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Si allarga il fronte del no al cibo sintetico

Dalla Val di Cornia e bassa Val di Cecina all'Elba fino a Livorno, le istituzioni hanno firmato la petizione Coldiretti per tutelare la filiera

Foto di archivio

Si allarga il fronte comune contro il cibo sintetico grazie alla petizione promossa da Coldiretti, Fondazione Campagna Amica, Filiera Italia e World Farmers Markets Coalition. L'iniziativa mira a promuovere una legge che vieti la produzione, l’uso e la commercializzazione del cibo sintetico in Italia per tutelare il futuro degli allevamenti e dell’intera filiera del cibo Made in Italy.

Oltre all'adesione a livello regionale (leggi qui l'articolo collegato), tra i sindaci firmatari ci sono quello di Piombino in Val di Cornia Francesco Ferrari, di Rosignano Daniele Donati e di Bibbona Massimo Fedeli, dall'Elba il sindaco di Capoliveri Walter Montagna e il presidente del Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano Giampiero Sammuri. Le ultime due firme arrivato dal sindaco di Livorno Luca Salvetti e dal vescovo monsignor Simone Giusti.

“Le bugie sul cibo in provetta confermano che c’è una precisa strategia delle multinazionali che con abili operazioni di marketing puntano a modificare stili alimentari naturali fondati sulla qualità e la tradizione. – ha spiegato Simone Ferri Graziani, presidente Coldiretti Livorno - Siamo pronti a dare battaglia poiché quello del cibo Frankenstein è un futuro da cui non ci faremo mangiare. E’ una battaglia di civiltà. L’adesione di migliaia di cittadini livornesi è fino a qui straordinaria così come della politica e delle istituzioni che hanno subito compreso i rischi di questa deriva senza precedenti e di affiancarci in questa battaglia”. 

L’obiettivo di Coldiretti è impedire che finiscano sulle nostre tavole la carne prodotta in laboratorio, il latte senza mucche ma anche il pesce senza mari, laghi e fiumi, le uova covate senza galline, il miele senza il volo delle api. Prodotti che potrebbero presto inondare il mercato europeo sulla spinta delle multinazionali e dei colossi dell’hitech.

Sono già oltre 200mila le firme raccolte a livello nazionale, mentre prosegue nelle sedi Coldiretti e nei mercati.