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Politica giovedì 24 marzo 2016 ore 15:00

Mozione della minoranza sulle trivelle

Mozione riguardante il Referendum per le trivelle petrolifere nel mare dell’Arcipelago Toscano



MARCIANA MARINA — I consiglieri comunali Paolo Di Pirro e Francesco Gentili, componenti della lista Insieme, hanno presentato una mozione in merito al prossimo referendum popolare che si esprimerà sulla durata delle concessioni petrolifere nel mare, anche, dell'arcipelago.

"Considerato che - si legge nel testo - Il 17 aprile 2016 anche gli elbani sono chiamati a votare per un referendum sulle trivellazioni petrolifere in mare e che il Consiglio regionale della Regione Toscana ha già votato all’unanimità la mozione finalizzata alla pubblicità verso il referendum e ricordiamo che l’Isola d’Elba è stata già interessata da prospezioni in mare, a nord ed a sud,culminate, nel 2010, con la richiesta della multinazionale australiana Key Petroleum di effettuare trivellazioni nell’area tra Pianosa e Montecristo, in un’area di circa 640 chilometri quadrati, nella quale aveva scoperto risorse di gas e di petrolio".

"Dopo le proteste degli elbani - continuano i due consiglieri richiamandosi a quanto scritto da Legambiente al governatore Rossi - l’allora ministro dell’ambiente Stefania Prestigiacomo respinse la richiesta della Key Petroleum, in quanto considerò l’area suddetta come area marina protetta, quindi non assoggettabile a trivellazioni.

L’intesa che disciplina il cosiddetto “Santuario internazionale dei mammiferi marini Pelagos” richiama la necessità di evitare attività antropiche inquinanti, in genere, quali, sia pure non citate esplicitamente, le trivellazioni offshore. Il rischio di trivellazioni petrolifere nel nostro mare è ancora alto, come è emerso chiaramente nell’agosto 2012, allorché il governo Monti rilanciò la possibilità di trivellazioni offshore al largo delle aree marine protette: possibilità respinta dal Presidente della Regione Toscana e da diverse forze politiche e sociali".

"Questo rischio sembra riemergere nuovamente con l’accordo di Caen sulla revisione dei confini marittimi sottoscritto recentemente dai Ministri degli Esteri di Francia e Italia: tale accordo, in breve, prevede che alla Francia vada un’area pescosa di 339 km2 a nord-ovest di Gorgona e all’Italia 23,85 Km2 al largo dell’Elba e Pianosa. Grazie a ciò, l’Italia estenderebbe le proprie acque territoriali, in particolare ad ovest della Sardegna, dove sono state avanzate diverse istanze di prospezione per la ricerca di idrocarburi.

Sulla questione sono state presentate interpellanze parlamentari dall’Onorevole Massimo Pili, ex presidente di centro-destra della Regione Sardegna, dal Movimento 5 Stelle e dall’europarlamentare europea del PD ed ex assessore regionale all’ambiente della Liguria, Renata Briano. 

In diverse dichiarazioni è stata prospettato una sorta di scambio tra “pesce” e “petrolio” tra Francia e Italia, anche perché nel 2010 l’allora presidente francese Nicolas Sarkozy impose una moratoria sulle trivellazioni petrolifere nel Mediterraneo francese".

Il mancato raggiungimento del quorum al Referendum del 17 aprile - secondo i due esponenti politici - riaprirebbe, di fatto, la questione delle trivellazioni petrolifere nell’Arcipelago Toscano, dove sono già avvenute con successo prospezioni che hanno trovato giacimenti di idrocarburi sfruttabili. Per la l’Elba e la Toscana il non raggiungimento del quorum rappresenterebbe un rischio ambientale ed economico intollerabile, di fronte a poche gocce di petrolio e gas che verrebbero estratte da una multinazionale straniera".

Di Pirro e Gentili chiedono che il consiglio comunale di Marciana Marina deliberi: "La propria contrarietà alla ricerca ed alla coltivazione di pozzi petroliferi nel mare dell’Arcipelago Toscano, di promuovere una fattiva azione, verso tutte le forze politiche, affinché aderiscano formalmente alla richiesta di fermare ogni trivellazione in mare, e di attivare tutte le possibili iniziative informative a beneficio dei cittadini affinché maturino le ragioni connesse alla partecipazione al referendum del prossimo 17 aprile ed alla valenza del SI, coinvolgendo anche le organizzazioni dei pescatori, del turismo, dell’economia marittima e dell’agricoltura, gli imprenditori ed i sindacati elbani".


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