Attualità

​Teatro in carcere, per non dimenticare

Il Laboratorio Teatrale “Il carro di Tespi”, interno al carcere, ha presentato un recital dal titolo “Incontro”. Il racconto di Licia Baldi

Il 12 gennaio nel carcere di Porto Azzurro, nella saletta-teatro, si è potuto assistere ad uno spettacolo di profondo spessore e di palpitante attualità. Perché il Laboratorio Teatrale “Il carro di Tespi” interno al carcere, con l’intervento e la collaborazione di soggetti esterni, ha presentato un recital dal titolo “Incontro”, con letture poetiche e testimonianze scritte relative alle due guerre che hanno lacerato il Novecento provocando vergognose carneficine.

Sono stati letti e interpretati brani poetici di Ungaretti, di Quasimodo e di Brecht e alcune lettere di giovani partigiani condannati a morte negli anni della Resistenza.

Hanno fatto da cornice armoniose e significative coreografie dei giovani studenti del gruppo “Le perle dell’Arcipelago” dell'ISIS “Foresi” di Pofrtoferraio, guidati dalla loro brava insegnante Ilaria Chirici.

Hanno arricchito l’evento con le loro riflessioni gli ospiti della Cooperativa Alta Marea.

Fra i lettori e interpreti, oltre i reclusi che sono i pilastri del Laboratorio Teatrale, l’attrice livornese Lorella Ronzichi, quattro studenti dell’Istituto Superiore di Piombino e la studentessa Alessia Carli, che ha improvvisato un interessante dialogo con il giovane Valentin sul tema della morte delle persone care e della loro memoria nel cuore di chi li ha amati.

Bruno Pistocchi, che affianca la regista professoressa Manola Scali nell’animazione del teatro in carcere a Porto Azzurro, nel suo breve intervento auspica un presente dove la luce predomini sulle tenebre e quindi la pace sulla guerra.

Il messaggio ricevuto si può così sintetizzare: che le tensioni si allentino attraverso il dialogo, il “disgelo” e la riconciliazione, che la conoscenza degli orrori del passato ci preservi dal commettere altre inutili e funeste stragi. A questo fine è fondamentale combattere l’ignoranza e l’indifferenza e con consapevolezza farci, ciascuno nel suo ambiente personale e sociale, autentici costruttori di pace.

Per concludere, una domanda: “È possibile riproporre questa iniziativa fuori dalle mura del carcere?” Così verrebbe dato il dovuto riconoscimento a questo Laboratorio Teatrale che, sul piano nazionale, ha ricevuto nel 2017 importanti affermazioni, come ad esempio il premio per il miglior video relativo alla didattica teatrale-sociale, assegnato nel mese di dicembre presso l’Università di Tor Vergata a Roma.

Licia Baldi