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Attualità sabato 26 ottobre 2019 ore 07:00

Accumulo e smaltimento della posidonia

Esa fa il punto sul problema della posidonia sulle spiagge dopo il convegno svoltosi a Portoferraio, organizzato dall'associazione Albergatori elbani



PORTOFERRAIO — In occasione dell’Assemblea annuale degli Albergatori elbani si è discusso del tema controverso delle modalità di gestione degli accumuli di posidonia sugli arenili. I relatori, come spiegano da Esa con una nota, hanno riaffermato come la presenza della posidonia deve essere valutata come un segnale di buona salute del mare che ci circonda.

La posidonia è una pianta acquatica, endemica del Mar Mediterraneo, che forma praterie sottomarine popolate da un gran numero di organismi tra cui numerose specie di pesci, cefalopodi e crostacei, è quindi una delle componenti fondamentali dell’equilibrio e della ricchezza dell’ambiente litorale costiero mediterraneo ed elbano. Inoltre la posidonia quando si sedimenta in banquettes attenua i danni provocati dalle mareggiate e serve da naturale cintura di contenimento contro l’erosione delle coste.

Il suggerimento venuto dal convegno è di valutare nel modo migliore la straordinaria ricchezza naturalistica della posidonia, ancora di più in un’isola che appartiene alla riserva della Biosfera Mab Unesco.

Resta in ogni caso la necessità, spiegano da Esa, di gestire con modalità ecosostenibili gli spiaggiamenti di posidonia che interessano litorali gestiti dal punto di vista turistico, soprattutto quando le quantità accumulate diventano ostacoli per la migliore godibilità delle spiagge da parte dei bagnanti e dei frequentatori della spiaggia.

Il decreto “Salvamare” introduce importanti novità sia per il settore della pesca che per la gestione della posidonia spiaggiata. Alcune delle modalità sono ottime da più punti di vista, quello ambientale e quello logistico economico, ad esempio l’interramento delle quantità consentite di posidonia nella parte alta della stessa spiaggia, consente di risolvere il problema dell’accumulo che si forma sulla linea di battigia, sostenendo costi contenuti.

Un’altra delle modalità introdotte dal “Salvamare” riguarda la possibilità attraverso opportune vagliature degli accumuli, di re-immettere nell’ambiente da cui proviene - “il mare” - la posidonia, iniziando a considerarla non più un rifiuto ma una biomassa di natura vegetale.

"E questa, - commentano da Esa - ci pare, la migliore delle possibili soluzioni che possono essere adottate per non perdere questa importante componente ambientale naturale. Certo se la posidonia che può essere re-immessa nell’ambiente marino non può contenere tutti quei rifiuti antropici che oggi il mare continuamente ci restituisce, plastiche, alluminio, vetro, rifiuti vari, e sarà necessario ripulirla da questi materiali estranei. Altre soluzioni come quella del conferimento in siti dove la posidonia può essere in parte riutilizzata per processi di compostaggio, sono meno vantaggiose per l’Elba, perché è auspicabile che i procedimenti di recupero siano effettuati sul territorio anziché sul continente".

L’ultima riflessione riguarda l’isola, realtà piccola e circoscritta di grande valore ambientale e culturale, ma con un ecosistema fragile, in un tale contesto adottare una modalità che comporti la gestione completa degli accumuli all’interno del territorio, rappresenta l’attivazione di una piccola e virtuosa economia circolare.


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