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Attualità sabato 04 gennaio 2020 ore 11:45

Progetto Acquapark, Italia nostra protesta

Il cantiere del parco giochi acquatici

Il progetto è stato approvato nel 2017. Alla base della protesta di Italia nostra il permesso a realizzare due pozzi con 9000 metri cubi di acqua



PORTOFERRAIO — Procedono i lavori per la realizzazione di un parco giochi acquatici sulla strada verso Portoferraio da parte della società Elbaland Fontemurata srl. Nella zona alcuni anni fa prima era presente un parco giochi poi trasformatosi in un parco faunistico. Nel 2016 è stato approvato un progetto diverso con inizio dei lavori previsti il 7 Aprile 2017 e termine il 6 Aprile 2020 ma l'accelerazione dei lavori sembra avvenuta, almeno visibilmente, negli ultimi mesi del 2019.

Secondo quanto riportato in un articolo de Il Tirreno per tale attività è stata autorizzata da parte della Regione Toscana la creazione di pozzi per l'emungimento di 9000 metri cubi all'anno di acqua.

Tuttavia a questa decisione si ribella l'associazione Italia nostra che sulla sua pagina Facebook scrive:

"Un modo singolare per ricordare che l'Elba è ricca di acqua. 9.000 metri cubi annui di acqua pubblica sono concessi dalla Regione Toscana in un'isola dell'Arcipelago toscano, l’Elba, per alimentare piscine e giochi acquatici, scivoli e attrazioni, anfiteatro, biglietterie, punti di ristoro, bar, servizi wc e docce, nuovi parcheggi".

"Le concessioni edilizia e idrica, - dichiara Italia nostra - che riguardano la trasformazione di un lato di una collina, già in atto, hanno come protagonista l’anacronistico prelievo di acqua da quattro pozzi. Si tratta cioè di un significativo prelievo di acqua in un momento di crisi climatica ed emergenza idrica e ambientale, che ha perfino messo gli elbani di fronte alla creazione di un contestatissimo dissalatore, tra l’altro nelle immediate vicinanze. L’anacronismo di tali autorizzazioni acquista maggiore risalto perché il progetto si trova in una zona di alto pregio paesaggistico e ambientale: una delle poche aree a carattere agricolo rimaste dove economia, turismo, storia, agricoltura, vinicoltura e prodotti locali si sono sviluppati nel tempo in modo simbiotico e identitario".

"Questo è possibile perché i nostri amministratori, locali e regionali, - aggiunge Italia nostra - in questo caso hanno dimostrato una visione del futuro economico e turistico superata, che a breve e soprattutto a lungo termine produce impoverimento naturale e culturale". 

"Le autorizzazioni - conclude duramente Italia nostra - si orientano verso una superficialità di scelte per un’isola nella quale in aumento non sono i servizi pubblici e la qualità della vita, o un miglioramento dell’utilizzo delle risorse idriche, e quindi dell'accoglienza, ma ci si affida, in assenza di una programmazione comune su obiettivi condivisi, a soluzioni imprenditoriali con pretese di benessere pubblico".


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