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Attualità mercoledì 11 agosto 2021 ore 06:30

Bancomat si mangia la carta e nessuno ne risponde

Foto di repertorio

Una lettrice segnala quanto accaduto al padre in vacanza che era andato allo sportello Bancomar di Cavo per prelevare dei contanti



RIO — Una lettrice ci ha scritto per segnalare un episodio riguardante un problema con un Bancomat ritirato per erronea digitazione del codice e le peripezie per poterlo recuperare al momento non andate a buon fine.

Qui di seguito pubblichiamo il testo della segnalazione che abbiamo ricevuto.

"Buongiorno, effettivamente chiamare "disservizio" l'evento che ha visto mio babbo protagonista, è sicuramente un eufemismo.
Abitiamo d'Estate nella frazione di Cavo da sempre, e giusto ieri mio babbo si è recato all'unico Bancomat del paese per un prelievo e, vuoi un errore di digitazione ripetuto, vuoi la mancata aderenza al touch screen per via del sudore, succede che il Bancomat gli viene ritirato dalla macchina. 

Uno dirà: "Succede".Sì, infatti, succede frequentemente in città o in vacanza.
Quindi mio babbo telefona alla sua Banca nel Chianti e trova conferma nel fatto che debba recarsi alla filiale di Rio Marina per riavere la carta; il Credito Cooperativo manda un'email a MPS di Rio Marina (gestore del Bancomat di Cavo, o così pareva essere) e da Rio Marina confermano che la mattina seguente mio babbo avrebbe potuto recarsi in filiale, provvisto di documento d'identità, e ritirare la carta "mangiata".

Stamani l'MPS di Rio Marina, capendo in ritardo che il prelievo era stato fatto a Cavo e non a Rio Marina, comunica a mio babbo che non avrebbe potuto riavere la sua carta in quanto l'MPS di Rio Marina è responsabile ed agisce in aiuto dei clienti per qualsiasi disservizio, solo per i prelievi effettuati a Rio Marina.

Al che mio babbo chiede spiegazioni visto che la targa sopra il Bancomat di Cavo riporta la dicitura MPS, ed ottiene la seguente riposta:"Eh, sapesse da quanti anni il nostro direttore briga per togliere quell'insegna..."

Quindi, l'MPS di Rio Marina si sente sollevato da qualsiasi responsabilità, sbattendosene allegramente del disagio arrecato ai clienti elbani e non. 

Mio babbo allora chiama il numero verde riportato sull'adesivo di fianco al Bancomat di Cavo, sperando fosse una sorta di numero verde di assistenza in casi estremi come questo: invece anche questo numero fa capo a MPS, quindi perfettamente inutile.


Al bar davanti al Bancomat di Cavo gli dicono che il Venerdì passano a controllare/rifornire la macchina, e che magari potrebbe chiedere: certo, una bella soluzione piazzarsi accanto al Bancomat dalle 6 di mattina e attendere l'ora giusta in cui veder arrivare qualcuno che armeggia per chiedere delucidazioni.Siamo arrivati al grottesco.

Tirando le fila si evince che, se mai dovesse succedere di sbagliare a digitare un codice per qualsivoglia motivo, o anche in caso di malfunzionamento della macchina, un turista, un Cavese, un disgraziato qualunque che passa di lì e decide di prelevare a Cavo, il sottotitolo è che deve attaccarsi, punto.

Nessuno risponde di questo Bancomat apolide, che meglio sarebbe se fosse dipinto, visto che procurerebbe meno seccature a MPS e ai clienti.
Indagando ulteriormente mio babbo ha scoperto che la situazione è ben nota in paese, in una situazione di inerzia generale (come spesso succede anche sulle isole); in più giustamente mio babbo ha pensato bene di parlare con il sindaco (in ferie, senza nessun vice sindaco con cui poter comunicare) lasciando la protesta ad un'impiegata, e con la ciliegina sulla torta di un imbarazzante colloquio con un paio di carabinieri che testualmente gli hanno detto che "Siamo in due, ci sta facendo perdere tempo e distrarre dai nostri impegni".

Penso sia necessario portare all'attenzione pubblica questo episodio, in sé comunissimo (a chi non è mai successo di vedersi ritirato il bancomat?) ma che ha risvolti pesanti se succede quando si è in vacanza, lontani da casa e totalmente sprovvisti di una seconda carta ed impossibilitati nel prelevare contanti.

Spero possiate dar voce all'episodio increscioso in cui possono incappare Cavesi, proprietari di seconde case e turisti, così da riuscire a cambiare questa situazione che pare si trascini da anni nel menefreghismo generale: i media dovrebbero servire a questo, dando voce a chi non ne ha, e scardinando le abitudini incrostate del laissez-faire che danneggiano tutti. Prima o poi."

Lettera firmata 


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