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Interviste venerdì 21 febbraio 2014 ore 15:05

L'intervista esclusiva a Francesca Bertuzzi

La scrittrice Francesca Bertuzzi

La droga, i giovani, la voglia di trasgressione, tutto nell'intervista all'ideatrice de "La Belva"



ISOLA D'ELBA — Pochi giorni fa la redazione di QuiNewsElba.it, ha fatto luce sul fenomeno che si sta diffondendo in Italia della nuova e terribile droga conosciuta com krokodile o del "cannibale". 

Lo ha fatto ricordando come la scorsa estate, nelle piazze elbane, fosse stato presentato un best seller, frutto dell'arte e della fantasia della scrittrice romana Francesca Bertuzzi che parlava propri di una droga temibile, capace di trasformare le persone in "belve". La realtà, talvolta, avevamo sottolineato, supera la fantasia. Oggi abbiamo l'onore di poter riportare l'intervista alla scrittrice e sceneggiatrice Francesca Bertuzzi che ha voluto rispondere alla nostre domande.

Che cosa ti ha ispirato quando hai iniziato a scrivere "La belva"?

"L’idea è partita dai personaggi, quattro cugine legate non solo dal sangue, ma anche da un amicizia profonda che le rendesse forti, che le facesse sentire invincibili per poi metterle di fronte alle forze schiaccianti e pericolose della vita. Un horror di formazione in cui le ombre dei boschi si potessero alterare fino a prendere la forma di mostri spaventosi."

Quando hai saputo della diffusione della krokodile, che cosa hai pensato? Hai ricollegato la similitudine fra il tuo romanzo giallo e la dura realtà?

"Il mio romanzo parla anche di queste sostanze. È incredibile come ad oggi non sia più la fantasia a generare storie di questa natura, ma una macabra osservazione delle pagine più sconcertanti della cronaca.

La Krokodile è una droga devastante e apparentemente priva di senso. È vero, ogni epoca ha avuto le sue sperimentazioni sulle droghe, e tutte le droghe, nessuna esclusa, hanno dimostrato di essere dannose in maniera grave o irreversibile per l’organismo. Ma se gli allucinogeni, come del resto gli anfetaminici, inizialmente sono assunti per i loro effetti di viaggio o di iperstimolazione del sistema nervoso centrale, la krokodile è una droga che come unico vantaggio sembra avere l’economicità della sostanza. È una miscela facilmente riproducibile in casa ma che ha un altissimo livello di assuefazione e un'unica certezza: chi la assume ha un’aspettativa di vita che arriva massimo a tre anni. La krokodile, come i sali da bagno meglio conosciuti come la droga del cannibale, sono una deriva devastante che fa da specchio a una nuova realtà. Se nei film di Romero gli zombie erano una metafora, nel millennio che stiamo vivendo la realtà si distorce e supera la metafora. I consumatori di krokodile si danneggiano ossa e muscoli, rendendoli gelatina. Non riescono più ad alzarsi e, visto che la sostanza devasta anche i tessuti dell’epidermide, appaiono proprio come i famosi zombie, ovvero corpi ancora animati ma in decomposizione. Chi assume la droga del cannibale invece sviluppa un’aggressività che lo spinge ad attaccare a morsi i suoi simili."

Come ragazza di oggi, cosa pensi della nostra società e delle degenerazioni che interessano molti giovani nel mondo?

"Che insita nell’esperienza umana ci sia la sperimentazione è fuori di discussione, e la sperimentazione riguarda anche gli stati alterati della coscienza. L’uso e il consumo che le società hanno poi fatto delle sostanze psicotrope cambia e si modella a seconda della filosofia che ci si costruisce dietro. Dagli sciamani ai poeti maledetti, dai figli dei fiori agli eroinomani, la droga cambia, si assume con diversi significati, e per raggiungere diversi stati di alterazione. Differenze antropologiche che si sviluppano e ramificano in ogni campo. Non mi stupisce che ci siano delle persone che fanno uso di droghe. Non mi stupisce che ci siano persone che muoiono a causa delle sostanze che assimilano. Ma se devo essere sincera resto scioccata nel constatare che nella nuova società, la filosofia della droga sia quella dell’eliminazione totale della coscienza. Le nuove droghe di cui stiamo parlando non stimolano i ricettori del piacere, non danno memoria dell’esperienza psicotropa, non sono volte ad allucinazioni positive… è come assumere qualcosa che non ti faccia stare al mondo anche se ci sei e quello che vivi sotto effetto è un incubo stomachevole, come dimostrano i fatti di cronaca correlati a queste sostanze.

Io non voglio dare un giudizio morale sulle sostanze psicotrope, ma come tutti, di fronte all’assurdo mi pongo delle domande. Le droghe sono figlie anche loro dei tempi che viviamo e se queste sono le droghe del nuovo millennio sarà il caso di domandarsi quale realtà si rifugge così affannosamente per precipitare nello stato di pestilenza e miseria a cui ti riduce una sostanza come la krokodile."


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