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Attualità mercoledì 21 gennaio 2015 ore 10:37

I sindaci elbani litigano sulla sanità

Durante la conferenza provinciale esplodono le tensioni interne al fronte elbano, la riunione salta e il documento elbano viene rinviato ancora



PORTOFERRAIO — Una gabbia di matti. Questo devono aver pensato i sindaci "continentali" (copyright Andrea Ciumei) quando hanno visto i nostri primi cittadini azzuffarsi fra di loro sulla nomina del vicepresidente della conferenza provinciale sulla sanità e litigare sui diversi modi di far tornare il presidio elbano a ospedale di base.

Per comprendere quanto è successo ieri pomeriggio a Portoferraio è necessario fare un passo indietro e tornare alla scorsa conferenza dei sindaci, questa volta solo elbani, sulla sanità: quello che emerse fu il rifiuto unanime della classificazione come ospedale di prossimità ma nel momento in cui si doveva decidere come reagire fu chiaro che il fronte elbano era tutt'altro che compatto.

Da una parte Portoferraio che voleva agire per vie legali (proponendo ricorso al Tar, come poi ha fatto) e spingeva sul progetto di rete con Piombino e Cecina, dall'altra Anna Bulgaresi di Marciana che di ricorso e rete non voleva sentir parlare. Da quella riunione non uscì un documento comune e quelle stesse tensioni interne sono riesplose nella riunione di ieri.

Nel momento della nomina del Vicepresidente infatti viene prima proposta la candidatura di Ferrari (contro Lippi di Cecina) ma non riceve l'appoggio unanime dei colleghi elbani, allora Ferrari ritira la candidatura appoggiando proprio la Bulgaresi ma si scopre che il sindaco di Marciana non poteva essere eleggibile quindi salta fuori il nome di Lambardi di Campo che ovviamente declina l'invito dato il caos che stava venendo fuori.

I sindaci della Valdicornia minacciano di abbandonare la seduta, la tensione esplode definitivamente con accuse reciproche di scorrettezza ed arroganza fino a quando è il direttore generale dell'Usl Eugenio Porfido che taglia la testa al toro abbandonando l'assemblea facendo così mancare il numero legale e rinviando tutto a data da destinarsi.

Luca Lunedì
© Riproduzione riservata


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