesta di un forte controllo dei turisti e proprietari di seconde case che accederanno alle isole, ai quali verrà richiesto quello che può essere definito un 'passaporto Covid-free' ”.

"La vediamo davvero dura, visto che aspettiamo ancora che le amministrazioni comunali elbane applichino davvero le delibere plastic-free approvate nel 2019 e che la Regione Toscana faccia rispettare davvero le sue normative contro la plastica monouso nelle località turistico/balneari e mentre invece l’inquinamento da plastica si aggrava a terra e a mare a causa dei dispositivi anti-Covid", conclude Legambiente.