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Attualità giovedì 01 febbraio 2024 ore 10:49

Mola nel report "Ecosistemi acquatici 2024"

La zona umida elbana è citata come esempio di buone pratiche. La presentazione del report alla vigilia della Giornata mondiale delle zone umide



ROMA — C'è anche la Zona umida di Mola tra le buone pratiche del report "Ecosistemi acquatici 2024", presentato da Legambiente in occasione della Giornata Mondiale delle Zone umide:

"Nella zona umida di Mola ripristinata nel comune di Porto Azzurro a opera del Parco nazionale dell’Arcipelago Toscano e dai volontari dell’Aula VerdeBlu di Legambiente Arcipelago, è stata segnalata la presenza di una spatola (Platalea leucorodia) nel canneto vicino la foce della zona umida. - si legge nel report - La presenza del volatile è un buon segnale perché, l’area umida è sempre a rischio di degrado per una inadeguata azione di vigilanza, ed è la prima volta che una spatola viene avvistata nella zona umida ripristinata".


"Ripulita dai rifiuti la spiaggia di Mola nel comune di Capoliveri nel Parco nazionale dell’Arcipelago Toscano ed è stato rimosso il relitto di un catamarano che invadeva e deturpava la zona umida. I lavori di smaltimento del relitto, che si era arenato sulla spiaggia da tempo, sono stati realizzati come contributo dell’amministrazione comunale al lavoro di rinaturazione messo in atto in questi anni per rigenerare una delle due zone umide dell’Isola d’Elba. - si legge ancora nel testo -Rimosso il relitto si è proceduto anche a un intervento di pulizia dell’intera area invasa da rifiuti abbandonati da chi, approfittando dell’imbarcazione arenata, ha peggiorato lo stato dell’arenile gettandovi ogni genere di immondizia".


In Italia, mentre avanzano la crisi climatica e la perdita di biodiversità, tardano ad arrivare efficaci misure per la tutela e la valorizzazione degli ecosistemi acquatici e delle zone umide, fondamentali nella mitigazione degli effetti dei cambiamenti climatici, nella conservazione della diversità biologica e nel garantire i principali servizi ecosistemici, si legge in una nota di Legambiente.

Misure quanto mai necessarie visto che il 2023 è stato un anno “nero” per gli ecosistemi acquatici, segnato da una continua crescita degli eventi meteorologici, specie quelli legati ai gravi danni da siccità prolungata e crisi idrica che hanno inciso nella tutela della biodiversità acquatica e delle zone umide.

È il monito lanciato da Legambiente che, alla vigilia della Giornata Mondiale delle Zone Umide 2024 (World Wetlands Day) - quest’anno dallo slogan “Zone umide e benessere umano” - presenta il report “Ecosistemi acquatici 2024” in cui fa il punto sui principali ritardi dell’Italia sul tema, ricordando al Governo 4 priorità su cui intervenire speditamente.


Tra i tanti ritardi cronici del Paese l’immobilismo nell’istituzione di nuove zone umide di interesse internazionale: ferme a 57 quelle riconosciute secondo la Convenzione di Ramsar e 9 quelle che aspettano di essere istituite (3 in Sicilia, 5 in Toscana e 1 in Friuli-Venezia Giulia) *. Pesa poi il ritardo nell’applicazione del Regolamento UE 2021/57 (in vigore dal 15 febbraio 2023) che vieta l’uso delle munizioni di piombo nelle zone umide per la salute umana e degli uccelli acquatici; e che mette a rischio l’Italia da una procedura d’infrazione da parte della Commissione Europea per la sua violazione, dopo che il Governo - andando in tutt’altra direzione - emanava un provvedimento che riduceva gli ambiti di applicazione. 

Secondo Legambiente "Altro ritardo è l’assenza del nuovo decreto che regolamenta le autorizzazioni in deroga alle immissioni ittiche di specie alloctone negli ecosistemi delle acque interne. Decreto a cui si sarebbe già dovuti arrivare a fine 2023 e la cui mancata emanazione continua ad alimentare un caos ingovernabile nel panorama delle immissioni faunistiche in natura. Un rischio ancora più grave se il Ministero dovesse cedere a pressioni esterne che vorrebbero una deregulation sul tema ed una rivisitazione dello status di alcune specie oggi considerate alloctone ed estranee ai nostri ecosistemi acquatici".


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