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Attualità martedì 15 agosto 2023 ore 10:00

Granchio blu, da invasione della costa alla tavola

Dopo il caso della Laguna di Orbetello, aumentano gli avvistamenti lungo tutta la costa toscana. Monitoraggio Arpat nei porti di Piombino e Livorno



PROVINCIA DI LIVORNO — Dall'invasione della costa a quella dei banchi pescheria del supermercato il passo è stato breve. Per il granchio blu è iniziata infatti la vendita presso i punti vendita Unicoop e Conad. 

La vendita è iniziata a inizio Agosto nei negozi della provincia di Grosseto e forniti dalla cooperativa Orbetello pesca lagunare. I crostacei sono battuti 8,95 euro al chilo circa, prezzo competitivo rispetto ai 15 euro al chilo del classico granchio grande atlantico. 

Proprio nella Laguna di Orbetello è stato registrato il primo aumento degli esemplari. Numerosi esemplari sono stati ritrovati anche nelle reti alle Secche si Vada e si segnalano registrazioni anche a Marina di Pisa, Foce Arno, Elba e ultimamente anche a Piombino nell'area della costa Est.

A studiare il caso dei granchi blu è l'Arpat che, nell’ambito della la Direttiva europea sulla Marine Strategy, effettua il monitoraggio delle specie non indigene, dette NIS. Tale monitoraggio è stato effettuato prima nel porto di Piombino ed attualmente nel porto di Livorno dove, dal 2021, vengono utilizzate anche le nasse per la raccolta degli organismi bentonici, che vivono cioè in stretto rapporto con il fondo marino. Al momento, nell’ambito di tale attività, non si registrano catture di tale specie.

Nello specifico il granchio blu (Callinectes sapidus) è una specie aliena invasiva per il Mar Mediterraneo. È nativo dell’Oceano Atlantico occidentale. Il suo areale d’origine si estende lungo le coste degli Stati Uniti, dell’America centrale e del sud America, ma negli ultimi decenni si è introdotto in diverse aree d’Europa tra cui il Mar Mediterraneo. È stato segnalato la prima volta nel 1949 nel Mediterraneo e negli ultimi anni si è ampiamente diffuso soprattutto in Adriatico, in prossimità di lagune ed estuari. Anche in Toscana il fenomeno si sta diffondendo, soprattutto lungo le coste della Maremma.

L'animale presenta un largo carapace, fino a 20 cm, di color bruno-verdastro, con macchie biancastre con una lunga spina ai due lati, zampe blu e lunghe chele blu all’estremità. È un predatore che si nutre di gasteropodi, bivalvi, crostacei, piccoli pesci, vermi e meduse, fino a cibarsi anche di materiale vegetale e rifiuti.

Come spiegato dalla stessa Arpat, si tratta di una specie altamente competitiva che può comportare danni agli ecosistemi. Tra gli effetti negativi è da evidenziare anche l’impatto sulle specie algali di cui può nutrirsi e anche sulla pesca e le attività produttive in genere.

Cosa fare allora? L'eradicazione ad oggi risulta una opzione impossibile, recenti studi hanno spinto a considerare il granchio blu un alimento e consentirne la commercializzazione.


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